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Home » Esteri

Cosa sappiamo sull’accordo siglato tra Israele e Hamas e quali sono le incognite della seconda fase

Immagine di copertina
Credit: AGF

Dal rilascio degli ostaggi al ritiro parziale dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza: ecco che cosa prevede l'intesa siglata tra Israele e Hamas

Poco prima dell’una italiana, Donald Trump ha annunciato su Truth l’accordo tra Israele e Hamas sulla prima fase della tregua a Gaza (qui le ultime notizie aggiornate in tempo reale). “Sono molto orgoglioso di annunciare che Israele e Hamas hanno entrambi firmato la prima fase del nostro piano di pace – ha scritto il presidente Usa – Ciò significa che tutti gli ostaggi saranno rilasciati molto presto e Israele ritirerà le sue truppe secondo una linea concordata, come primo passo verso una pace forte e duratura. È una giornata storica”.

 

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La prima fase

L’accordo, ratificato alle 11 italiane, prevede un cessate il fuoco immediato e il rilascio degli ostaggi israeliani ancora vivi, i quali saranno scambiati entro 72 ore dalla firma con quasi 2.000 detenuti palestinesi. Secondo quanto dichiarato da Trump lo scambio avverrà con molta probabilità lunedì anche se la consegna dei corpi degli ostaggi morti potrebbe richiedere più tempo. Gli ostaggi che verranno rilasciati da Hamas ancora vivi sono 20 su un totale di 48. 
Israele, dal canto suo, rilascerà 1950 detenuti palestinesi: 250 che stanno scontando l’ergastolo e altri 1.700 detenuti dall’inizio della guerra a Gaza.

Il ritiro dell’esercito israeliano

L’intesa prevede il ritiro parziale e graduale dell’esercito israeliano dalla Striscia di Gaza. L’Idf dovrebbe mantenere una presenza su Rafah rimanendo nel 53% del territorio palestinese fino alla liberazione dell’ultimo ostaggio. L’esercito israeliano ha annunciato in una nota l’avvio delle operazioni: “Seguendo le direttive del livello politico e in base alla valutazione della situazione, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno avviato i preparativi operativi in vista dell’attuazione dell’accordo nell’ambito di questo processo, sono in corso i preparativi e un protocollo di combattimento per la prossima transizione verso linee di schieramento modificate. Le Idf continuano a essere schierate nell’area e pronte a qualsiasi sviluppo operativo”.

Gli aiuti umanitari

Subito dopo la ratifica della tregua, almeno 400 camion di aiuti umanitari entreranno nella Striscia di Gaza ogni giorno durante i primi cinque giorni del cessate il fuoco: numero che aumenterà progressivamente nei giorni successivi. È previsto, inoltre, il ritorno degli sfollati a Gaza City e nel Nord della Striscia anche se l’Idf ha esortato la popolazione a non muoversi in questa fase.

Le incognite della seconda fase

Subito dopo la firma della prima fase dell’accordo, inizieranno i negoziati per la seconda fase: quella che dovrebbe delineare il futuro della Striscia di Gaza. I nodi cruciali sono essenzialmente due: il disarmo totale di Hamas e la governance di Gaza. Nei giorni scorsi, Hamas aveva aperto al disarmo, accettando di consegnare le sue armi a un comitato egiziano-palestinese, ma posto un netto rifiuto ad affidare la gestione della Striscia di Gaza a un comitato di transizione internazionale guidato da Tony Blair così come delicato dal piano in 20 punti presentato da Donald Trump.

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