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Home » Esteri

Senegal, vietata la manifestazione contro l’Italia dopo l’omicidio di Firenze

Immagine di copertina
Idy Diene è stato ucciso lo scorso 5 marzo da un pensionato italiano mentre camminava su un ponte

Negata l'autorizzazione al sit-in davanti all'ambasciata per manifestare solidarietà alla famiglia dell'immigrato senegalese ucciso a Firenze

In Senegal il prefetto di Dakar, Alioune Badara Samb, ha vietato lo svolgimento di una manifestazione di protesta di fronte all’ambasciata italiana, organizzata in solidarietà con la famiglia di Idy Diene, l’immigrato senegalese ucciso lo scorso 5 marzo 2018 a Firenze.

La richiesta di tenere il sit-in era stata presentata dal parlamentare senegalese Seck Nango. Il prefetto ha però negato l’autorizzazione “per motivi di sicurezza”.

Idy Diene è stato ucciso da tre colpi di pistola sparati da Roberto Pirrone, pensionato italiano di 65 anni. Al momento dell’omicidio l’immigrato stava camminando sul ponte Amerigo Vespucci a Firenze.

L’autopsia sul cadavere dell’uomo ha rivelato che i primi due proiettili hanno colpito la spalla e il torace e il terzo la testa. Ma secondo le ricostruzioni i colpi esplosi sono stati più di tre: i primi sono andati a vuoto nel fiume Arno.

Gli inquirenti hanno dichiarato che nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza si vede Pirrone, armato e agitato sul ponte. Accanto a lui passano una donna con un bambino e un uomo, tutti e tre bianchi ignorati dall’uomo.

Pirrone spara quando, pochi secondi dopo, vede passare Diene.

Nella dichiarazione rilasciata nell’interrogatorio, il pensionato italiano ha escluso il movente razzista.

Idy Diene aveva 54 anni ed era un venditore ambulante di ombrelli, accendini e altri piccoli oggetti.

Nato in Senegal, era arrivato in Italia nel 2001 ed era un immigrato regolare.

Alcune ore dopo la sua uccisione la comunità senegalese ha manifestato la propria rabbia per le vie di Firenze. In un clima di forte tensione alcuni dei manifestanti hanno danneggiato le fioriere che arredano il centro della città.

In segno di scuse la comunità senegalese ha poi deciso di autotassarsi per ripagare i danni provocati.

Alcuni giorni dopo, il 10 marzo 2018, 10mila persone hanno partecipato a Firenze a un corteo in suo ricordo.

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