Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:32
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Libia, milizie ribelli a Tripoli: “Abbiamo circondato le sedi del governo”

Immagine di copertina
Libia, milizie ribelli a Tripoli: "Abbiamo circondato le sedi del governo"

Secondo fonti locali, i ribelli avrebbero anche preso possesso della tv di stato libica. Il governo di Al Sarraj però smentisce e afferma che "la situazione è sotto controllo"

Nella notte tra venerdì 25 e sabato 26 maggio alcune milizie ribelli hanno annunciato di essere entrate a Tripoli e di aver circondato le sedi del Governo di accordo nazionale, controllate dalla guardia presidenziale.

Secondo quanto riportato da Sky News Arabic e da Al Arabya, si tratterebbe di milizie di Misurata, e in particolare la “Brigata 301”, a cui si sono unite altre brigate di combattenti.

Il ministero dell’Interno di Tripoli ha comunque rilasciato un comunicato ufficiale in cui assicura che le proprie guardie sono attive e si stanno occupando di difendere le sedi istituzionali.

“La situazione è sotto controllo – ha scritto su Facebook il ministero dell’Interno del premier Fayez Al Sarraj – Quanto riportato dalle milizie ribelli è privo di fondamento e ha l’unico scopo di destabilizzare le istituzioni”.

Il sospetto è che queste milizie ribelli, alcune delle quali fanno riferimento all’area di Tarhouna, roccaforte di fedelissimi dell’ex dittatore Muammar Gheddafi, possano essersi alleati con il generale Khalifa Haftar per tentare un colpo di stato contro l’esecutivo di Al Serraj, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale e dalle Nazioni Unite.

In mattinata, si è diffusa tramite i media locali la voce secondo cui i ribelli avrebbero preso possesso della sede della tv di stato libica. Non ci sono però su questo, al momento, conferme ufficiali.

Sempre in Libia, venerdì 25 maggio un’autobomba è esplosa nel centro di Bengasi, nei pressi di un albergo.

Secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, ci sono almeno sette morti e 22 feriti, tutti civili. L’attacco, secondo quanto riferito dalle autorità, potrebbe essere opera di gruppi terroristici che vogliono far vedere che Bengasi, controllata dall’Esercito nazionale libico del generale Khalifa Hafthar, non è sicura.

Bengasi nel luglio del 2017 fu liberata dagli jihadist proprio dal generale Haftar, ma questo non ha fermato gli scontri e gli attentati in città. A gennaio 2018 morirono 40 persone per un attacco terroristico davanti a una moschea.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”