Sabotaggio Nord Stream, l’Ucraina respinge le accuse: “Non siamo stati noi”
Kiev si smarca dalle accuse in seguito alla ricostruzione diffusa ieri dal New York Times, che citando fonti americane aveva attribuito a “gruppi filo-ucraini” il sabotaggio del gasdotto Nord Stream dello scorso settembre.
“Non c’entriamo nulla con l’operazione: sarebbe un bel complimento per i nostri servizi speciali ma quando si concluderanno le indagini si vedrà che l’Ucraina non ha nulla a che fare con tutto ciò”, precisa il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, parlando a Stoccolma durante il consiglio difesa informale dell’Unione europea.
Secondo l’autorevole quotidiano statunitense non ci sono evidenze che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky abbia ordinato il sabotaggio, ma non è escluso che l’abbia fatto qualcuno della sua squadra di governo. Il danneggiamento dei due gasdotti, costruiti e gestiti dalla compagnia russa Gazprom, era stato letto come una mossa della Russia per mettere pressione sull’Europa minacciando il taglio delle forniture per l’inverno.
E sulla vicenda è intervenuta anche Mosca, per tramite del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che ritiene si tratti di uno “sforzo coordinato per sviare l’attenzione” e avanza dubbi “su come i funzionari statunitensi possano supporre qualsiasi cosa sugli attacchi senza un’indagine”. La Russia è stata esclusa dalle investigazioni sull’attacco: “Solo pochi giorni fa abbiamo ricevuto note in merito da parte di danesi e svedesi”, ha concluso Peskov.