Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 21:52
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

Due attivisti rischiano la vita

Immagine di copertina

Abdulhadi e sua figlia Zainab sono in sciopero della fame per protestare contro la loro incarcerazione

Due attivisti per i diritti umani incarcerati in Bahrein sono in sciopero della fame e le loro condizioni di salute stanno peggiorando, secondo le associazioni locali per i diritti umani. Abdulhadi al-Khawaja e sua figlia Zainab hanno iniziato il loro sciopero il 17 marzo, per protestare contro la loro incarcerazione.

I due versano ormai in gravi condizioni. I medici hanno detto che Zainab corre il rischio di arresto cardiaco o coma. Una delle accuse a suo carico è quella di essere entrata nella “zona vietata” al centro di disordini nel 2011 e di aver danneggiato un bene pubblico (avrebbe strappato una foto del re). Il 28 febbraio 2013, è stata condannata a 3 mesi di detenzione. Suo padre, Abdulhadi, è tra gli otto attivisti e figure dell’opposizione condannati all’ergastolo con l’accusa di aver complottato per rovesciare lo Stato. 

Alle Nazioni Unite, il Consiglio dei diritti umani (Cdu) ha recentemente emesso una dichiarazione di condanna “delle vessazioni e l’incarcerazione di persone che esercitano il loro diritto alla libertà di opinione e di espressione in Bahrein”. La dichiarazione ha anche fatto riferimento alla “mancanza di garanzia di un giusto processo” nel caso dei processi contro 13 attivisti politici, tra cui Abdulhadi al-Khawaja. Tra i firmatari anche gli Stati Uniti, che si erano rifiutati di firmare una dichiarazione simile l’anno scorso. Il Bahrein è membro di un comitato consultivo al Cdu.

Ma la repressione del governo sui manifestanti continua. Martedì, in 13 sono stati condannati a 10 anni di carcere per le accuse di attacchi alla polizia. Oltre 60 persone sono rimaste uccise nel corso di manifestazioni anti-governative in Bahrein ispirate alle proteste della Primavera araba, iniziate il 14 marzo del 2011.

La famiglia Al-Khawaja ha un seguito significativo su Twitter. La madre di Zainab, Khadija Almousawi (@ tublani2010) e la sorella, Maryam Al-Khawaja (@ MARYAMALKHAWAJA) hanno twittato regolarmente sul trattamento in carcere da Zainab. Hanno riferito che le celle della prigione, che di solito contengono 10 detenuti, ne contengono ora oltre 16.

Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Ti potrebbe interessare
Esteri / La protesta di Nemo, vincitore dell'Eurovision 2024: "Restituisco il trofeo per la mancata esclusione di Israele"
Esteri / Eileen Higgins è la nuova sindaca di Miami: è la prima volta di una Democratica dal 1997
Esteri / L'Australia è il primo paese al mondo a vietare i social agli under 16
Esteri / Elena Basile a TPI: “La guerra ha ridotto l’Europa al vassallaggio. Bisogna rifondare l’Ue”
Esteri / Terre rare e altre materie critiche: la pistola della Cina puntata alla testa degli Stati Uniti
Esteri / Sudan Connection: la geopolitica del massacro tra oro, armi e interessi internazionali
Esteri / L’esperta del Gruppo di Lavoro Onu contro le Sparizioni Forzate Aua Baldé a TPI: “Le vittime registrate in Sudan non sono nemmeno la punta dell’iceberg”
Esteri / Il genocidio in Sudan di cui non parla nessuno
Esteri / La corsa della Cina alla supremazia tecnologica globale
Esteri / Il direttore del programma di Emergency in Sudan, Matteo D’Alonzo, a TPI: “Si combatte di casa in casa, persino tra familiari. E anche con i droni”