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La nuova proposta della Grecia

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Il governo greco di Tsipras ha chiesto un prestito di oltre 50 miliardi di euro in cambio di importanti tagli alla spesa pubblica, privatizzazioni e aumenti delle tasse

Il 9 luglio la Grecia ha presentato nuove proposte all’Eurogruppo, il centro di coordinamento dei ministri dell’Economia e delle Finanze dell’eurozona.

Il premier greco Alexis Tsipras ha chiesto un prestito da 53,5 miliardi di euro – superiore rispetto ai 30 miliardi inizialmente previsti – nei prossimi tre anni.

Il governo ha proposto un programma incentrato su importanti tagli alla spesa pubblica per un totale di circa 300 milioni di euro, una serie di privatizzazioni tra cui alcuni aeroporti regionali e il porto del Pireo, e aumenti delle tasse come l’Iva e quella sulla ristorazione (arriverà al 23 per cento). L’età pensionabile aumenterà fino a 67 anni entro il 2022.

Complessivamente, il tutto dovrebbe far entrare nelle casse dello state greco circa 12 miliardi di euro in due anni, entro la fine del 2016. Il parlamento greco è al lavoro per votare sull’approvazione del nuovo piano proposto dal governo, ma si crede che la contro-proposta di Tsipras dovrebbe ottenere la maggioranza.

La crisi in Grecia spiegata senza giri di parole 

Le proposte della Grecia in punti:

Budget: la Grecia si impegna a rispettare gli obbiettivi sul saldo primario, il che vuol dire che a partire dal 2015 il totale delle entrate dovrà essere superiore alle spese pubbliche in uscita. Il surplus deve essere positivo dell’1 per cento per il 2015, del 2 per cento per il 2016, del 3 per cento per il 2017 e del 3,5 per cento per il 2018.

Tasse sulla vendita: aumenti sulle tasse, tra cui l’Iva al 23 per cento per ristoranti e imprese di catering. L’Iva sarà ridotta al 13 per cento per alimenti di base e acqua. Un ulteriore sconto al 6 per cento dell’Iva su medicinali, libri e spettacoli teatrali. Il nuovo sistema di tassazione entrerà in vigore a ottobre del 2015.

Tasse sulle isole: abolizione della riduzione delle tasse nelle isole greche. Solo le isole più povere e remote continueranno a beneficiare degli sconti del 30 per cento, attualmente in vigore.

Riforma fiscale: la spesa militare sarà tagliata di 100 milioni di euro nel 2015 e di 200 milioni nel 2016. Le imposte sulle imprese aumenteranno dal 26 al 28 per cento. I contadini perderanno le agevolazioni fiscali e i sussidi per la benzina. Ci saranno aumenti delle tasse anche per il settore del trasporto marittimo. Una tassa sui beni di lusso sarà estesa agli yacht più lunghi di cinque metri, tassati al 13 per cento invece del 10 per cento come in passato.

Pensioni: entro il 2022 l’eta pensionabile sarà alzata ai 67 anni per tutti, fatto salvo per chi è impiegato in lavori particolarmente duri e per le madri che si prendono o si sono prese cura di bambini affetti da disabilità. La riforma delle pensioni dovrebbe portare a risparmi dell’1 per cento del Pil nel 2016.

Settore pubblico: i salari saranno gradualmente ridotti entro il 2019 e adeguati alle capacità e la performance dei lavoratori. Le ferie pagate e il budget per i rimborsi spese durante i viaggi di lavoro saranno adattati secondo gli standard europei. Si introdurrà un piano per rendere più semplice la riassegnazione dei lavoratori pubblici in posizioni diverse, a seconda delle esigenze. Saranno introdotte inoltre delle riforme contro la corruzione, per assicurare maggiore trasparenza sui finanziamenti ai partiti e proteggere le investigazioni su crimini finanziari dall’interferenza politica.

Esazione delle tasse: sarà introdotta un’autonoma agenzia delle Entrate, per combattere l’evasione fiscale e migliorare l’esazione delle tasse.Settore finanziario: saranno introdotte nuove riforme per far pagare i debitori insolventi e per incoraggiare gli investimenti stranieri in Grecia.

Settore privato: gli ordini professionali come quelli di ingegneri, notai e giudici saranno aperti a concorsi più trasparenti, per combattere i favoritismi e rendere le licenze per gli ordini più semplici da ottenere.Privatizzazioni: saranno privatizzata le seguenti imprese: quella che gestisce la rete elettrica nazionale, diversi porti e aeroporti regionali, tra cui il porto del Pireo e quello di Thessaloniki.

I leader dell’eurozona valuteranno le proposte e, entro domenica 12 luglio, dovrebbero trovare un accordo. E ora cosa potrebbe succedere? 

Come si è arrivati fin qui: le tappe che hanno portato la la Grecia sull’orlo del fallimento

– 8 luglio: Alexis Tsipras è intervenuto al Parlamento europeo a Strasburgo, annunciando che il giorno seguente avrebbe presentato delle proposte concrete all’Eurogruppo. Il governo greco ha richiesto ufficialmente un piano di aiuti per i prossimi tre anni al Fondo europeo salvastati (Esm), senza rendere noto pubblicamente a quanto ammonterebbe il prestito. Nel corso della serata, l’Esm ha chiesto ai creditori internazionali di valutare la nuova proposta greca.

– 7 luglio: Alexis Tsipras non ha presentato nuove proposte durante l’eurosummit, nonostante secondo le prime indiscrezioni si pensava fosse pronto a chiedere un nuovo prestito e un taglio del 30 per cento del debito.

– 6 luglio: all’indomani del referendum, il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis si è dimesso ed è stato sostituito da Euclid Tsakalotos. Varoufakis ha detto che la sua presenza non era gradita al tavolo delle trattative e ha deciso di sacrificarsi per poter aiutare il primo ministro greco Alexis Tsipras a trovare un accordo con i creditori internazionali. 

– 5 luglio: circa 9,9 milioni di greci sono stati chiamati a votare tramite un referendum per decidere se accettare o meno il piano proposto dai creditori internazionali. Nonostante i sondaggi prima del voto avessero pronosticato un testa a testa tra i due fronti, il No ha vinto con il 61,3 per cento, contro il 38,7 per cento del Sì. L’affluenza è stata intorno al 65 per cento.

– 30 giugno: la Grecia non ha versato la rata del prestito di 1,6 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale ed è così diventata il primo Paese insolvente dell’Unione europea. Poche ore prima della scadenza prevista per il pagamento del debito, il primo ministro greco Alexis Tsipras aveva chiesto di attivare un nuovo piano di salvataggio e di ricevere 29,1 miliardi di euro nei prossimi due anni.

Per ricevere questi fondi, Tsipras ha detto di essere pronto ad accettare la maggior parte delle condizioni previste dall’ultimo piano dei creditori internazionali.Tuttavia, ha richiesto alcuni cambiamenti, tra cui mantenere la riduzione del 30 per cento sull’Iva nelle isole greche e posticipare sino a ottobre l’innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni. Inoltre Tsipras ha chiesto di ridurre il limite per le spese militari di 200 milioni di euro nel 2016 e di 400 milioni di euro nel 2016.

– 28 giugno: per evitare la fuga dei capitali, la Grecia ha imposto la chiusura della banche. Nell’ultima settimana di giugno, i titolari di azioni nelle borse di tutto il mondo hanno perso oltre 450 miliardi di euro: la crisi greca e la paura di un possibile default hanno fatto crollare non solo i mercati europei, ma anche quelli asiatici e statunitense.

Le prossime scadenze per la Grecia:

– 11 luglio: i ministri delle Finanze dell’eurozona si riuniscono a Bruxelles per discutere la situazione greca

– 12 luglio: meeting dell’Eurogruppo  – il centro di coordinamento europeo che riunisce i ministri dell’Economia e delle Finanze dell’eurozona –  e dell’eurosummit, ovvero un incontro con tutti i capi di Stato e di governo dei Paesi dell’eurozona. 

– 20 luglio: la Grecia deve restituire tre miliardi di euro alla Banca centrale europea.

Leggi qui tutti gli aggiornamenti sulla crisi in Grecia   

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