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Chi era Edy Ongaro, l’italiano ucciso nel Donbass: “Non me ne andrò mai di qui”

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Chi era Edy Ongaro, l’italiano ucciso nel Donbass: “Non me ne andrò mai di qui”

“Mi chiamo Ongaro Edy, nome di battaglia Bozambo, vengo dalla provincia di Venezia”. Così in un’intervista di qualche anno fa si presentava il 46enne morto ieri nel Donbass, mentre combatteva tra le fila dei separatisti filorussi. Si tratta del primo italiano a perdere la vita nella guerra lanciata dalla Russia il 24 febbraio scorso.

A dare la notizia è stato il Collettivo Stella Rossa Nordest, spiegando che Ongaro si trovava in trincea con altri soldati durante uno scontro a nord di Donetsk, quando è stato travolto dall’esplosione di una bomba a mano che lo ha ucciso. Secondo il gruppo comunista, Ongaro si trovava nel Donbass dal 2015, dove è arrivato dopo aver lasciato l’Italia a seguito di guai giudiziari. In patria era stato infatti implicato in una rissa in un bar di Portogruaro, dove aveva colpito l’esercente con un calcio all’addome e si era poi scagliato anche contro un carabiniere. Concessi i termini a difesa, Ongaro era stato rimesso in libertà dal giudice in attesa del processo, ed era poi sparito.

Nel Donbass si era arruolato nella brigata separatista Prizrak, composta soprattutto da combattenti stranieri. Un gruppo a cui faceva parte con “molto orgoglio e con molto onore” dicendo di sentirsi “tra compagni e compagne”. Ongaro era poi entrato nell’esercito regolate della Repubblica popolare di Donetsk, una delle due repubbliche filorusse proclamate nel 2014 in Ucraina orientale, dopo le proteste di Euromaidan che avevano portato alla caduta del governo del presidente di Viktor Yanukovich, vicino a Mosca. Sia la repubblica popolare di Donetsk che di Luhansk sono state poi riconosciute dalla Russia nei giorni precedenti l’invasione lanciata lo scorso febbraio.

“Penso che finché ci sarà aria nel mio corpo, finché il sangue scorrerà credo che da qui non uscirò mai”, diceva nell’intervista, rivendicando la sua decisione. “Credo che la mia scelta è quella di restare qui”.

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