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Guerra Israele-Hamas, le ultime notizie. Israele annuncia massicci raid sul Libano: “Risponderemo con forza”. Vaticano, l’ambasciata israeliana contro Parolin: “La responsabilità dei morti è tutta di Hamas” | DIRETTA

Immagine di copertina
Striscia di Gaza, macerie nella città meridionale di Rafah. Credit: AGF

Trattative Gaza, il governo israeliano non intende inviare una delegazione domani al Cairo. Le famiglie degli ostaggi: "Sentenza di morte". Allarme dell'Onu per Rafah: "Possibile massacro". Il Sudafrica chiede l'intervento della Corte dell'Aia. Tajani: "Noi amici di Israele, ma ora serve la de-escalation". Spagna e Irlanda chiedono all"Ue di verificare se Israele sta rispettando i diritti umani a Gaza

Diretta live della guerra tra Israele e Hamas oggi, mercoledì 14 febbraio

Gli Stati Uniti criticano Israele per i “troppi” civili uccisi nella Striscia di Gaza, mentre Biden chiede di rinunciare all’offensiva su Rafah senza un “piano credibile” per 1,4 milioni di profughi presenti nella cittadina. Anche la Cina chiede di evitare la “catastrofe umanitaria” a Rafah. Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani la reazione di Israele è stata “sproporzionata”. Intanto, secondo Reuters, la Francia ha consegnato a Beirut un piano per la pace tra Israele e Hezbollah. Il leader del movimento filo-iraniano, Hassan Nasrallah: “Piani di pace stranieri fanno solo l’interesse di Israele”. Di seguito tutti gli aggiornamenti di oggi, mercoledì 14 febbraio 2024, sulla guerra tra Israele e Hamas.

S&D
DIRETTA

Ore 20.00 – Netanyanu: “Azione potente a Rafah dopo lo sgombero dei civili” – “Combatteremo fino alla vittoria completa e ciò include un’azione potente anche a Rafah”. Lo ha ribadito il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un messaggio diffuso sui social. “Questo avverrà – ha aggiunto – dopo aver permesso alla popolazione civile di lasciare le zone di battaglia”.

Ore 17.10 – Le famiglie degli ostaggi: “Non andare al Cairo è condanna a morte” – Le famiglie degli ostaggi israeliani hanno definito la decisione attribuita al premier Benjamin Netanyahu di non inviare domani una delegazione al Cairo “una sentenza di morte” per i rapiti. Il Forum delle famiglie ha attaccato la decisione dicendosi “sorpreso” aggiungendo che “sembra che qualcuno dei membri del Gabinetto abbia deciso di sacrificare gli ostaggi”.

Ore 17.00 – Media, Netanyahu duro sui negoziati: “Solo un cambio di posizione di Hamas può portare accordo” – “Il premier Benyamin Netanyahu avrebbe detto che solo un cambio della posizione di Hamas potrà consentire di progredire nei negoziati”. Lo hanno riferito due funzionari israeliani citati da Axios confermando la decisione del premier di non inviare domani una delegazione al Cairo. Secondo le stesse fonti, il premier ritiene che solo una posizione di Israele “molto dura” potrebbe portare ad un accordo.

Ore 16.30 – Al Sisi: “Serve un cessate il fuoco immediato a Gaza” – Il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi ha sottolineato “la necessità di un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza” nel corso della conferenza stampa tenuta al Cairo con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan. “Siamo d’accordo con il presidente Erdogan sulla necessità di attuare un cessate il fuoco immediato a Gaza e di riportare la calma in Cisgiordania per riprendere il processo di pace il prima possibile”, ha detto al Sisi, citato dai media egiziani.

Ore 16.00 – Osservatore romano: “Il diritto di difesa non giustifica la carneficina” – “Per la Santa Sede la scelta di campo è sempre quella per le vittime. E dunque per gli israeliani massacrati in casa nei kibbutz mentre si accingevano a celebrare il giorno della Simchat Torah, per gli ostaggi strappati alle loro famiglie, come per i civili innocenti, un terzo dei quali bambini, uccisi dai bombardamenti a Gaza. Nessuno può definire quanto sta accadendo nella Striscia un ‘danno collaterale’ della lotta al terrorismo. Il diritto alla difesa, il diritto di Israele di assicurare alla giustizia i responsabili del massacro di ottobre, non può giustificare questa carneficina”. È il contenuto di un editoriale in prima pagina sull’Osservatore Romano dopo le parole di ieri del cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin.

Ore 15.30 – L’ambasciata israeliana contro Parolin: “La responsabilità dei morti a Gaza è tutta di Hamas” – “È una dichiarazione deplorevole. Giudicare la legittimità di una guerra senza tenere conto di tutte le circostanze e dati rilevanti porta inevitabilmente a conclusioni errate”. È quanto si legge in un comunicato dell’ambasciata d’Israele presso la Santa Sede, che denuncia le parole del segretario di Stato del Vaticano Cardinale Pietro Parolin sul fatto che la risposta d’Israele al massacro del 7 ottobre sia “sproporzionata”. “La responsabilità della morte e della distruzione a Gaza” è di “Hamas e solo di Hamas”, sottolinea l’ambasciata.

Ore 15.20 – Gantz: “Risponderemo con forza sul Libano” – “Abbiamo vissuto un evento difficile e risponderemo subito con forza. Il governo libanese è responsabile”. Lo ha detto il ministro Benny Gantz riferendosi all’attacco dal Libano che ha provocato la morte di una israeliana e 8 altri feriti a Safed nel nord del paese.

Ore 15.10 – “Israele non invierà nuova delegazione domani al Cairo” – Israele non manderà di nuovo una delegazione domani al Cairo per ulteriori colloqui su un accordo per gli ostaggi con Hamas. Lo riferisce il sito Walla riguardo alle trattative che nella capitale egiziana stanno conducendo Qatar, Egitto e Usa. Secondo la stessa fonte, il problema attuale tra le parti è il numero di detenuti palestinesi che Hamas chiede per liberare gli ostaggi. La delegazione di ieri al Cairo era guidata dal capo del Mossad David Barnea.

Ore 14.40 – Libano: 4 morti negli attacchi israeliani di oggi – Il quotidiano libanese Al-Meyadeen riferisce che una donna e i suoi due figli sono stati uccisi in un attacco israeliano nella città libanese di Souaneh. Al-Manar, che come al-Meyadeen è legato a Hezbollah, riferisce che una persona è stata uccisa anche ad Adchit.

Ore 14.30 – Oms: “Un attacco totale a Rafah sarebbe catastrofe insondabile” – Un’offensiva militare israeliana su vasta scala contro Rafah “amplierebbe ulteriormente il disastro umanitario oltre ogni immaginazione”. Lo afferma Richard Peeperkorn, rappresentante dell’Oms per Gaza e la Cisgiordania, aggiungendo che l’attacco “spingerebbe il sistema sanitario più vicino all’orlo del collasso”. La capacità dell’Organizzazione mondiale della sanità di distribuire aiuti medici a Gaza è fortemente limitata perché molte delle sue richieste di consegna di forniture sono state respinte da Israele, ha affermato Peerperkorn. Solo il 40 percento delle missioni dell’Oms nella parte settentrionale di Gaza sono state autorizzate da novembre e questa cifra è diminuita significativamente da gennaio. “Anche quando non vi è un cessate il fuoco, dovrebbero esistere corridoi umanitari in modo che l’Oms e l’Onu possano svolgere il proprio lavoro”, ha detto ancora Peeperkorn.

Ore 13.40 – Rafah, allarme dell’Onu: “Possibile massacro” – Martin Griffiths, sottosegretario generale delle Nazioni Unite per gli affari umanitari, ha affermato che lo scenario “che temevamo da tempo si sta dipanando a una velocità allarmante”. In un post su X, Griffiths ha scritto che un’operazione israeliana a Rafah potrebbe portare a un “massacro a Gaza”. “Oggi lancio ancora una volta l’allarme: le operazioni militari a Rafah potrebbero portare a un massacro a Gaza. Potrebbero anche rendere moribonda un’operazione umanitaria già fragile”. Griffiths ha affermato che “nessuna quantità di dedizione e buona volontà è sufficiente per mantenere milioni di persone in vita, nutrite e protette – mentre le bombe cadono e gli aiuti vengono impediti”. Ha concluso dicendo che “la nostra risposta umanitaria è a pezzi”.

Ore 13.30 – Israele annuncia attacchi aerei sul Libano – L’esercito israeliano ha annunciato che i jet da combattimento della sua Aeronautica hanno effettuato “estesi raid sul Libano”, sollevando timori di un’escalation tra i due paesi confinanti dopo mesi di scontri a fuoco quotidiani nel contesto della guerra a Gaza. L’esercito non ha fornito ulteriori dettagli per il momento su questi raid, che arrivano dopo che un razzo lanciato dal Libano ha provocato la morte di una donna e il ferimento di altre otto persone questa mattina a Safed.

Ore 13.10 – Khan Yunis: “I palestinesi stanno evacuando l’ospedale Nasser” – I palestinesi hanno iniziato ad evacuare il principale ospedale nella città di Khan Yunis, nel sud di Gaza. Lo riferiscono i media internazionali riportando i video dei medici dall’ospedale Nasser. Settimane di pesanti combattimenti avevano isolato la struttura medica e causato la morte di diverse persone al suo interno. Secondo un giornalista di al Jazeera, l’area intorno all’ospedale si sta trasformando in una “zona di guerra”.

Ore 12.40 – Spagna e Irlanda: “Ue verifichi se Israele rispetta i diritti” – La Spagna e l’Irlanda chiedono alla Commissione Europea di “verificare urgentemente” se Israele sta “rispettando i diritti umani a Gaza”. Lo ha reso noto su X il premier iberico Pedro Sanchez, spiegando che lui stesso e il primo ministro irlandese Leo Varadkar hanno appena inviato una lettera a riguardo a Bruxelles. Madrid e Dublino ricordano inoltre “l’orrore del 7 ottobre” e chiedono “il rilascio di tutti gli ostaggi e un cessate il fuoco immediato” nella zona, ha aggiunto Sanchez.

Ore 12.10 – Abbas invita Hamas a completare gli accordi sugli ostaggi – Hamas “completi rapidamente l’accordo” sugli ostaggi “per risparmiare al nostro popolo palestinese il flagello di un’altra catastrofe dalle conseguenze minacciose, non meno pericolosa della Nakba del 1948”. Lo ha detto il presidente palestinese Mahmud Abbas, citato dalla Wafa, aggiungendo che bisogna “evitare l’attacco dell’occupazione alla città di Rafah, che causerà migliaia di vittime, sofferenze e sfollamenti”. Premettendo che “l’occupazione israeliana sta conducendo una guerra aperta contro la Striscia di Gaza”, Abbas ha aggiunto che occorre “assumersi le nostre responsabilità nel fermare questa guerra globale contro il popolo palestinese”. “Riteniamo tutti responsabili per eventuali ostacoli da parte di qualsiasi parte per interrompere l’accordo, perché le cose non sono più tollerabili ed è tempo che tutti si assumano la responsabilità”. Il presidente palestinese ha poi rivendicato il riconoscimento di “uno stato indipendente di Palestina con Gerusalemme Est come sua capitale” e la “piena adesione alle Nazioni Unite”.

Ore 11.00 – Al Jazeera: “Ospedale Nasser diventato zona di guerra” – La situazione all’ospedale Nasser di Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza, “sta diventando sempre più rischiosa per il personale sanitario e per le centinaia di sfollati che vi hanno trovato rifugio senza un posto sicuro dove andare”. Lo ha dichiarato il giornalista di Al Jazeera Hani Mahmud. “L’esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione severi. Ha già distrutto il cancello nord dell’ospedale e lo ha bloccato con un cumulo di detriti e sabbia. L’area dell’ospedale si è trasformata in una zona di guerra con la stragrande maggioranza degli edifici e delle strade nelle vicinanze distrutte. I soldati sparano a tutto ciò che vedono, compresi un medico e un’infermiera. Ci sono corpi nel cortile. Quelle persone sono state uccise dopo che gli era stato detto di evacuare. Questa situazione è molto dura per le persone all’interno della struttura in questo momento”, ha detto il giornalista che ha denunciato l’assenza di carburante, forniture mediche e ossigeno che impediscono di praticare interventi chirurgici. “È anche risalita l’acqua dalle fognature perché la struttura è rimasta senza elettricità”, ha aggiunto.

Ore 10.40 – Gaza, il bilancio sale a 28.576 vittime –  Almeno 28.576 palestinesi sono stati uccisi e 68.291 feriti negli attacchi israeliani su Gaza dal 7 ottobre. Lo ha detto il ministero della Salute di Gaza secondo cui, nelle ultime 24 ore, sono stati uccisi 103 palestinesi e 145 sono rimasti feriti.

Ore 10.30 – Ben Gvir dopo gli attacchi dal Libano: “Questa è guerra” – “Questi non sono attacchi intermittenti, è guerra”. Lo ha dichiarato sul social X il ministro israeliano della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, dopo l’attacco con razzi lanciato stamane dal Libano contro il nord di Israele che ha provocato almeno un morto e sette feriti. Ben Gvir, riportano i media israeliani, ha esortato il governo a modificare la dottrina militare applicata finora al confine con il paese dei cedri e ha chiesto al primo ministro, Benjamin Netanyahu, di convocare una riunione urgente sulla situazione.

Ore 10.10 – Baerbock in Israele: “Serve una tregua, non l’offensiva a Rafah” – La ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock ha invitato il governo israeliano a chiedere un cessate il fuoco invece di lanciare un’offensiva di terra contro Hamas nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. “A Rafah, 1,3 milioni di persone sono all’aperto, in uno spazio molto ristretto e nelle condizioni più terribili», ha detto la ministra prima di partire alla volta di Israele, dove si reca per la quinta volta dall’inizio della crisi a ottobre. «In queste condizioni, un’offensiva dell’esercito israeliano su Rafah metterebbe completamente a rischio la situazione umanitaria”, ha detto ancora Baerbock come riporta l’agenzia Dpa in vista della visita di due giorni.

Ore 10.00 – Cairo, riprendono i negoziati: una delegazione di Hamas incontra il Qatar – I negoziati tra Israele e Hamas sono entrati nel vivo al Cairo: una fonte di Hamas ha riferito all’Afp che una delegazione era diretta nella capitale egiziana per incontrare i mediatori egiziani e del Qatar, dopo che i negoziatori israeliani avevano avuto ieri colloqui con i mediatori. Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è atteso al Cairo mercoledì per colloqui con il presidente Abdel Fattah al-Sisi.

Ore 9.50 – Israele, una vittima dei razzi dal Libano – I servizi di soccorso israeliani riferiscono di una donna israeliana uccisa e sette feriti a seguito di un lancio di razzi dal Libano. Tre dei feriti sono in condizioni moderate e quattro sono feriti lievemente

Ore 9.40 – “Pioggia di razzi Hezbollah su Merom e Safed” – Media di Beirut danno notizie oggi del lancio da parte di Hezbollah di una pioggia di razzi contro basi militari israeliane nella profondità territoriale della Galilea, contro la base di Merom e contro quella di Safed. Non ci sono ancora formali rivendicazioni da parte di Hezbollah ma nelle scorse settimane il movimento armato libanese ha più volte preso di mira Merom e Safed.

Ore 9.30 – New York Times: “Al Cairo altri tre giorni di colloqui” – Il New York Times riferisce che, secondo una fonte egiziana, le trattative per gli ostaggi al Cairo sarebbero state prolungate di altri tre giorni. Secondo il quotidiano, i colloqui coinvolgeranno funzionari di livello inferiore, che continueranno a discutere un nuovo quadro per un potenziale accordo sugli ostaggi e la tregua. Martedì la delegazione israeliana, guidata dal capo del Mossad David Barnea, ha ricevuto l’approvazione a partire per il Cairo per il vertice a quattro il cui obiettivo è rilanciare i negoziati sull’accordo in fase di stallo. I colloqui sono condotti da parte americana dal capo della Cia William Burns, incaricato dal presidente Joe Biden. Gli altri partecipanti sono il primo ministro del Qatar (a cui sono affidate le richieste di Hamas) e i capi dei servizi segreti egiziani e israeliani.

Ore 9.10 – Tajani: “Israele ha il diritto di attaccare Hamas” – “Netanyahu sta certamente seguendo la linea dura. Ci sono decine di migliaia di vittime civili. Hamas sta usando il popolo palestinese come scudo, vuole che Israele abbia una reazione più dura per poi dire, ‘ecco isoliamo Israele’. Questo è il disegno di Hamas. Non bisogna cadere nella trappola di Hamas. Noi diciamo fare degli attacchi mirati e cercare di ridurre i danni alla popolazione civile. Ma questo non ha nulla a che fare con il diritto di Israele ad attaccare Hamas, in discussione non è il diritto di difendersi ma le vittime civili”, ha detto oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani.

Ore 9.00 – Tajani: “Noi amici di Israele, ma ora serve la de-escalation” – “Noi siamo amici di Israele, sosteniamo con forza il diritto di Israele a difendersi, a non essere attaccato, nessuno lo può cancellare dalla carta geografica. Il 7 ottobre c’è stata una caccia all’ebreo da parte di Hamas, non un attacco militare, io ho visto filmati incredibili. Noi diciamo che la reazione deve essere proporzionata, diano ‘attenzione a non fare troppe vittime civili’. L’interesse generale è la de-escalation, bisogna sostenere il dialogo in Egitto per avere una sospensione dei combattimenti e liberare gli ostaggi”. Lo ha detto il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Rtl 102.5.

Ore 8.30 – Serie di esplosioni lungo un gasdotto iraniano. Teheran: “Opera di terroristi” – Alcune esplosioni hanno colpito questa mattina diversi gasdotti nel sud-ovest dell’Iran: lo ha detto alla tv di Stato il direttore del Gas Strategic Center, Saeed Aghli. “Le esplosioni in diverse parti dei gasdotti in Iran questa mattina presto sono state provocate da atti terroristici condotti da sabotatori”, ha affermato Aghli, aggiungendo che finora non sono state segnalate vittime. “Gli attacchi terroristici sono avvenuti nei gasdotti vicino a Boroujen, nelle province di Chaharmahal e Bakhtiari, e anche a Safashahr, nella provincia di Fars”, ha precisato.

Ore 8.00 – Huthi: “Attacchi americani e britannici contro nostri obiettivi nell’ovest dello Yemen” – Gli huthi hanno denunciato nuovi raid aerei statunitensi contro proprio obiettivi nella regione di Hodeidah, nello Yemen occidentale. “L’aggressore Usa-Gb ha lanciato un attacco su Ras Isa, nel distretto di Al Salif” nella regione di Hodeidah, ha scritto in un tweet il portavoce degli huthi Abdulsalam Jahaf, membro del Consiglio di Difesa e Sicurezza. Al momento non si registrano danni e né gli Stati Uniti, né la Gran Bretagna hanno confermato i raid.

Ore 7.30 – Sudafrica chiede alla Corte dell’Aia di esaminare operazioni israeliane contro Rafah – Il governo del Sudafrica ha presentato una “richiesta urgente” alla Corte internazionale di giustizia delle Nazioni Unite per valutare e se gli attacchi israeliani a Rafah, e l’intenzione del governo di Netanyahu di lanciare un’offensiva di terra sulla città dove 1,4 milioni di palestinesi hanno cercato rifugio, violino sia la Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite che le misure cautelari emesse dalla Corte il mese scorso e pertanto richiedano che la corte utilizzi il suo potere di prevenire “ulteriori imminenti violazioni dei diritti dei palestinesi a Gaza”. Lo afferma la presidenza sudafricana in una nota, precisando che, ai sensi dell’articolo 75, comma 1, del regolamento della Corte, “la Corte può decidere in qualsiasi momento di esaminare proprio motu se le circostanze del caso richiedano l’indicazione di misure provvisorie che dovrebbero essere adottate o rispettate da parte di uno o tutti i soggetti partiti”. Nella richiesta presentata alla Corte il 12 febbraio 2024, il governo sudafricano ha affermato “di essere seriamente preoccupato che l’offensiva militare senza precedenti contro Rafah, annunciata dallo Stato di Israele, abbia già portato e si tradurrà in ulteriori attacchi su vasta scala, uccisioni, danni e distruzioni. Ciò rappresenterebbe una violazione grave e irreparabile sia della Convenzione sul genocidio che dell’ordinanza della Corte del 26 gennaio 2024”, ha concluso la nota. La Corte ha confermato in un messaggio su X di aver ricevuto la nuova richiesta del governo sudafricano. Se la Corte decidesse di tenere un’altra udienza sulla richiesta di ulteriori misure provvisorie, potrebbe pronunciarsi entro poche settimane.

Ore 7.00 – Negoziati, delegazione israeliana rientrata dal Cairo – La stampa israeliana afferma che la delegazione israeliana incaricata del negoziato per la tregua con Hamas al Cairo è rientrata in patria.  Il capo del Mossad David Barnea ha incontrato il direttore della Cia William Burns nella capitale egiziana per discutere del piano mediato dal Qatar per fermare temporaneamente i combattimenti a Gaza. Il Wall Street Journal, citando funzionari a conoscenza dei colloqui, ha riferito che la delegazione di Barnea aveva lasciato la capitale egiziana “senza colmare nessuna delle principali lacune nei negoziati”. Secondo l’emittente egiziana al-Qahera, i colloqui continueranno per altri tre giorni. La fonte citata dall’emittente ha affermato che i colloqui sono stati per lo più “positivi”. Il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale americano, John Kirby, ha affermato che i negoziati sono “costruttivi e vanno nella giusta direzione”. “Non si farà nulla finché non sarà tutto finito”, ha detto ai giornalisti alla Casa bianca.

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