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Home » Esteri

Guerra Israele-Hamas, si tratta ancora per gli ostaggi. La Cina è pronta a lavorare per la pace in Medio Oriente | DIRETTA

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La diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, lunedì 20 novembre

Israele, Hamas e Stati Uniti continuano a trattare per una tregua di cinque giorni in cambio della liberazione di decine di donne e bambini ostaggi a Gaza: l’indiscrezione, lanciata dal Washington Post, è stata confermata anche dalla tv israeliana. La Casa Bianca, dal canto suo, attraverso le parole della portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson, ha fatto sapere: “Non abbiamo ancora raggiunto un accordo, ma continuiamo a lavorare duro per arrivarci”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, lunedì 20 novembre 2023, sulla guerra tra Israele e Hamas.

S&D
DIRETTA

Ore 18,05 – Hamas aggiorna il bilancio dei morti a Gaza: “Sono 13.300” – Secondo Hamas, il numero dei morti a Gaza dall’inizio delle operazioni militari di Israele nella Striscia è arrivato a 13.300; di questi, 5.600 sarebbero bambini. I dati diffusi da Hamas non possono essere verificati in modo indipendente.

Ore 18,00 – Biden è convinto che un accordo sugli ostaggi sia vicino – Il presidente degli Stati Uniti ha ribadito oggi di credere che un accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas a Gaza sarà raggiunto presto. Lo riporta l’agenzia Reuters.

Ore 17,20 – Hezbollah, lanciati sette droni contro caserme israeliane – La tv al Manar degli Hezbollah libanesi afferma che dal sud del Libano sono stati lanciati dagli stessi combattenti libanesi 7 droni armati contro caserme e postazioni militari israeliane, a ridosso della linea di demarcazione tra i due Paesi, in risposta agli attacchi israeliani in Libano e su Gaza.

Ore 16,00 – Onu, Guterres: “Bambini hanno bisogno di pace” – Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres, ha affermato sche i bambini hanno bisogno di pace. “Guerre, cambiamenti climatici, turbolenze economiche. Crisi dopo crisi, i bambini di tutto il mondo vengono derubati delle loro vite e del loro futuro”, ha scritto in un tweet. “I bambini hanno bisogno di pace, adesso”, ha rimarcato il segretario generale.

Ore 15,00 – Israele: “Troveremo ogni terrorista di Hamas, non importa il tempo” – “Il primo ministro Netanyahu è stato chiaro. Ogni terrorista di Hamas è un uomo morto che cammina. Li troveremo, non importa quanto tempo ci vorrà. E consegneremo alla giustizia i mostri che il 7 ottobre hanno bruciato, decapitato, rapito, torturato, mutilato e violentato centinaia e centinaia di israeliani. Li consegneremo alla giustizia e gliela faremo pagare”. Lo sottolinea in un’intervista all’Adnkronos il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy.

Ore 14,00 – Portavoce governo Israele: “Oms, Croce Rossa e Onu complici Hamas su uso ospedali” – “Per anni l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la Croce Rossa e tutte le altre agenzie delle Nazioni Unite hanno nascosto l’uso sistematico degli ospedali da parte di Hamas come scudi, mettendo a repentaglio il loro status protetto dal diritto internazionale. Questo era il più grande segreto di Pulcinella della Striscia di Gaza. Per anni non hanno detto nulla e ora chiediamo che ne rispondano a livello internazionale”. Lo afferma in un’intervista all’Adnkronos il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, sottolineando che lo Stato ebraico ha presentato “prove incontrovertibili” che Hamas abbia utilizzato l’ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, come base per “attività militari”.

Ore 13,00 – Oms: “A Gaza muore un bambino ogni dieci minuti” – “I bambini di Gaza stanno pagando il prezzo più alto della guerra” tra Israele e Hamas, mentre “hanno bisogno di sicurezza, pace e servizi”. Lo denuncia l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) nella Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, ribadendo quanto aveva denunciato il suo direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus: “a Gaza muore un bambino ogni dieci minuti”. L’Oms denuncia quindi la “mancanza di cibo e acqua, case, scuole e ospedali sotto bombardamento” nella Striscia di Gaza.

Ore 12,00 – Haaretz: “Il capo di Hamas Sinwar è l’incognita sul negoziato per gli ostaggi” – Il negoziato sugli ostaggi in mano ad Hamas si sta definendo attorno ad una proposta di liberazione di almeno 50 fra donne e bambini, ma fino all’ultimo non vi è nessuna certezza. Il gabinetto di guerra israeliano ne ha ancora parlato in una riunione la scorsa notte. E una delle principali incognite, scrive oggi Haaretz, è Yahia Sinwar, il capo di Hamas nella Striscia di Gaza.

Ore 10,00 – Iran: “Se Israele non viene fermata la regione cambierà” – Il ministro degli Esteri dell’Iran, Hossein Amirabdollahian ha affermato che la situazione nella regione cambierà se gli attacchi di Israele non verranno fermati. “Abbiamo assistito alla prima fase di espansione della portata della guerra da parte dei gruppi di resistenza che prendono da soli le proprie decisioni e, se i possibili scenari per fermare i crimini dei sionisti non si realizzeranno, probabilmente assisteremo a una nuova situazione in la regione”, ha detto Amirabdollahian, come riporta il governo di Teheran.

Ore 7,30 – Media, 8 morti in raid su ospedale Indonesiano nel nord di Gaza – Secondo media palestinesi almeno otto persone sono state uccise all’ospedale Indonesiano, nel nord di Gaza: le forze israeliane avrebbero bombardato e circondato la struttura medica. Tra le vittime ci sarebbero pazienti e persone in cerca di riparo. I notiziari locali affermano che è andata via la corrente nel nosocomio e che le forze israeliane sparano a chiunque cerchi di lasciare la struttura.

Ore 7,00 – Cina pronta a lavorare per la pace in Medio Oriente – La Cina è disposta a lavorare per aiutare a “ristabilire la pace in Medio Oriente il prima possibile”. Lo dice il ministro degli Esteri Wang Yi, nel discorso di apertura tenuto a Pechino in occasione dell’incontro con una delegazione di diplomatici provenienti da Paesi arabi e a maggioranza musulmana. Presenti i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Giordania, Indonesia, Egitto, Palestina e il segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione islamica.

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