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Home » Esteri

Test della verginità al liceo

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Il comune di Jember, in Indonesia, ha proposto di renderlo obbligatorio alle studentesse per il conseguimento del diploma

L’amministrazione comunale di Jember, una cittadina di circa 300mila abitanti nella parte orientale dell’isola di Java, in Indonesia, ha proposto una nuova condizione per il conseguimento del diploma liceale: il test della verginità.

Secondo la proposta di legge, tutte le ragazze che avessero compiuto atti sessuali prematrimoniali verrebbero considerate non idonee al conseguimento del titolo di studio. Ai ragazzi non verrebbe richiesto un test omologo.

“Quello che ci sorprende di più è che le ragazze hanno fatto sesso ripetutamente e con diversi partner”, ha dichiarato al Jakarta Globe Habib Isa Mahdi, rappresentante di Hanura, il Partito della Coscienza Popolare indonesiano.

“Inoltre, il ministero delle Politiche Sociali ha affermato che l’Indonesia si trova in una situazione di emergenza contro la pornografia. É questo che ci ha spinto verso legislazioni di questo tipo”, ha affermato Habib Isa Mahdi.

— La storia delle poliziotte indonesiane obbligate a sottoporsi al test della verginità

Hanura non è l’unico partito politico indonesiano che si è detto favorevole a questo tipo di misura. 

“Se non sono più vergini, non fate loro passare gli esami”, ha detto Mufti Ali, rappresentante del partito conservatore e islamico del Risveglio Nazionale (Pkb). “Può sembrare uno scherzo, ma è un affare serio. Ne va del nostro futuro”, ha affermato l’uomo. 

La seconda più grande organizzazione musulmana dell’Indonesia, Nadhlatul Ulama, si è opposta alla proposta di legge.

“Anche nel caso in cui la legge dovesse passare, perché il test dovrebbe interessare soltanto la popolazione femminile?”, ha riferito la portavoce dell’organizzazione musulmana Nadhlatul Ulama M.N. Harisuddin.

In Indonesia anche le donne che aspirano a diventare parte delle forze dell’ordine vengono sottoposte a un test della verginità, sebbene la pratica sia stata formalmente abolita nel 2010.

Il controllo, che viene citato nei bandi pubblici diffusi dalla polizia indonesiana, è stato definito da Human Rights Watch “una pratica degradante e discriminatoria”.

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