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Home » Esteri

Qatargate, il Parlamento europeo vota la rimozione di Eva Kaili da vicepresidente

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Salta la poltrona della vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili: l’aula si è pronunciata positivamente sulla procedura di attivazione dell’articolo 21 del regolamento dell’Eurocamera che la destituirebbe della sua carica dopo le accuse che l’hanno coinvolta nello scandalo Qatargate. La richiesta era arrivata dalla conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, che si è riunita stamattina per un tempo che è andato ben oltre le aspettative rimandando il lavori della plenaria stessa. Per l’autorizzazione servivano i voti favorevoli di due terzi dei membri del Parlamento. Il legale dell’eurodeputata greca arrestata con l’accusa di corruzione, ha assicurato che la sua assistita non ha mai accettato mazzette dal Qatar per difendere gli interessi dello Stato della penisola araba a Bruxelles e Strasburgo: “Si dichiara innocente ed estranea alle tangenti dal Qatar”, ha dichiarato l’avvocato Michalis Dimitrakopoulos all’emittente greca Open TV. Rispondendo a una domanda sul denaro trovato a casa della donna a Bruxelles, il legale non ha confermato né smentito: “Non ho idea se e quanto denaro sia stato trovato”.

Alla donna sono stati sequestrati 750 mila euro in contanti, 600 mila nella valigia del padre e 150 mila in alcune borse di lusso che aveva in casa. Così come sono stati congelati tutti i suoi beni in Grecia. Oltre a Kaili, altre tre persone sono state arrestate, fra le quali il suo compagno italiano. Il più colpito dall’inchiesta della magistratura belga è il gruppo S&d, che ha reagito prontamente espellendo Kaili e chiedendo la sospensione di un altro indagato, Marc Tarabella. Gli altri eurodeputati coinvolti hanno abbandonato i rispettivi incarichi: sono Pietro Bartolo, Maria Arena e Andrea Cozzolini.

Nei loro uffici gli inquirenti hanno posto i sigilli, in una giornata, quella di ieri, particolarmente pesante per il Parlamento europeo in quanto istituzione: “Devo scegliere con cura le mie parole per non compromettere le indagini in corso o minare in qualche modo la presunzione di innocenza. Quindi se la mia collera, la mia rabbia, il mio dolore non dovessero trasparire, vi assicuro che sono ben presenti”, ha detto in aula la presidente Roberta Metsola, che ha aggiunto: “Non nasconderemo la polvere sotto il tappeto. Avvieremo un’indagine interna per esaminare tutti i fatti e per valutare come i nostri sistemi possano diventare ancora più impermeabili”.

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