Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 18:39
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Economia

La relazione Ocse non è un dogma: l’autonomia della politica italiana va difesa, da tutti

Immagine di copertina
Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Il commento di Luca Telese

Di fronte all’incredibile diluvio di scomuniche e anatemi contenuti nella relazione OCSE sull’Italia, oggi, per una volta, sarebbe bello sentire parole critiche dei politici italiani: non quelli di governo, però, ma quelli di opposizione.

Il punto, infatti, non sono le critiche di merito (scontate, prevedibili e anche un po’ grossolane) alle due principali misure del governo, e cioè Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Ma il fatto che questi attacchi mettano in discussione l’idea stessa che un governo nazionale nel terzo millennio possa fare delle scelte autonome di politica economica.

Se l’Ocse per esempio dice che Quota 100 “aumenterà il debito pubblico” e che il Reddito è troppo generoso perché “spingerà molte persone a lavorare in nero”, sta facendo delle critiche davvero opinabili: non calcola – tanto per dire – l’impatto positivo delle sostituzioni al lavoro e dice una cosa senza senso sul reddito perché nessuno rinuncia ad un lavoro per un sussidio temporaneo.

Ma soprattutto sta minando l’idea stessa di una autonomia decisionale dell’Italia. Con le stesse argomentazioni, infatti, domani qualsiasi intervento di politica economica nazionale potrebbe essere messo in discussione e demolito: vuoi finanziare un piano straordinario sull’ambiente? È uno spreco. Vuoi fare una legge speciale per i cervelli in fuga? Non produce gettito. Vuoi assistere le famiglie con un Superbonus alla francese per chi fa figli? È una spesa assistenziale.

In tempi di crisi qualsiasi politica di intervento sociale genera deficit. Insomma, se il parametro usato dall’Ocse per giudicare un buon provvedimento è il gettito, l’unica misura produttiva possono essere i tagli e le nuove tasse.

Ecco perché sono le opposizioni che dovrebbero insorgere: resistere alla tentazione di accettare questo formidabile “aiuto da casa” da parte di un prestigioso istituto esterno oggi, per poter mantenere la possibilità di fare scelte autonome domani, quando dovesse toccare a loro governare.

Ti potrebbe interessare
Economia / Perché alcuni e-commerce crescono anche senza aumentare il budget advertising
Economia / Miniera Italia: così l’economia circolare può ridurre la nostra dipendenza dall’estero per le materie prime critiche
Economia / Il sogno lombardo dei Cinque Cerchi
Ti potrebbe interessare
Economia / Perché alcuni e-commerce crescono anche senza aumentare il budget advertising
Economia / Miniera Italia: così l’economia circolare può ridurre la nostra dipendenza dall’estero per le materie prime critiche
Economia / Il sogno lombardo dei Cinque Cerchi
Economia / Energia olimpica
Economia / Se le aziende si alleano
Economia / Dove va la mobilità del futuro
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Economia / Il regalo di Natale del ceo dell’Antico Vinaio ai suoi dipendenti: “Tremila euro di bonus"
Economia / Manovra, stretta sulle pensioni nel maxi-emendamento del Governo 
Economia / Eni ha scoperto un nuovo maxi-giacimento di gas in Indonesia