Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 17:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Esteri

La mappa dei paesi dove le libertà civili sono davvero garantite

Immagine di copertina

Oltre il 40 per cento degli esseri umani vive in paesi in cui sono violati diritti fondamentali come la libertà di espressione e di riunione

Civicus è un’associazione sudafricana che promuove la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Questa organizzazione ha scoperto che, tra tutti i paesi delle Nazioni Unite più il Kosovo e la Palestina, solo il 3 per cento della popolazione mondiale vive in aree in cui sono davvero tutelati diritti civili come la libertà di espressione, di assemblea e di riunione. 

Oltre il 40 per cento degli esseri umani si trova invece in paesi in cui tali libertà sono represse. L’associazione ha riunito i dati del proprio studio in una mappa interattiva. Qui è possibile esplorarla.

In una scala che va da open, libera; narrowed, limitata; obstructed, ostacolata; repressed, repressa e closed, impedita; solo 26 su 195 paesi nel mondo tutelano davvero la possibilità di esprimersi e di riunirsi liberamente.

Questi si trovano prevalentemente in Europa, che – con la sola eccezione di Ungheria, Bielorussia, Ucraina e Moldavia – ospita paesi in cui queste libertà non sono impedite.

continenti civicus monitor

La prima categoria, che rappresenta poco più del 13 per cento degli stati del mondo, include soprattutto paesi del centro-nord Europa come Germania, Svizzera, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi, Irlanda, Islanda e tutti i paesi dell’area scandinava oltre a Portogallo, Estonia, Lettonia e alla Nuova Zelanda, in Oceania.

I governi di questi paesi tutelano le libertà civili e tollerano le critiche provenienti dall’opinione pubblica, le forze dell’ordine proteggono i manifestanti, i contenuti on line non sono censurati e le leggi che regolano le assemblee pubbliche rispettano i diritti e le norme internazionali.

Per quanto riguarda la lista dei paesi in cui la libertà di espressione è considerata “limitata”, questi rappresentano oltre il 32 per cento degli stati del mondo e includono l’Italia, gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia, il Giappone, l’Australia, il Canada, l’Argentina, il Sud Africa e la maggior parte dell’Unione europea, esclusa l’Ungheria.

paesi libertà espressione civicus

In questa categoria rientrano quegli stati in cui le libertà di espressione e associazione sono garantite ma allo stesso tempo avvengono violazioni di questi diritti. Non sempre i governi di questi paesi concedono l’autorizzazione alle manifestazioni, si verificano violenze da parte della polizia e la libertà di stampa è assicurata ma allo stesso tempo regolamentata.

Gli stati in cui queste libertà sono ostacolate invece, oltre il 25 per cento di quelli presenti nel mondo, si trovano principalmente in Africa, Asia e Sud America: si tratta per esempio dell’India, il Brasile o la Nigeria.

Qui le libertà civili sono minacciate da una serie di vincoli legali e pratici che ne impediscono il pieno godimento. Le autorità ostacolano le attività delle associazioni a tutela dei diritti umani e i manifestanti rischiano reazioni violente da parte delle forze di polizia.

persone libertà espressione civicus

La penultima categoria considerata in questo studio riguarda i paesi in cui la libertà di espressione e riunione viene repressa. In questa lista sono presenti stati come Messico, Cina, Russia, Turchia, Bielorussia, Egitto, Iraq, Algeria e Pakistan. Ben il 36 per cento della popolazione umana vive in questi paesi.

Le autorità di questi stati non tollerano il dissenso e gli attivisti per i diritti umani rischiano intimidazioni, detenzioni e la morte. Il lavoro delle organizzazioni a tutela delle libertà civili è sistematicamente impedito e i manifestanti sono sottoposti a regolare violenza da parte delle forze dell’ordine.

I paesi dove lo spazio civico è completamente impedito sono Arabia Saudita, Libia, Sudan, Sudan del Sud, Corea del Nord, Vietnam e Siria. Qui c’è una completa chiusura da parte delle autorità nei confronti delle associazioni e degli attivisti che promuovono i diritti umani. I governi e i loro apparati imprigionano, torturano e uccidono regolarmente gli oppositori e chiunque manifesti il proprio dissenso nei confronti del potere costituito.

mappa civicus
Credit: Civicus Monitor
Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Ti potrebbe interessare
Esteri / Slovacchia, il primo ministro Robert Fico è "grave ma in condizioni stabili"
Esteri / L'esercito israeliano: “5 soldati a Gaza uccisi da fuoco amico”. Altre truppe israeliane verso Rafah
Esteri / Slovacchia, il premier Robert Fico ferito a colpi di arma da fuoco: “È in pericolo di vita”
Esteri / La sacrosanta protesta degli universitari di tutto il mondo ci ricorda che la pace non è un dono, ma una conquista
Esteri / Wsj: “Biden procede con pacchetto armi a Israele da 1 miliardo”. Ue: "Con operazione Rafah relazioni con Israele a dura prova"
Esteri / Esercito israeliano: “Operazioni a a Rafah est e Jabaliya”. La Turchia: “A Gaza è genocidio”
Esteri / I tank israeliani avanzano ancora nel campo profughi di Jabalia. Netanyahu: “O noi o loro, i mostri di Hamas”. Gaza: “Più di 35mila morti”
Esteri / Morto a due mesi dal trapianto l’uomo con un rene di maiale
Esteri / Israele colpisce il Nord della Striscia di Gaza. Biden: “Se Hamas rilasciasse gli ostaggi cessate il fuoco anche domani”
Esteri / Yanis Varoufakis fa causa allo Stato tedesco