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Home » Esteri

Germania: via al tetto al prezzo dell’energia, prevista spesa di 200 miliardi

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Non ha tenuto a lungo la proposta del governo federale di imporre ai consumatori un’accise sul gas, con prezzi già schizzati alle stelle, per aiutare le aziende fornitrici di energia. Alla fine del suo isolamento il cancelliere Olaf Scholz guarito dal Covid ha fatto inversione di rotta e ha annunciato la cancellazione della misura, che doveva entrare in vigore ad ottobre, per introdurre un tetto al prezzo del gas. Così, i cittadini e le imprese sarebbero finalmente al riparo dall’aumento del prezzo del gas, quintuplicato negli ultimi mesi.

S&D

Neanche un centesimo sarà tolto però ai fornitori della materia prima: la differenza la pagherà lo Stato. Verranno stanziati 200 miliardi di euro l’anno, una somma astronomica se si considera che è quasi pari al budget annuale per l’istruzione (240 miliardi). Una spesa considerata una seconda “svolta epocale” dopo la decisione presa all’inizio della guerra di aumentare di 100 miliardi la spesa militare. La sua natura infatti non è tanto diversa: come ha spiegato il ministro delle Finanze Lindner, del partito dei liberali, si tratta di sferrare una controffensiva economica al nemico.  Si allontana però così il suo sogno di non aumentare il debito pubblico. “I prezzi devono scendere” ha detto Olaf Scholz. In effetti, la situazione farebbe fare uno scostamento di bilancio anche al più ortodosso dei liberisti pur di evitare una “crisi sociale”. Il comunicato del governo lo dice a parole sue: “La Russia sta cercando di destabilizzare l’ordine democratico”. Non avevano compreso bene la situazione a Berlino quando un mese fa ancora chiedevano alla popolazione di finanziare tramite un prelievo sul gas la sopravvivenza delle aziende energetiche. Solo dopo aver visto le acque del mare del Nord bulicare per via delle falle ai gasdotti Nordstream si sono ricreduti.

Sulla stampa tedesca si è cercato di capire come verrà finanziata la misura, che secondo la stessa Commissione europea comporta “più costi che benefici”. Il governo vuole ricorrere ad un pacchetto di 200 miliardi di euro finanziati da crediti. Come garanzia verranno presentati i soldi del Fondo economico di stabilizzazione, un fondo di crisi già esistente.

 

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