Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 20:04
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Sale a 145 il bilancio dei morti nel terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito la Papua Nuova Guinea

Immagine di copertina
Abitanti della Papua Nuova Guinea camminano sul luogo di una frana vicino al villaggio di Ekari dopo il terremoto di magnitudo 7,5 che ha sconvolto il paese dell'Oceania / Afp photo / Melvin Levogno

A quasi tre settimane dal terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito la Papua Nuova Guinea nelle province di Hela e di Southern Highlands il 25 febbraio 2018, sono 35mila le persone rimaste senza casa e sfollate dalle autorità di sicurezza locali

È salito a 145 il bilancio ufficiale delle vittime provocate da un terremoto di magnitudo 7,5 che ha colpito la Papua Nuova Guinea il 25 febbraio 2018.

Secondo i funzionari del governo del paese a sud-ovest del Pacifico, però, il numero dei morti è ancora parziale.

A quasi tre settimane dal sisma che ha colpito le province di Hela e di Southern Highlands, sono 35mila le persone rimaste senza casa e sfollate dalle autorità di sicurezza locali.

“Dai rapporti ricevuti presso i centri di comando, finora sono morte 45 persone nella provincia di Southern Highlands e altre 80 nella provincia di Hela”, ha detto un portavoce della polizia.

“Si prevede che la cifra possa aumentare dopo il conto finale”.

Secondo l’Unicef, circa 270mila persone, tra cui 125mila bambini, necessitano di assistenza umanitaria urgente.

Intanto continuano le scosse di assestamento, con gli abitanti che in alcune aree non vogliono tornare alle loro case per timore di ulteriori smottamenti.

“Stiamo ancora ricevendo scosse di assestamento; ne abbiamo avuta una la notte scorsa”, ha raccontato al Guardian Andreas Wuestenberg, abitante del villaggio di Pimiga, dove la gente si è rifugiata in un campo di emergenza.

“Le scorte si stanno rapidamente esaurendo. Non stiamo ancora assistendo a un forte aumento della malnutrizione nei bambini, ma ci aspettiamo che aumenti abbastanza rapidamente”.

“Una delle preoccupazioni principali è anche la diffusione delle malattie, specialmente in questo campo di fortuna”.

Wuestenberg ha detto che tre persone sono morte a Pimiga e che il 70 per cento delle case è stato distrutto.

L’Unicef, che ha lanciato un appello d’emergenza giovedì, sta fornendo assistenza umanitaria e medica, comprese le vaccinazioni e la creazione di spazi sicuri per donne e bambini.

La Papua Nuova Guinea, in particolare nella regione degli altipiani, conosce tassi estremamente elevati di violenza familiare e di genere.

Wuestenberg ha affermato che “in situazioni come questa, quando c’è molto stress, c’è spesso un aumento della violenza” ed è “probabile” che la situazione possa peggiorare.

I residenti dei villaggi vicino ai fiumi Tagari e Heggio sono stati invitati a trasferirsi in una zona più alta, a causa della possibile creazione di dighe “temporanee” a seguito delle frane.

“Queste sono chiamate dighe sismiche e il più grande pericolo è a valle dove l’acqua ha smesso di scorrere”, ha detto al National Brian Ward, della Mission Aviation Fellowship, che gestisce voli di soccorso nella zona.

“Le dighe potrebbero rompersi in qualsiasi momento causando una potente inondazione a valle”.

Il governo australiano ha impegnato fino a 1,2 milioni di dollari in aiuti umanitari, oltre ad aver messo a disposizione aerei e personale militare.

Anche le compagnie private, tra cui Ok Tedi e Oil Search, hanno messo in campo i propri mezzi.

Frances Devlin, membro del Comitato internazionale per la Croce rossa, ha affermato che la sua principale preoccupazione riguarda l’accesso all’acqua potabile.

“Le fonti tradizionali di acqua sono state interrotte”, ha dichiarato.

“Gran parte della popolazione era molto spaventata. Hanno paura di andare nelle loro case, hanno paura di andare a prendere da mangiare, hanno paura di andare a prendere l’acqua”, le parole di Devlin.

 

Ti potrebbe interessare
Esteri / Libano, violata la tregua: l'Idf colpisce diversi obiettivi, Hezbollah lancia due missili su Israele
Esteri / Siria, ribelli jihadisti e filo-turchi prendono il controllo di Aleppo: decine di migliaia di civili in fuga. Italiani evacuati
Esteri / Netanyahu, pronto ad accordo per Gaza ma no fine guerra. Per l'esercito israeliano la tregua in Libano ha "il 50% di possibilità di reggere". Il leader di Hezbollah proclama "vittoria"
Ti potrebbe interessare
Esteri / Libano, violata la tregua: l'Idf colpisce diversi obiettivi, Hezbollah lancia due missili su Israele
Esteri / Siria, ribelli jihadisti e filo-turchi prendono il controllo di Aleppo: decine di migliaia di civili in fuga. Italiani evacuati
Esteri / Netanyahu, pronto ad accordo per Gaza ma no fine guerra. Per l'esercito israeliano la tregua in Libano ha "il 50% di possibilità di reggere". Il leader di Hezbollah proclama "vittoria"
Esteri / Libano, raid di Israele nel sud: violata la tregua con Hezbollah
Esteri / Milioni di rifugiati e sfollati tra violenza e gelo in tutto il mondo: l’Unhcr lancia la campagna “un altro inverno lontano da casa”
Esteri / Al via il cessate il fuoco in Libano, Macron e Biden: “Tregua proteggerà Israele dalla minaccia sciita". Gli sfollati cercano di tornare nelle case, l'Idf spara. Hamas: "Siamo pronti per una tregua a Gaza"
Esteri / Israele accetta un accordo per un cessate il fuoco con Hezbollah in Libano. Ecco cosa prevede
Esteri / Israele bombarda il centro di Beirut. Hezbollah: “Resteremo attivi anche dopo il cessate il fuoco”
Esteri / Netanyahu boicotta Haaretz: “Ha danneggiato la legittimità di Israele”
Esteri / La guerra di Israele al patrimonio culturale del Libano