Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:52
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Il nuovo ponte che collega la Crimea al resto della Russia

Immagine di copertina

La struttura sarà completata alla fine del 2018 e costerà alla Russia oltre 3 miliardi di dollari, ma rappresenterà un'opera particolarmente importante per la geopolitica del paese

Gli ingegneri russi hanno completato un passaggio molto importante per collegare la Crimea al resto della Federazione Russa. La penisola, infatti, è stata annessa da Mosca nel marzo 2014 dopo essere stata un territorio ucraino abitato da una maggioranza di russi, ed è legata alla terraferma con l’Ucraina mentre è divisa dalla Russia dallo stretto di Kerch.

Attualmente, lo stretto può essere attraversato con un traghetto, ma nel 2014 il governo di Mosca ha iniziato a lavorare per costruire un nuovo ponte stradale e ferroviario, lungo quasi 20 chilometri e che passerà anche sopra l’isola di Tuzla, situata in mezzo allo stretto.

Nell’agosto del 2017 gli ingegneri russi hanno terminato l’installazione di un’arcata metallica del ponte che rappresenta un passaggio determinante nella realizzazione dell’opera. Questa arcata vede il passaggio ferroviario a 35 metri dal livello del mare ed è lunga in tutto 227 metri, in modo da poter permettere il passaggio delle imbarcazioni più grandi attraverso lo stretto.

Il ponte sarà completato probabilmente alla fine del 2018 e costerà alla Russia in tutto oltre 3 miliardi di dollari, ma rappresenterà un’opera particolarmente importante sia per le infrastrutture che per la geopolitica del paese, avvicinando la Crimea ancora di più al resto del paese.

Dal 2014 a oggi, infatti, questo territorio è di fatto sotto il controllo di Mosca, ma la comunità internazionale ancora non ha riconosciuto questo cambiamento di confine, considerando la penisola ancora parte dell’Ucraina.

Per quanto la Crimea fosse parte dell’Ucraina, essa è abitata per il 65 per cento da russi e ai tempi dell’Unione Sovietica era inizialmente parte della Repubblica Socialista di Russia, finché nel 1954 fu trasferita alla Repubblica Socialista di Ucraina come omaggio al paese dell’allora leader sovietico Nikita Kruscev che, pur essendo nato in Russia, era ucraino.

La costruzione di un ponte sullo stretto di Kerch, attualmente attraversabile solo con traghetti e voli aerei, era stata pensata già in diverse occasioni nei decenni passati: prima negli anni Trenta, al tempo di Stalin, durante la grande industrializzazione sovietica, poi nel 1942 durante l’occupazione nazista, ma in entrambi i casi il progetto non ebbe seguito.

Il contratto per la costruzione del ponte è stato firmato dall’azienda SGM, di proprietà di Arkady Rotenberg, amico personale del presidente russo Vladimir Putin specializzato nella costruzione di oleodotti.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”