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Nell’Egitto di Al Sisi non volano nemmeno più gli aquiloni

Immagine di copertina
Credit: fb foto GIGAL

Nell’Egitto di Al Sisi la libertà sembra un concetto sempre più lontano. Sta diventando un reato persino sognarla, la libertà. E la libertà vola su ali leggere e colorate, quelle delle cose semplici, dei movimenti leggiadri e spensierati. Sarà proprio questo il motivo per cui ora, in alcune città dell’Egitto, è diventato reato anche far volare un aquilone.

Sì, un innocuo e banale aquilone. Due notti di detenzione e una multa di 60 dollari per chi fa librare in aria questo nuovo oggetto del peccato. Pensandoci bene, 60 dollari sono un’enormità per un paese strozzato dalla povertà, con 60 milioni di persone sotto o poco sopra la soglia di povertà.

Eppure il governo ha presentato i provvedimenti come un modo per proteggere i cittadini. “Quei cittadini che non si sanno proteggere da loro stessi”, spiegano a TPI alcuni attivisti egiziani. A scagliarsi contro gli aquiloni è stato il parlamentare Khaled Abu Talib che ha spiegato come l’aquilone sia un pericolo per la sicurezza nazionale per possibili futuri usi dell’aquilone usato come aereo-spia per fotografare siti sensibili. Le città colpite dall’ordinanza per ora sono il Cairo, Alessandria, Helwan, Suez, Menofia. Ma la richiesta è che la messa al bando venga estesa a tutto l’Egitto.

Questo oggetto così delicato e semplice da costruire è stato il migliore amico di tanti piccoli egiziani, specie nel difficile periodo del lockdown. Molti bambini e giovani d’Egitto lo hanno usato per combattere la noia e la solitudine durante il coprifuoco durato tre mesi. Con scuole, club sportivi e luoghi di intrattenimento chiusi, il cielo egiziano era spesso solcato dalle linee colorate e vivaci di aquiloni di ogni forma e dimensione.

Un totale di 369 aquiloni sono stati confiscati finora. Giovedì scorso il governatore di Alessandria Mohamed Al-Sharif ha emesso una direttiva che vietava il volo di tutti i tipi di aquilone sulle spiagge della città costiera. “Il divieto è stato messo in atto dopo l’esponenziale aumento di incidenti causati da aquiloni negli ultimi giorni”, si legge sui media locali.  

Un governo che protegge i suoi cittadini dal pericolo di incidenti per gli aquiloni, ma che non si fa scrupolo di far cassa multando pesantemente chi li vende e chi li utilizza, anche se quelle persone toccano la povertà con mano ogni giorno. Un governo, quello egiziano, che si prodiga per garantire la sicurezza pubblica, ma che al contempo punisce quegli stessi cittadini con sparizioni forzate, arresti e torture solo per aver manifestato il dissenso rispetto al pensiero del regime.

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