Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 14:54
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Che effetti avrà il ritiro degli Usa dall’accordo sul clima

Immagine di copertina

Anche se l'obiettivo dell'accordo di Parigi sarà molto più difficile da raggiungere, le emissioni negli Usa continueranno a calare e crescerà il ruolo della Cina

Gli Stati Uniti sono il secondo paese più inquinante al mondo dopo la Cina. Per questo la loro partecipazione all’accordo di Parigi contro il cambiamento climatico era ritenuta di cruciale importanza.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato tuttavia giovedì primo giugno 2017, che intende disporre il ritiro del paese dall’accordo sul clima cui si era giunti nel 2015 nell’ambito della conferenza sul clima di Parigi Cop21. Il documento era poi firmato nel 2016 da 190 paesi, inclusa la Cina.

Trump sostiene che la ragione della sua scelta sono i benefici impropri che alcuni paesi, tra cui Cina e India, otterrebbero rispetto agli Stati Uniti con questo accordo sul clima.

Ma cosa comporta per il resto del mondo la decisione di Trump?

La prima conseguenza è che sarà notevolmente più difficile per gli altri paesi raggiungere l’obiettivo ultimo dell’accordo di Parigi, cioè mantenere l’aumento della temperatura globale notevolmente al di sotto dei 2°C.

Gli Stati Uniti, infatti, contribuiscono per il 15 per cento alle emissioni globali di anidride carbonica, ma ricoprono anche un ruolo cruciale nel supporto finanziario e tecnologico ai paesi in via di sviluppo che tentano di lottare contro il surriscaldamento globale.

Gli effetti del ritiro degli Usa, inoltre, saranno di tipo diplomatico: l’accordo nasce da un asse sviluppatosi soprattutto tra Stati Uniti e Cina, che con l’aiuto dell’Unione europea e di altri stati hanno trovato sufficiente terreno comune per formare la  “coalition of high ambition”, un’alleanza per raggiungere obiettivi condivisi.

Ora invece la Cina ha riaffermato il suo impegno a mantenere l’accordo di Parigi, così come l’Unione europea, e quindi la distanza dagli Stati Uniti si è ampliata. L’Unione europea ha rifiutato di rinegoziare gli accordi come auspicato dal presidente Trump e in questa situazione cresce il peso di Pechino negli accordi e lascia spazio maggiore a paesi come Canada e Messico nella lotta al surriscaldamento globale sul fronte americano.

Tuttavia, secondo quanto riporta la Bbc, la decisione di Trump è contestata anche internamente agli Stati Uniti, soprattutto da gruppi imprenditoriali come Google, Apple e centinaia di altre aziende, inclusi alcuni produttori di combustibili fossili come Exxon Mobil. Questi infatti si sono espressi favorevolvente verso l’accordo di Parigi.

Inoltre, è del tutto improbabile che si assista a un ritorno dell’utilizzo massiccio del carbone nel paese. Le emissioni statunitensi continueranno probabilmente a calare e secondo le previsioni la loro diminuzione sarà circa della metà rispetto a quanto stabilito da Barack Obama. Questo perché negli Stati Uniti l’energia è al momento offerta più dal gas che dal carbone e dopo la diffusione delle tecniche di fracking c’è stato un aumento nella produzione e un calo del prezzo del gas naturale.

— LEGGI ANCHE: Macron risponde a Trump dopo il ritiro dall’accordo sul clima: “Make our planet great again”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Ti potrebbe interessare
Esteri / Dalla Russia filtra ottimismo: “Accordo vicino”. Ma no a concessioni sui territori né su truppe Nato in Ucraina
Esteri / Trump fa causa alla BBC per diffamazione e chiede un risarcimento da 10 miliardi di dollari
Esteri / Ucraina, dopo Berlino Trump è ottimista: “Mai così vicini alla pace”. Ma resta il nodo Donbass con la Russia
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”