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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Ue, ministro israeliano propone isola artificiale davanti a Gaza: gelo dei colleghi europei. Raid su Khan Yunis, almeno 50 morti | DIRETTA

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Raid su Khan Yunis, almeno 50 morti. Mezzaluna rossa: “Attaccati ospedali”. Israele, parenti degli ostaggi fanno irruzione nella Knesset. Netanyahu incontra familiari ostaggi: "Nessuna proposta da Hamas"

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 22 gennaio

Continuano i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza mentre a Bruxelles oggi si tiene il Consiglio Esteri dell’Unione europea. Dura la replica dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, al no del primo ministro israeliano a uno stato palestinese: “Inaccettabile opporsi alla soluzione dei due stati”, il giudizio di Borrell, che ha chiesto: “Qual è la loro soluzione? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni”. Nonostante le critiche, Netanyahu continua a ribadire la sua contrarietà alla soluzione dei due stati, rivendicando di aver impedito la nascita di uno stato palestinese. “Finché sarò primo ministro, continuerò a insistere su questa linea”, ha detto ieri sera. Il capo del governo israeliano ha inoltre respinto le richieste di Hamas per la liberazione degli ostaggi, definendole condizioni per una “resa”. A Gaza intanto il bilancio dal 7 ottobre ha superato le 25mila vittime di cui, secondo l’Onu, almeno 16.000 sono donne e bambini. Negli attacchi di Hamas del 7 ottobre hanno perso la vita 1.139 israeliani. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 22 gennaio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

DIRETTA

Ore 18.30 – Houti: “Se gli europei ci attaccano i loro interessi saranno obiettivi legittimi” – “Consigliamo ai Paesi europei di non partecipare all’aggressione contro lo Yemen perché le loro flotte e i loro interessi saranno un obiettivo legittimo delle nostre forze armate ovunque le nostre mani potranno raggiungerli”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos il membro dell’ufficio politico degli Houti, Mohammed al-Bukhaiti, nel giorno in cui il Consiglio Affari Esteri (Cae) a Bruxelles discute del via libera alla missione navale Ue per proteggere i mercantili. L’esponente degli Houti affronta poi la domanda se i ribelli temono gli attacchi occidentali e per quanto tempo pensano di potervi resistere. Gli Houti “hanno paura solo di Dio perché la nostra posizione è morale e umanitaria e perché confidiamo nella giustizia della nostra causa. Siamo quindi pronti a combattere fino al Giorno della Resurrezione” del 12mo imam, replica al-Bukhaiti, ricordando che “non è la prima volta che l’America e la Gran Bretagna ci attaccano.

Ore 16.30 – Khan Yunis, all’ospedale Nasser si scavano tombe – Intorno all’ospedale Nasser a Khan Yunis, nel sud della striscia di Gaza, si stanno scavando tombe per seppellire le vittime dagli ultimi attacchi israeliani. Lo mostrano foto pubblicate da Associated Press e Reuters. Per chi si trova all’interno dell’ospedale, pieno di feriti, è troppo pericoloso avventurarsi all’esterno. Secondo la Mezzaluna rossa palestinese, nelle ultime ore diversi attacchi e bombardamenti si sono verificati nella zona intorno al Nasser, come avvenuto anche intorno ad altri ospedali nel sud della striscia.

Ore 16.10 – Libano, Jumblatt: “Colloqui con Nasrallah e Berri per evitare escalation con Israele” – Il più importante leader druso in Libano, Walid Jumblatt, ha affermato che sono in corso colloqui sia con il capo di Hezbollah, Hassan Nasrallah, che con il presidente del parlamento libanese, Nabih Berri, con l’obiettivo di prevenire una guerra totale con Israele. Il timore è che gli scontri tra Israele e Hezbollah possano espandersi, con conseguenze devastanti per il paese. Berri in particolare ha dichiarato al quotidiano Al Joumhouria che il Libano non deve essere trascinato in una guerra con Israele “secondo il suo calendario”.

Ore 15.50 – Ue, ministro Esteri palestinese sull’isola artificiale proposta da Israele: “Che ci vadano loro” –  Il ministro degli Esteri palestinese, Riyad Al-Malki, respinge al mittente l’ipotesi israeliana di costruire un’isola artificiale per ospitare i palestinesi da Gaza. “Non abbiamo bisogno di nessuna isola, né naturale né artificiale. Resteremo nel nostro paese. La terra di Palestina è nostra, di nostra priorità e vi resteremo. E non permetteremo a nessuno di pensare il contrario. Chi vuole partire per abitare in isole artificiali o naturali, ci può andare. Noi, i proprietari di questa terra, ci resteremo e resisteremo per restarci, per i nostri diritti, per avere lo Stato palestinese con capitale Gerusalemme Est”, ha spiegato Al-Malki in un punto stampa a margine del Consiglio esteri a Bruxelles.

Ore 15.30 – Ue, ministro israeliano propone un’isola artificiale davanti a Gaza. Gelo degli europei – Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, nel corso del suo intervento al Consiglio Ue, ha rilanciato l’idea di costruire un’isola artificiale davanti a Gaza, dove costruire il porto e altre strutture fondamentali, mostrando ai colleghi anche dei video. Lo riporta l’Ansa citando diverse fonti qualificate a Bruxelles. Katz, sostengono fonti europee, avrebbe ventilato l’ipotesi che su questa isola i palestinesi di Gaza potrebbero anche andare a vivere. L’idea risale al 2017, quando Katz era ministro dei Trasporti. Gelo dalla quasi totalità dei ministri europei, che hanno ignorato la proposta israeliana nel giro di tavolo.

Ore 15.20 – “Sventato attacco dell’Isis a Gerusalemme, due arresti” – La polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme due uomini sospettati di legami all’Isis. I due arrestati, di 19 e 20 anni, sono originari di Gerusalemme Est e sono stati arrestati nelle loro case a Ras al-Amud. Secondo una nota congiunta della polizia israeliana e del servizio di sicurezza Shin Bet, hanno acquistato agenti chimici per realizzare ordigni da utilizzare contro i civili e le forze della sicurezza a Gerusalemme. Secondo quanto riporta Times of Israel, avevano intenzione di tentare di far esplodere un camion vicino alla Knesset. Lo afferma la denuncia che ha portato al loro fermo, precisando che “nei loro obiettivi e piani, gli imputati volevano effettuare un attacco terroristico facendo esplodere un camion pieno di bombole di gas vicino alla Knesset, nel tentativo di uccidere quanti più ebrei possibile e creare danni di massa”.

Ore 15.10 – Ben Gvir: “Se la guerra finisce il governo cade” – Il ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben-Gvir ha dichiarato che se la guerra dovesse finirà cadrà anche il governo. Il leader di estrema destra lo ha detto durante una riunione del suo partito, Otzma Yehudit. Il messaggio è rivolto al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che da settimane è sottoposto a pressioni da parte degli alleati internazionali per mettere fine al conflitto a Gaza, di fronte all’altissimo numero di morti tra i civili.

Ore 14.50 – Il Belgio si offre di organizzare la conferenza internazionale di pace su Gaza – Il Belgio, attuale presidente di turno della Ue, si offre di organizzare la conferenza internazionale su Gaza per far avanzare la soluzione dei due Stati, proposta dalla Spagna. In dichiarazioni rilasciate a margine del Consiglio affari esteri a Bruxelles, la ministra degli Esteri belga, Hadja Labib ha detto: “Speriamo di poter organizzare qui in un futuro non troppo lontano una conferenza di pace che possa rilanciare realmente il dialogo politico”. L’iniziativa era stata lanciata al vertice europeo di ottobre dal premier spagnolo Pedro Sanchez, all’epoca presidente di turno della Ue.

Ore 14.20 – Tajani: “Oggi ok sostanziale alla missione nel mar Rosso” – “Noi stiamo proponendo assieme a Francia e Germania una missione che possa garantire la sicurezza del traffico marittimo. Io mi auguro che si possa già approvare definitivamente la missione nel prossimo Consiglio affari esteri dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi”. Lo ha detto ai cronisti a Bruxelles il ministro degli Esteri Antonio Tajani aggiungendo che per l’Italia la missione nel Mar Rosso “può comprendere” anche la missione Emasoh/Agenor, nello stretto di Hormuz.

Ore 14.10 – Netanyahu: Israele ha una proposta sugli ostaggi – Israele “ha una proposta sugli ostaggi”. Lo ha annunciato Benjamin Netanyahu, che ha tuttavia spiegato di “non poter dire altro”. Il premier, che ha incontrato alla Knesset alcuni rappresentanti delle famiglie degli ostaggi, ha aggiunto che “contrariamente a quanto è sostenuto non c’è una proposta sincera da parte di Hamas”. “Voglio dirlo nella maniera più esplicita, anche perché ci sono molte notizie non corrette che di sicuro vi causano dolore”. Il primo ministro israeliano ha addossato a Hamas la piena responsabilità del mancato ritorno degli ostaggi, dicendo che non ha formulato “alcuna proposta concreta di accordo” per la liberazione dei rapiti. “Nonostante ciò che si dice, non esiste una vera proposta di Hamas”, ha detto Netanyahu nell’incontro con i parenti degli ostaggi dopo che alcuni familiari hanno fatto irruzione nel parlamento israeliano.

Ore 14.00 – Gallant: “No al cessate il fuoco con Hezbollah se non ci saranno le condizioni di sicurezza” – Non ci sarà alcun cessate il fuoco nel nord di Israele, al confine con il Libano, fino a quando non ci saranno le condizioni di sicurezza tali da permettere il ritorno degli sfollati. Lo ha chiarito il ministro israeliano della Difesa, Yoav Gallant, incontrando a Tel Aviv il suo omologo francese Sebastien Lecornu. “Anche se Hezbollah cessasse il fuoco unilateralmente, Israele non cesserà il fuoco finché non vedrà garantito il ritorno sicuro degli abitanti del nord al paese”, ha detto. Gallant ha aggiunto che “Israele preferisce porre fine al conflitto con Hezbollah raggiungendo una soluzione politica. Ci stiamo però preparando a creare una situazione sicura per il ritorno dei residenti, anche attraverso mezzi militari”.

Ore 13.30 – Khan Yunis: “Attaccato ospedale di al-Khair, arrestati operatori sanitari” – Le truppe israeliane hanno preso d’assalto l’ospedale al-Khair e hanno arrestato gli operatori sanitari. Lo ha detto a Reuters il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf al Qidra. Le truppe israeliane sono avanzate per la prima volta nel distretto di al-Mawasi, a ovest di Khan Younis, la principale città nel sud di Gaza, dove si trova l’ospedale.

Ore 13.20 – Netanyahu incontra familiari di 15 ostaggi – Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, sta incontrando a Gerusalemme i familiari di 15 persone tenute in ostaggio da Hamas nella Striscia di Gaza. Lo riporta il quotidiano israeliano Haaretz. L’incontro avviene in un momento particolarmente complesso per il governo israeliano, nel giorno in cui decine di parenti di ostaggi hanno fatto irruzione nella Knesset impedendo ai deputati di sedersi e di partecipare ai lavori e chiedendo a gran voce le dimissioni di Netanyahu.

Ore 13.10 – Israele effettua raid aerei e lancia colpi di artiglieria nel sud del Libano – L’aviazione israeliana ha lanciato una serie di raid nelle vicinanze delle città di Taybeh, Marwahin, Shihin e Tair Harfa nel Libano meridionale. Lo riporta al Jazeera, secondo cui sono stati lanciati munizioni incendiarie contro le città di Kafr Kila e Al-Adisa. In risposta sono stati lanciati missili contro un sito militare israeliano nel nord del paese.

Ore 13.00 – Israele, presentata mozione di sfiducia contro Netanyahu – Il parlamento israeliano si riunirà presto per discutere una mozione di sfiducia contro Benjamin Netanyahu e il suo governo. La mozione è stata presentata dal partito laburista in reazione al fallimento del governo nel riportare indietro i prigionieri detenuti a Gaza. In un comunicato, il partito ha affermato che decine di israeliani sono detenuti da 108 giorni e le loro vite sono in imminente pericolo. “Sotto questo governo sono stati abbandonati e rapiti. È questo governo che non sta prendendo le decisioni necessarie per salvarli e riportarli tutti a casa adesso. Ci aspettiamo che tutte le fazioni dell’opposizione sostengano la mozione di sfiducia e chiedano al governo di rispondere alle domande che non permettono a nessun cittadino dello stato di Israele di dormire in pace”.

Ore 12.50 – Italia-Francia-Germania: “Massima efficacia per la missione Ue nel Mar Rosso” – Italia Francia e Germania presenteranno oggi al Consiglio Ue affari esteri un documento sulla sicurezza e la libertà di navigazione nel Mar Rosso, per assicurare la massima efficacia della futura missione Aspides (che dovrebbe essere lanciata a febbraio), invitando ad appoggiarsi all’esperienza e alle strutture dell’operazione Agenor. Lo riporta Lapresse citando fonti diplomatiche Ue.

Ore 12.40 – Mezzaluna rossa, ospedale di Khan Yunis sotto attacco – Nebal Farsakh, portavoce della Mezzaluna rossa palestinese ha detto ad Al Jazeera che l’ospedale Nasser di Khan Yunis, come gli altri ospedali nel sud di Gaza, è sotto attacco. “Questa non è la prima volta. [Nelle ultime settimane] si sono verificati diversi attacchi e bombardamenti nella zona dell’ospedale El Amal a Khan Younis. Abbiamo avuto attacchi diretti al quartier generale della Mezzaluna rossa palestinese con bombardamenti di artiglieria, che hanno distrutto tre piani e ucciso almeno sette persone all’interno dell’edificio”, ha detto Farsakh da Ramallah, aggiungendo che entrambe le strutture sono sotto attacco e stanno subendo un blackout nelle comunicazioni. Le ambulanze non sono state in grado di rispondere alle chiamate dei feriti nella zona. “La situazione lì è estremamente pericolosa, si sentono forti bombardamenti nella zona. Chiunque cerchi di uscire o semplicemente di camminare per strada viene preso di mira”.

Ore 12.30 – Khan Yunis: “Almeno 50 morti dopo attacco israeliano” – Almeno 50 persone sarebbero rimaste uccise, e 100 ferite, in un attacco israeliano a Khan Yunis. Lo ha comunicato alla Reuters il portavoce del ministero della Sanità di Gaza, Ashraf Al-Qidra. “Crediamo che molti altri morti siano intrappolati sotto le macerie, l’area è stata occupata dalle forze di invasione (israeliane) e i team medici non possono raggiungerli”, ha detto.

Ore 12.10 – Israele, parenti degli ostaggi fanno irruzione nella Knesset – Decine di parenti di ostaggi detenuti da Hamas nella Striscia di Gaza hanno fatto irruzione in una riunione della commissione finanze del parlamento israeliano, o Knesset, urlando “Non vi siederete qui mentre loro stanno morendo lì!”. I manifestanti hanno interrotto la sessione chiedendo le dimissioni del primo ministro Netanyahu e invocando nuove elezioni.

Ore 12.00 – Iran, ministro Esteri visiterà Pakistan il 29/1 – Il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, visiterà il Pakistan il 29 gennaio. Lo ha detto il ministero degli Esteri di Teheran, secondo cui i paesi riprenderanno le normali relazioni il 26 gennaio. La settimana scorsa, l’Iran ha bombardato il Pakistan come parte della risposta all’attentato del 3 gennaio a Kerman. Il Pakistan ha risposto a sua volta ai raid bombardando una regione di confine. Il ministero degli Esteri pakistano ha affermato che gli attacchi sono stati effettuati grazie a “intelligence credibile di imminenti attività terroristiche su larga scala” da parte di separatisti che hanno trovato rifugio all’interno dei confini dell’Iran.

Ore 11.30 – A Bruxelles i ministri degli Esteri di Israele e Palestina – Oggi i ministri degli Esteri di Israele e dell’Autorità nazionale palestinese incontreranno la loro controparte dell’Unione Europea. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz e il ministro degli Esteri palestinese Riyadal-Maliki parteciperanno separatamente a un incontro dei ministri degli Esteri dell’Ue a Bruxelles, dedicato in gran parte al Medio Oriente ma che farà anche il punto sulla guerra in Ucraina. Parteciperanno anche i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e Giordania e il segretario generale della Lega degli Stati arabi mentre l’incontro si concentrerà sulle conseguenze degli attacchi del 7 ottobre contro Israele da parte del gruppo militante palestinese Hamas da Gaza e sulla risposta militare di Israele. Al centro del piano dell’Ue c’è l’appello per una “conferenza preparatoria di pace” che sarà organizzata da Ue, Egitto, Giordania, Arabia Saudita e Lega degli Stati arabi, con gli Stati Uniti e le Nazioni Unite invitati a convocare l’incontro.

Ore 11.20 – Iran: attacchi della settimana scorsa erano “un messaggio” – Gli attacchi missilistici contro Iraq, Siria e Pakistan compiuti dall’Iran la scorsa settimana erano un messaggio. “Si è trattato di un atto decisivo contro coloro che minacciano l’Iran. Coloro che avrebbero dovuto ricevere il messaggio dell’Iran lo hanno sicuramente ricevuto”, ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Naser Kanaani, durante una conferenza stampa a Teheran, limitandosi ad affermare che Teheran “è sensibile alla sua sicurezza nazionale e alla sicurezza dei suoi cittadini”. Kanaani ha poi inviato un messaggio a Israele in riferimento alla morte, sabato, di cinque membri della Guardia rivoluzionaria, tra cui due generali, in Siria, in un attacco di cui Teheran ha attribuito la colpa allo Stato ebraico: “I crimini sionisti non rimarranno impuniti. L’Iran risponderà a modo”, ha detto.

Ore 11.10 – Gaza, 25.295 palestinesi uccisi da inizio guerra – Sale ancora il bilancio degli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza. Dall’inizio della guerra, sono stati uccisi 25.295 palestinesi, secondo il ministero della Sanità locale, mentre i feriti sono oltre 63.000. Il bilancio comprende 190 persone uccise e 340 ferite nelle ultime 24 ore, ha aggiunto il ministero.

Ore 10.50 – Siria, sale a 13 uccisi il bilancio del raid di Israele su Damasco – È salito a 13 il numero delle persone uccise sabato scorso in Siria, nella capitale Damasco, nel raid aereo attribuito a Israele. Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria secondo cui ai cinque pasdaran iraniani, tra cui tre alti ufficiali, si aggiungono quattro rappresentanti siriani di unità combattenti filo-iraniane, due esponenti libanesi di Hezbollah e un capo milizia iracheno. A questi militari si aggiunge un civile siriano. Il raid israeliano è avvenuto nel quartiere residenziale di Mezze, a ovest del centro storico di Damasco e una delle zone più benestanti della capitale.

Ore 10.30 – Giordania: “Israele sta condannando la regione a anni di conflitto” – “Ci aspettiamo che l’Ue chieda un cessate il fuoco e lavori con noi per raggiungere un piano concreto per la soluzione a due stati, il momento è ora”. Lo ha detto Ayman Hussein Abdullah Al Safadi, ministro degli Esteri giordano. “Israele con la sua politica sta condannando la regione ad anni di conflitto: il mondo è per la soluzione a due stati e Israele sta sfidando la comunità internazionale, è ora di prendere delle misure, la pace va imposta”, ha aggiunto.

Ore 10.00 – Usa: “Risponderemo ad attacco base Iraq” – Gli Stati Uniti hanno dichiarato che risponderanno a un attacco con missili balistici contro una base che ospita truppe americane in Iraq. Il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jon Finer, ha dichiarato ad ABC News che l’uso dei missili balistici “rappresenta una vera minaccia”. “Risponderemo… per stabilire un deterrente in queste situazioni e per ritenere responsabili questi gruppi che continuano ad attaccarci”, ha detto Finer. L’attacco contro la base aerea di Ain al-Assad nella tarda serata di sabato ha causato feriti. L’uso di missili balistici segna un’escalation perché in precedenza erano state usate armi meno potenti. “Potete essere certi che stiamo prendendo la questione estremamente sul serio”, ha detto Finer.

Ore 9.40 – Germania: soluzione a due Stati è l’unica soluzione – “Per quanto sia urgente alleviare le gravi sofferenze e liberare finalmente tutti gli ostaggi vivi, è ancora più importante chiarire che Israele può vivere in sicurezza solo quando i palestinesi potranno vivere in sicurezza con dignità. E i palestinesi possono vivere in dignità, in sicurezza, in libertà solo se Israele vive in sicurezza. Ecco perché la soluzione dei due Stati è l’unica soluzione e coloro che non ne vogliono sapere non hanno ancora proposto alcuna altra alternativa. E la pace potrà esserci solo se ci sarà pace per tutti i popoli della regione”. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca, Annalea Baerbock, al suo arrivo al Consiglio Esteri a Bruxelles.

Ore 9.30 – Spagna appoggia la soluzione “due Stati” – “La Spagna è pienamente favorevole a fare un passo avanti e a non parlare semplicemente della soluzione dei due Stati. La soluzione dei due Stati è pienamente accettata dalla comunità internazionale, è ora di parlare della materializzazione dei due Stati e della materializzazione di uno Stato palestinese”. Lo ha dichiarato il ministro spagnolo degli Affari esteri, Jose Manuel Albares Bueno, al suo arrivo al Consiglio degli Affari esteri dell’Ue. “A nome della Spagna chiederò un cessate il fuoco permanente; mi esprimerò a favore del riconoscimento internazionale e di tutta la comunità internazionale di uno Stato palestinese, che è l’unica garanzia di sicurezza e stabilità per Israele, per la Palestina e i palestinesi e per tutto il Medio Oriente; chiederò anche l’accesso senza limitazioni e senza restrizioni agli aiuti umanitari e solleverò ancora una volta la proposta spagnola, che è la proposta europea in seno al Consiglio europeo dei 27, di una conferenza di pace che serva ad attuare la soluzione a due Stati, che serva a creare uno Stato palestinese realistico e vivibile”, ha sottolineato.

Ore 9.20 – Irlanda: inaccettabile no Netanyahu a due Stati – “Le dichiarazioni del primo ministro Netanyahu sono inaccettabili e non contribuiscono in alcuno modo al processo di pace. Deve ascoltare la maggioranza delle persone al mondo che vuole la pace e vuole la soluzione a due Stati sulle basi che è la soluzione a due Stati è la garanzia per la sicurezza di Israele e dei palestinesi”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri irlandese, Micheál Martin, al suo arrivo al Consiglio Esteri. “Non ci sono alternative sul tavolo alla soluzione a due Stati che sia sostenibile e permetta una pace sostenibile nel futuro”, ha aggiunto.

Ore 9.00 – Mezzaluna rossa, forze israeliane stanno “assediando” centro ambulanze – La Mezzaluna rossa palestinese ha affermato che i suoi mezzi non sono in grado di raggiungere i feriti a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, poiché le forze israeliane stanno “assediando” il centro ambulanze “prendendo di mira chiunque tenti di spostarsi nell’area”. In precedenza la Mezzaluna rossa aveva detto che i carri armati israeliani si stavano avvicinando all’ospedale della città di al-Amal a Khan Yunis e che, a causa dell’offensiva, era stato perso ogni contatto con la squadra nell’area.

Ore 8.40 – Borrell: “Inaccettabile opporsi alla soluzione dei due Stati. Quale è la soluzione di Israele? Ucciderli tutti?” – “D’ora in poi si deve parlare di soluzione a due Stati e non di processo di pace, le parole sono importanti”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Affari Esteri. “So che Israele non è d’accordo ma è inaccettabile, come ha detto il segretario generale dell’Onu. Quindi dobbiamo discutere. Qual è la loro soluzione? Cacciare la gente da Gaza? Ucciderli tutti? Israele sta suscitando odio per generazioni”, ha precisato. “Hamas è uno degli ostacoli alla soluzione a due Stati, ma non il solo. Dobbiamo lavorare con il mondo arabo e discutere fra noi gli approcci per ottenere passi avanti”.

Ore 8.30 – Borrell su Gaza: “Non è il modo di condurre un’operazione militare. Vittime civili, quando è troppo è troppo” – “La situazione umanitaria a Gaza non potrebbe essere peggiore, non c’è cibo, medicine e le persone sono sotto le bombe. Alcuni ministri accettano che ci siano troppe vittime civili, ma quando troppo è troppo? Oggi parleremo anche di questo”. Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Affari esteri. “Non è il modo di condurre un’operazione militare, e lo dico nel rispetto delle vittime del 7 ottobre”, ha aggiunto.

Ore 8.00 – Attacchi nella notte a Khan Yunis nel sud di Gaza – L’esercito israeliano ha bombardato Khan Yunis, il nuovo epicentro della guerra a Gaza. Testimoni hanno riferito di attacchi che hanno causato vittime durante la notte a Khan Yunis, la più grande città nel sud di Gaza, e di aspri combattimenti tra soldati israeliani e militanti di Hamas.

 

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