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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Giallo sull’accordo per liberare gli ostaggi: il Qatar annuncia progressi. Israele: “Condizioni inaccettabili”. Usa, ipotesi re-insediamento israeliano a Gaza “irresponsabile”. Meloni: “Oggi in Italia i primi 14 bambini da Gaza” | DIRETTA

Immagine di copertina
(AP Photo/Fatima Shbair)

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 29 gennaio

Dopo la decisione dell’Italia e di altri otto paesi di sospendere i finanziamenti all’Unrwa, il segretario generale dell’Onu lancia un appello per salvare l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi: “Garantire continuità”. Dura la risposta di Israele, dopo le accuse a 12 dipendenti sospettati di aver contribuito agli attacchi del 7 ottobre: “Non è interessato alla sicurezza degli israeliani”. Intanto continuano i bombardamenti nell’enclave palestinese e in particolare al sud, nella zona di Khan Yunis, dove è  concentrati gli 1,7 milioni di sfollati nella Striscia, su una popolazione di 2,3 milioni. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 29 gennaio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 20.45 – Meloni: “Oggi in Italia i primi 14 bambini da Gaza” – I primi 14 dei 100 bambini palestinesi affetti da gravi malattie che l’Italia accoglierà dalla striscia di Gaza arriveranno oggi nel nostro Paese. Lo ha annunciato in serata la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa a margine del vertice Italia-Africa.

Ore 20.30 – Usa, ipotesi re-insediamento israeliano a Gaza “sconsiderata” – I commenti dei ministri di Israele sul ritorno degli insediamenti israeliani nella striscia di Gaza sono “sconsiderati e incendiari”. Lo ha detto oggi in conferenza stampa il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, che ha definito le dichiarazioni di alcuni politici israeliani “irresponsabili, sconsiderate e incendiarie”. Commentando la conferenza tenutasi ieri a Gerusalemme e a cui avrebbero partecipato una decina di ministri e una quindicina di deputati israeliani, Kirby ha ribadito che le dichiarazioni dei partecipanti “certamente non sono in linea” con la politica degli Stati Uniti. Washington, ha aggiunto, “ha chiarito che non ci può essere alcuna riduzione del territorio di Gaza”. Secondo Kirby, i singoli membri del gabinetto israeliano “parlano per se stessi” mentre gli Usa mantengono una “linea di comunicazione aperta” con il primo ministro Benjamin Netanyahu.

Ore 19.45 – Giallo sull’accordo per gli ostaggi, Qatar annuncia “progressi”. Israele: “Condizioni inaccettabili” – È giallo sull’accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani rapiti da Hamas e dalla Jihad Islamica durante gli attentati del 7 ottobre scorso. Una fonte vicina ai colloqui svoltisi ieri a Parigi ha rivelato all’emittente televisiva statunitense NBC che i partecipanti al vertice – a cui erano presenti anche i direttori dello Shin Bet, del Mossad, della Cia e altri funzionari e diplomatici di Qatar, Egitto e Stati Uniti – hanno raggiunto un’intesa per un accordo quadro sulla liberazione degli ostaggi in cambio del rilascio dei prigionieri palestinesi detenuti in Israele, del cessate il fuoco a Gaza e della continuazione della consegna degli aiuti umanitari nella Striscia. Tuttavia, secondo NBC, tale intesa non era stata ancora discussa con Hamas, a cui sarebbe stata inviata oggi. Intanto, il premier del Qatar, Muhammad al-Thani, oggi in visita a Washington, ha detto che i colloqui in materia stanno registrando “nuovi progressi rispetto a poche settimane fa”. “Ieri sono stati fatti buoni progressi per gettare le basi per una via da seguire con i colloqui”, ha detto il primo ministro qatarino, secondo l’agenzia di stampa Reuters. I negoziati, ha aggiunto, potrebbero portare a un cessate il fuoco permanente in futuro. “Il nostro compito principale è lavorare per raggiungere una soluzione che porti al rilascio degli ostaggi e al cessate il fuoco a Gaza”. Tuttavia, in serata, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato in una nota che le notizie su un accordo con Hamas “non sono vere e includono condizioni che non sono accettabili per Israele”.

Ore 18.50 – Israele, ministro Difesa: “Presto l’esercito in azione” al confine con il Libano – L’esercito di Israele entrerà “molto presto in azione” vicino al confine settentrionale del Paese con il Libano. Lo ha annunciato oggi il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant. Rivolgendosi alle truppe stanziate vicino al confine della striscia di Gaza, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa Afp, Gallant ha detto che le forze armate israeliane saranno schierate nel nord di Israele: “Entreranno molto presto in azione (…) quindi le forze nel nord sono state rinforzate”, ha detto il ministro. I riservisti, ha aggiunto Gallant, dovranno “prepararsi ed essere pronti” alle operazioni future. La guerra contro Hamas, ha continuato, durerà mesi. Secondo il ministro, citato dall’agenzia di stampa Reuters, un quarto dei combattenti del gruppo terroristico palestinese, sono stati uccisi e almeno un altro quarto sono rimasti feriti. “Ci vorranno mesi, non un solo giorno. D’altra parte i terroristi non hanno rifornimenti, non hanno munizioni, non hanno rinforzi”.

Ore 17.30 – Iran, giustiziate 4 presunte spie del Mossad. Amnesty: “Erano dissidenti” – Quattro persone, appartenenti alla minoranza curda e accusate di spionaggio a favore di Israele, sono state impiccate oggi in Iran. Lo riferisce l’agenzia di stampa iraniana Mizan Online, vicina all’autorità giudiziaria del Paese. I quattro uomini erano stati arrestati il ​​23 luglio 2022 mentre, secondo l’accusano, stavano preparando un’azione dimostrativa contro un centro del ministero della Difesa a Isfahan, nell’Iran centrale, per conto del Mossad. Condannati a morte nel settembre 2023, sono stati impiccati all’alba di oggi. Secondo Amnesty International, che definisce le quattro vittime come “dissidenti curdi iraniani”, la condanna a morte è stata pronunciata “al termine di un processo segreto e manifestamente ingiusto” in cui gli imputati sono stati costretti a “confessare in in tv”.

Ore 17.00 – La Germania si oppone al ritorno degli insediamenti israeliani a Gaza – La Germania è contraria al ritorno degli insediamenti israeliani nella striscia di Gaza, come prospettato ieri da una conferenza tenuta a Gerusalemme alla presenza di diversi ministri e deputati dello Stato ebraico. “Berlino respinge ogni considerazione riguardante un possibile insediamento israeliano a Gaza e qualsiasi forma di ricollocazione della popolazione palestinese”, si legge in una nota diramata oggi dal ministero degli Esteri tedesco. Si tratterebbe, secondo il governo di Berlino, di “un aggravamento del conflitto attuale e di una violazione del diritto internazionale”.

Ore 16.00 – Siria, Osservatorio: “7 morti in un attacco israeliano a Damasco” – Almeno 7 persone, compreso un numero imprecisato di combattenti filo-iraniani, sono state uccise oggi nel corso di un attacco israeliano a sud di Damasco. Lo ha annunciato l’Osservatorio siriano per i diritti umani, secondo cui “tre missili israeliani hanno preso di mira una base di Hezbollah e delle Guardie rivoluzionarie” di Teheran “nel quartiere di Sayeda Zeinab”.

Ore 15.00 – La Spagna mantiene i rapporti con l’Unrwa – La Spagna manterrà i suoi rapporti con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), nonostante le accuse riguardanti il ​​presunto coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti negli attentati del 7 ottobre in Israele- Lo ha annunciato oggi in Parlamento il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares. “Non cambieremo il nostro rapporto con l’Unrwa”, che è “un’agenzia delle Nazioni Unite essenziale per alleviare la situazione umanitaria” a Gaza.

Ore 13.00 – Anche la Romania sospende congela i fondi all’Unrwa – La Romania ha sospeso i pagamenti volontari all’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Lo ha annunciato oggi il ministero degli Esteri di Bucarest, che diventa così il 15esimo Paese ad aver congelato i fondi all’ente dell’Onu in attesa di un’indagine approfondita sulle accuse rivolte da Israele ad alcuni suoi dipendenti, sospettati di essere coinvolti nell’attacco di Hamas del 7 ottobre contro Israele. “Esprimiamo la nostra piena fiducia che l’indagine delle Nazioni Unite chiarirà la situazione il prima possibile”, si legge in una nota del ministero citata dall’agenzia di stampa Reuters. “Fino alla conclusione dell’indagine, il ministero non erogherà alcun nuovo contributo volontario all’UNRWA”.

Ore 09.00 – L’Austria sospende i finanziamenti all’Unrwa – Il ministero degli Esteri austriaco ha dichiarato questa mattina che “tutti gli ulteriori pagamenti all’Unrwa (l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) saranno temporaneamente sospesi in coordinamento con i partner internazionali”, in seguito alle accuse di un coinvolgimento di suoi impiegati nel massacro del 7 ottobre. Lo riporta  il Kronen Zeitung. “Le Nazioni Unite devono mantenersi al di sopra delle critiche nell’interesse della propria credibilità”, ha sottolineato il Ministero in un comunicato. E’ necessaria è una “indagine ampia, rapida e completa. Le accuse sono scioccanti”.

Ore 08.00 – Biden: “Risponderemo all’attacco contro i militari Usa” – “Abbiamo avuto una brutta giornata ieri in Medio Oriente e risponderemo”: lo ha detto il presidente Usa Joe Biden a margine di un evento elettorale in South Carolina rispondendo ad una domanda sull’attacco in Giordania nel quale sono morti tre soldati americani. Il presidente ha quindi chiesto un minuto di silenzio alla folla riunitasi nella banquet hall di una chiesta battista.

Ore 07.00 – Iran, “estranei all’attacco contro militari Usa in Giordania” – L’Iran smentisce di essere coinvolto nell’attacco di droni costato la vita ieri a tre soldati statunitensi in Giordania. “Queste accuse – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Nasser Kanaani, citato dall’agenzia Irna – sono mosse con un obiettivo politico volto a ribaltare la realtà della regione”.

Ore 06.00 – Papa Francesco: “A Gaza è urgente il cessate il fuoco globale” – A Gaza “è urgente un cessate il fuoco globale: non ci stiamo accorgendo, o facciamo finta di non vedere, che siamo sull’orlo dell’abisso”. Lo dice in un’intervista esclusiva a La Stampa Papa Francesco. “Adesso il conflitto si sta drammaticamente allargando – aggiunge -. C’era l’accordo di Oslo, tanto chiaro, con la soluzione dei due Stati. Finché non si applica quell’intesa, la pace vera resta lontana”. Il pontefice teme più di tutto “l’escalation militare” Però “allo stesso tempo in questo momento coltivo un po’ di speranza, perché si stanno svolgendo riunioni riservate per tentare di arrivare a un accordo”. Una tregua sarebbe già un buon risultato”. Rispetto al ruolo di mediazione della Chiesa “una figura cruciale è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. È un grande. Si muove bene”. Invece sul fronte Ucraina, il Cardinale Zuppi, “sta attuando una costante e paziente opera diplomatica per mettere da parte le conflittualità e costruire un’atmosfera di riconciliazione”.

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