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Home » Economia

Stellantis, ricavi in calo e utile crollato del 70%. Ma per gli azionisti c’è un dividendo da 2 miliardi di euro

Immagine di copertina
Credit: AGF

Nel 2024 Stellantis ha registrato un calo dei ricavi del 17% e un crollo degli utili del 70% rispetto al 2023. Lo rende noto la stessa casa automobilistica nata nel 2021 dalla fusione tra Fiat-Chrysler e Peugeot nel presentare i risultati finanziari dell’ultimo esercizio.

Nell’anno che si è chiuso con le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares, la multinazionale ha fatturato 156,9 miliardi di euro a fronte dei quasi 190 miliardi dell’anno precedente, con un calo delle vendite consolidate del 12%. L’utile netto si è ridotto invece a 5,5 miliardi di euro, contro i 18,6 miliardi del 2023.

Nonostante le evidenti difficoltà – legate in particolare alla crisi di vendite sul mercato nordamericano – il consiglio d’amministrazione presieduto da John Elkann proporrà all’assemblea degli azionisti – in programma il prossimo 15 aprile – di staccare un dividendo da 2 miliardi di euro (0,68 centesimi ad azione, a fronte degli 1,55 centesimi dell’anno scorso).

Alla holding Exor, controllata della famiglia Agnelli-Elkann e titolare di una quota di poco inferiore al 15% di Stellantis, andrà quindi una somma vicina ai 300 milioni di euro.

“Nonostante il 2024 sia stato un anno di forti contrasti per l’azienda, con risultati al di sotto del nostro potenziale, abbiamo raggiunto importanti traguardi strategici”, osserva il presidente John Elkann, che sottolinea il lancio di nuove piattaforme e modelli multi-energy e l’avvio della partnership con i cinesi di Leapmotor.

“Le persone di Stellantis, ricche di talento e dedizione, stanno lavorando con energia e determinazione protesi al futuro, coinvolgendo i key-stakeholders e avvicinando il processo decisionale alle esigenze dei nostri clienti. Siamo fermamente intenzionati a guadagnare quote di mercato e a migliorare le performance finanziarie nel corso del 2025”, aggiunge Elkann.

Nel comunicato diffuso dall’azienda si legge che il processo di nomina del nuovo amministratore delegato “è in corso e si concluderà entro la prima metà del 2025”.

Dure critiche arrivano dai sindacati italiani. “Stellantis paga dividendi mentre i lavoratori italiani sono da più di dieci anni in cassa integrazione perché non ci sono investimenti in ricerca sviluppo e produzione”, attacca Michele De Palma, segretario della Fiom-Cgil: “Le scelte compiute negli anni dall’amministratore delegato Tavares e condivise dalla proprietà di Stellantis sono state fallimentari e il conto lo paghiamo noi come lavoratori e Paese”.

Secondo De Palma, a fronte di questa situazione, gli azionisti dovrebbero rinunciare a incassare il dividendo: “Bloccare la remunerazione degli azionisti e dei manager sarebbe un primo passo necessario per investire le risorse per un nuovo piano che garantisca l’occupazione e il salario dei lavoratori con una integrazione della cassa”, dice il il leader della Fiom, che chiede di “aprire un confronto con il presidente John Elkann a Palazzo Chigi con i sindacati per un piano straordinario: investire sui lavoratori in innovazione e produzione con risorse dell’azienda e delle istituzioni nazionali e europee per il futuro del Paese”.

Ferdinando Uliano, segretario della Fim-Cisl, guarda già all’incontro con Stellantis in programma il prossimo 11 marzo al ministero delle Imprese e del Made in Italy: “Ribadiremo con forza e con determinazione la nostra contrarietà a chiusura di stabilimenti o a ridimensionamenti occupazionali unilaterali”, avverte il sindacalista. “Noi pensiamo che bisogna investire di più per rilanciare gli stabilimenti, nuovi modelli e con essi il lavoro. Solo così si esce da una situazione di transizione come quella che stiamo vivendo”.

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