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Per la crisi economica le famiglie venezuelane più povere abbandonano i loro figli

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Il fenomeno è in forte crescita e si registrano sempre più casi di genitori che per la disperazione lasciano i propri bambini al loro destino

Zulay Pulgar stringe fra le braccia Emmanuel di quattro anni e posa per una foto accanto a suo marito, Malkel Cuauro e il suo anziano padre di 73 anni visibilmente denutrito. 

S&D

Quotidianamente la donna conduce una battaglia per riuscire a sfamare se stessa e sopratutto i suoi sette figli. Qualche mese fa, spinta dalla disperazione estrema, Zulay ha chiesto alla sua vicina di casa di poter prendere sotto la sua ala protettiva la figlia di sei anni. Lei non riusciva più a garantirle un pasto al giorno, a causa della grave crisi economica che ha colpito il Venezuela nell’ultimo anno. 

Per il momento la famiglia vive in una piccola pensione fatiscente che Zulay condivide con suo padre, Juan Pulgar. L’affitto costa circa sei dollari al mese, in un paese dove i prezzi di molti beni di prima necessità sono saliti vertiginosamente superando di gran lunga gli Stati Uniti. 

“Preferisco che mia figlia venga accudita da un’altra famiglia, evitando così che finisca sulla strada e si prostituisca, si droghi o peggio muoia di fame”, ha raccontato alla Reuters la donna disoccupata, mentre siede fuori dalla sua casa fatiscente con in braccio uno dei suoi figli, il padre e il marito anche loro senza un’occupazione. 

(Qui sotto Emmanuel gioca con un pallone all’interno della sua abitazione fatiscente. Credit: Reuters)

Uno stipendio medio nel Venezuela ai tempi della crisi si aggira intorno ai 50 dollari al mese, spesso anche meno. Questo ha spinto nell’ultimo periodo molte famiglie a compiere gesti estremi, come decidere di abbandonare i loro figli per mancanza di possibilità economiche. Molti bambini vengono affidati allo stato, a enti di beneficenza, ad amici o familiari. Almeno quelli più fortunati.

Tanti altri finiscono per strada, abbandonati al loro destino ed esposti al pericolo di essere rapiti o costretti a prostituirsi. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, il mese scorso un bambino è stato ritrovato all’interno di un sacco in una zona relativamente ricca di Caracas, mentre un altro di appena un anno d’età, visibilmente malnutrito, è stato abbandonato in una scatola di cartone nella città di Ciudad Guayana. 

Per un verso, c’è il governo venezuelano che non ha pubblicato alcun dato sul numero di famiglie ricorse a questa soluzione estrema di abbandonare i propri figli, dall’altro c’è lo sforzo dei gruppi assistenziali che tentano in qualche modo di compilare statistiche e fornire dati aggiornati.

L’unico dato certo è questo: il tessuto sociale venezuelano si è sfilacciato gradualmente a causa della profonda recessione, dell’inflazione alle stelle e del calo del prezzo del petrolio, in un paese che possiede le maggiori riserve di “oro nero” al mondo. 

Zulaya mostra le sue foto e quelle della sua famiglia. A tratti scherza su come appariva un anno prima, con qualche chilo in più. Spesso non mangia perché manca il denaro per acquistare del cibo. A volte acquista un pollo, consapevole che metà del suo stipendio verrà speso. In alcuni casi la mattina riesce a bere un caffè e mangiare qualche boccone di pane duro. Altrimenti nulla. 

La sua vicina di casa, Nancy Garcia, le dà un aiuto prezioso prendendosi cura di uno dei suoi figli, anche se nel corso della giornata la donna è impegnata nel negozio di alimentari che gestisce e deve accudire cinque figli. Ma come lei stessa ha raccontato, non poteva vedere la figlia di Zulay morire piano piano di fame. 

“Mio marito, i miei figli e anche io le insegniamo come comportarsi, come studiare, come vestirsi o parlare. Ora lei mi chiama mamma e a mio marito lo chiama papà”, ha raccontato Garcia. 

(Qui sotto la famiglia Pulgar, in Venezuela. Credit: Reuters)

Ogni giorno, nei pressi del centro di servizi sociali di Carirubana, nello stato venezuelano di Falcon, decine di genitori disperati invocano aiuto affinché qualcuno possa prendersi cura dei loro figli, in questo angolo arido del Venezuela dove l’approvvigionamento di acqua scarseggia e il cibo è sempre meno. Nel 2015, la frequenza al centro di servizi sociali è stata di un genitore al giorno. 

“Il motivo principale che spinge due genitori a separarsi dai loro figli è la mancanza di cibo”, ha raccontato alla Reuters Maria Salas, direttrice del piccolo centro che fornisce assistenza sociale. Da mesi la sua organizzazione – il consiglio di protezione per bambini e adolescenti – ha chiesto aiuto al governo e alle autorità affinché forniscano delle risorse per far fronte alla situazione. Ma non ha ottenuto risposta. 

Non lontano dall’ufficio di Maria Salas, la fila di persone che attendono il loro turno davanti all’ingresso del supermercato cresce a dismisura. Decine di persone sfidano il caldo cocente e aspettano di poter acquistare quel poco che possono. A volte tornano a casa a mani vuote. Una scena purtroppo diventata comune, che si ripete in tutto il paese dove vivono 30 milioni di persone. 

Nell’ultimo anno, i venezuelani hanno sofferto la carenza di beni di base come cibo e medicine. Milioni soffrono la fame in un quadro drammatico dove l’inflazione galoppa e si è registrata una svalutazione del denaro di quasi l’80 per cento.

Il governo ha accusato gli Stati Uniti di aver contribuito ad alimentare la crisi, ma la maggior parte degli economisti ha puntato il dito contro le politiche socialiste introdotte dal defunto presidente Hugo Chavez. Anche il suo successore Nicolas Maduro non ha contribuito a risanare le sorti del paese e ridare vitalità all’economia nazionale. 

“I genitori vengono qui a piangere”, ha raccontato uno degli assistenti sociali di un centro situato nello stato di Sucre, dove sorge una della più grandi e più povere baraccopoli della regione. Qui si è registrato un aumento esponenziale di genitori che hanno chiesto aiuto, secondo quanto dichiarato dai funzionari. 

“È drammatico toccare con mano il dolore dei genitori, quando vengono qui e ci dicono che non possono più occuparsi del loro bambino. Inoltre stiamo assistendo a diversi casi di malnutrizione e di bambini che vengono ricoverati in ospedali per la scabbia”, ha dichiarato l’assistente sociale. 

Molti addetti dei vari centri che forniscono assistenza alle famiglie, aiutano i genitori a trovare posto negli orfanotrofi per i loro figli. Spesso, si tratta di donne che hanno appena partorito e non possono prendersi cura dei neonati, che vengono abbandonati negli ospedali dopo la nascita. 

L’aborto è considerato un reato in Venezuela e per quanto riguarda la questione della contraccezione, i preservativi sono estremamente difficili da trovare in commercio. 

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