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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. L’Iran minaccia l’uso di un’arma “mai usata prima”. L’Onu: “Sono 10mila le donne uccise a Gaza dall’inizio della guerra, 19 mila gli orfani” | DIRETTA

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Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, martedì 16 aprile

L’Iran “non ha avuto altra scelta che esercitare il proprio diritto all’autodifesa”. Lo ha detto l’ambasciatore di Teheran all’Onu, Saed Iravani, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. Israele, dal canto suo, ha discusso nel gabinetto di guerra convocato dal primo ministro Netanyahu in quale modo rispondere a Teheran. Secondo i media locali, si sarebbe deciso di rispondere in modo “doloroso” ma senza scatenare una guerra regionale. Di seguito le ultime notizie di oggi, martedì 16 aprile 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas e la crisi in corso in Medio Oriente.

S&D
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Ore 18,00 – L’Onu: “10mila donne uccise a Gaza in sei mesi di guerra” – “A sei mesi dall’inizio della guerra, 10mila donne palestinesi a Gaza sono state uccise, tra cui circa seimila madri, lasciando 19mila bambini orfani”. E’ quanto si legge in un rapporto delle Nazioni Unite, aggiungendo che più di un milione di donne e ragazze palestinesi nella Striscia di Gaza stanno soffrendo una “fame catastrofica”, con quasi nessun accesso al cibo, all’acqua potabile, a servizi igienici funzionanti o all’acqua corrente. “Le donne sopravvissute ai bombardamenti soffrono quotidianamente la fame, le malattie e hanno una paura costante. La guerra a Gaza è senza dubbio una guerra contro le donne, che stanno pagando un prezzo alto per una guerra che non hanno provocato”, ha affermato Susanne Mikhail, direttrice regionale di Un Women durante una conferenza stampa a Ginevra.

Ore 16,00 – Raisi a Putin: “Risponderemo a Israele in modo più feroce” – Nella sua conversazione telefonica con il leader del Cremlino, Vladimir Putin, il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha ribadito che il suo Paese “risponderà fermamente e in modo più feroce, esteso e doloroso di prima a qualsiasi azione contro gli interessi nazionali”. E’ quanto si legge nella nota diffusa da Teheran sui contenuti del colloquio tra i due leader e diffusa dall’agenzia Irna.

Ore 15,00 – Hagari: “L’Iran non uscirà indenne dal suo attacco” – L’Iran non la passerà liscia per l’attacco di sabato scorso a Israele. Lo ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. “Non possiamo restare fermi – ha aggiunto citato dai media – davanti a questo tipo di aggressione, l’Iran non ne uscirà impunemente”. “Risponderemo – ha detto – al tempo e al posto giusto e nel modo che sceglieremo”.

Ore 14,00 – Putin a Iran, un’escalation sarebbe una “catastrofe” – Il presidente russo Vladimir Putin ha espresso in una telefonata con il presidente iraniano Raisi “la speranza che Iran e Israele esercitino la moderazione per evitare una nuova escalation”. Lo rende noto il Cremlino, come riporta la Tass. Raisi, secondo il Cremlino, ha assicurato a Putin che Teheran non è interessata ad un’ulteriore escalation. “Vladimir Putin ha espresso la speranza che tutte le parti mostrino ragionevole moderazione e impediscano un nuovo round di scontro, carico di conseguenze catastrofiche per l’intera regione”, si legge nella nota del Cremlino diffusa dopo il colloquio. “A questo proposito, sono stati confermati gli approcci di principio di Russia e Iran a favore di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, che allevi la difficile situazione umanitaria e crei le condizioni per una soluzione politica e diplomatica della crisi”, fa sapere la presidenza russa.

Ore 13,00 – Giordania: “Netanyahu non alimenti l’escalation per togliere attenzione da Gaza” – “L’Iran ha risposto all’ attacco all’ambasciata a Damasco. Adesso Netanyahu non alimenti l’escalation rispondendo, e non usi questa situazione per deviare la prospettiva da quello che sta succedendo nella Strisca di Gaza”. Lo ha detto il ministro degli Esteri giordano Ayman Safadi, parlando a Berlino in conferenza stampa con Annalena Baerbock. Safedi ha anche sostenuto che “ci sono molti elementi estremisti nel governo di Netanyahu che devono essere fermati”.

Ore 13,00 – Tajani: “Pronti all’invio truppe se nascesse uno Stato Palestinese” – “Il nostro compito è scongiurare e tranquillizzare le nostre opinioni pubbliche: il governo italiano è fortemente impegnato per la pace, siamo amici di Israele ma vogliamo lavorare per la pace, compreso l’invio eventuale di truppe qualora si volesse creare uno Stato palestinese con forze di altri paesi”. Lo afferma il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un forum all’ANSA.

Ore 9,30 – Media: “Hamas disposto a rilasciare 20 ostaggi per la tregua” – Hamas è ora disposto a rilasciare solo circa 20 ostaggi che rientrano nelle categorie di donne e uomini sopra i 50 anni, in cambio di un cessate il fuoco temporaneo di 6 settimane. È quanto ha riferito un funzionario israeliano al Times of Israel. La proposta è in contrasto con quella avanzata dai mediatori del Qatar, egiziani e americani, che avrebbe previsto la liberazione di 40 ostaggi. “Sinwar non vuole un accordo”, ha aggiunto il funzionario israeliano riferendosi al leader di Hamas, “non gli importa se gli abitanti di Gaza continueranno a soffrire nonostante la straordinaria flessibilità israeliana riguardo a tutte le richieste della proposta americana”.

Ore 9,00 – Il presidente iraniano Raisi promette una risposta “dolorosa” in caso di attacco agli interessi dell’Iran – Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha affermato che il suo Paese risponderebbe in modo ampio e doloroso al minimo attacco agli interessi iraniani. In una telefonata con l’emiro del Qatar, Raisi ha aggiunto che “il sostegno che parte dell’Occidente dà a Israele costituisce motivo di tensione regionale”.

Ore 8,00 – Israele: “Nessun pericolo per Paesi arabi in risposta a Iran” – La risposta all’Iran non metterà in pericolo i Paesi arabi della regione. Questa l’assicurazione – secondo la tv Kan – che Israele ha dato a Egitto, Giordania e agli Stati del Golfo informandoli che la sua azione contro l’Iran sarà effettuata in modo da non coinvolgere loro in una eventuale contro risposta da parte di Teheran. La mossa di Israele è arrivata dopo che i comandanti iraniani hanno minacciato lo Stato ebraico e i suoi alleati di un attacco maggiore se ci fosse stata una reazione armata israeliana ai 300 e passa droni e missili lanciati da Teheran.

Ore 7,00 – Nbc: “Per Usa Israele non colpirà direttamente Iran” – Quattro funzionari statunitensi hanno dichiarato alla Nbc News che un’eventuale risposta israeliana all’attacco iraniano sarà di portata limitata e riguarderà probabilmente attacchi contro armamenti militari iraniani e agli alleati al di fuori dell’Iran. Poiché l’attacco iraniano non ha provocato morti o distruzioni diffuse, secondo i funzionari americani, Israele potrebbe rispondere con una delle sue opzioni meno aggressive: una di queste potrebbe includere attacchi all’interno della Siria. I funzionari non si aspettano che la risposta prenda di mira alti funzionari iraniani, ma che colpisca le spedizioni o le strutture di stoccaggio con parti di missili avanzati, armi o componenti che vengono inviati dall’Iran a Hezbollah.

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