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Il premier libanese Saad Hariri si dimette con un discorso in tv

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Il premier libanese Saad Hariri si dimette con un discorso in tv

Il premier libanese Saad Hariri si è dimesso. Lo ha annunciato lo stesso Hariri in un discorso in tv. Le dimissioni arrivano dopo circa due settimane di proteste popolari antigovernative contro il carovita e la corruzione.

Le proteste in Libano sono esplose in seguito alla decisione del governo di tassare le telefonate fatte con WhatsApp, Facebook Messenger e FaceTime. Le manifestazioni si sono rapidamente intensificate fino a chiedere il rovesciamento delle élite politiche che hanno governato il Paese dalla fine della guerra civile (1975-1990).

“Salgo ora al palazzo presidenziale di Baabda per rassegnare le mie dimissioni al presidente della Repubblica Michel Aoun”, ha detto in tv il premier Hariri. “Ho preso questa decisione dopo aver ascoltato le richieste dei manifestanti”, ha aggiunto il premier, affermando che si è trovato in un vicolo cieco.

Nella giornata di oggi, 29 ottobre, seguaci dei movimenti sciiti libanesi Hezbollah e Amal hanno attaccato con spranghe e percosse manifestanti e attivisti che da giorni sono radunati su una delle principali strade dei Beirut, vicino alla centrale piazza dei Martiri, epicentro delle proteste popolari in corso da quasi due settimane in tutto il paese. Si registrano feriti. Le forze dell’ordine e l’esercito sono intervenute ma non sono riuscite a proteggere i manifestanti dalla foga degli assalitori. Sia Amal che Hezbollah hanno ministri al governo e dalle piazze del Libano in rivolta si chiede a gran voce le dimissioni dell’esecutivo guidato da Saad Hariri, che sono arrivate oggi.

Chi è Saad Hariri

Saad Hariri è primo ministro del Libano dal dicembre 2016. Aveva già ricoperto l’incarico dal giugno 2009 al gennaio 2011. È il secondo figlio di Rafiq al-Ḥariri, ex primo ministro ucciso nel 2005. Dopo la morte del padre Saad Hariri è diventato leader della coalizione politica Movimento il Futuro, movimento sunnita creato e guidato proprio da Rafiq al-Hariri.

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