Mercato del lavoro: quali settori assumeranno di più in Italia?
Il mercato del lavoro italiano è in fermento. Dopo anni di incertezza e trasformazioni, il sistema economico nazionale mostra segnali concreti di dinamismo.
I numeri parlano chiaro: tra novembre 2025 e gennaio 2026 sono previste 1.319.280 nuove assunzioni in Italia, secondo le rilevazioni del Progetto Excelsior di Unioncamere. Si tratta di un dato significativo che racconta molto più di una semplice ripresa occupazionale.
Dietro questa cifra si nasconde una geografia articolata di opportunità, con settori che corrono a velocità diverse, territori che attraggono investimenti e professioni sempre più specifiche. Naturalmente, non tutti i comparti crescono allo stesso ritmo e non tutte le regioni offrono le stesse prospettive. Per chi è alla ricerca di un impiego o sta valutando un cambio di carriera, comprendere appieno questi flussi diventa fondamentale.
I settori che trainano le assunzioni
Se dovessimo individuare il vero motore dell’occupazione italiana, la risposta sarebbe inequivocabile: il settore dei servizi, che costituisce il 35,9% delle assunzioni previste. Si tratta di un dato che riflette la trasformazione strutturale dell’economia italiana, sempre più orientata verso attività terziarie ad alto valore aggiunto: consulenza, formazione, servizi alle imprese, sanità privata e assistenza sociale.
Interessante è la sostanziale parità tra manifatturiero e turismo, entrambi al 17%. Il manifatturiero tiene, nonostante le sfide globali legate alla transizione energetica e alla concorrenza internazionale. Le aziende italiane continuano ad assumere operai specializzati, tecnici e ingegneri, soprattutto nei distretti produttivi del Nord e in alcune eccellenze del Centro-Sud. La Lombardia in particolare si conferma un territorio ad alta densità occupazionale, con numerose opportunità per chi è in cerca di lavoro: per restare aggiornati sulle posizioni disponibili, è possibile consultare le offerte di lavoro in Lombardia su Risorse, agenzia con oltre 25 anni di esperienza in ricerca e selezione e somministrazione di personale.
È un segnale incoraggiante che indica come il “fare” italiano, dalla meccanica all’alimentare, mantenga la sua attrattiva.
Il turismo, con la stessa percentuale, conferma la vocazione italiana verso l’accoglienza e la valorizzazione del patrimonio culturale e paesaggistico. Le assunzioni in questo settore si concentrano soprattutto nella ristorazione, nell’ospitalità alberghiera e nei servizi turistici.
Il commercio segue con un solido 14,6%, trainato sia dal retail tradizionale che dall’e-commerce. Le costruzioni, che rappresentano il 9,7% delle assunzioni, continuano a beneficiare degli incentivi legati alla riqualificazione edilizia e alle grandi opere infrastrutturali. Infine, l’agricoltura, con il 5,8%, mantiene un ruolo marginale ma strategico, soprattutto in alcune aree dove rappresenta ancora un pilastro economico importante.
Dove si assume: la geografia delle opportunità
Naturalmente, non tutte le province italiane offrono le stesse prospettive occupazionali e i dati sulle assunzioni previste lo confermano.
Milano guida la classifica con il 9,1% delle assunzioni nazionali, una quota che da sola testimonia il peso economico del capoluogo lombardo. Ma il primato milanese non è un fenomeno isolato, con la Lombardia che può vantare nella top 10 nazionale anche Brescia (2,3%) e Bergamo (2%).
Cosa rende la regione così vivace dal punto di vista occupazionale? Innanzitutto, la presenza di un ecosistema industriale maturo, con filiere produttive integrate e competitive a livello internazionale. In secondo luogo, Milano e il suo hinterland rappresentano il principale hub finanziario e dei servizi avanzati del Paese. Infine, la logistica: la posizione strategica della regione, al centro delle reti di trasporto europee, ne fa un crocevia fondamentale per il commercio e la distribuzione.
Le professioni più ricercate: dal cameriere al tecnico informatico
Ma quali sono le figure professionali che le aziende cercheranno di più, nel trimestre compreso tra novembre 2025 e gennaio 2026? Le previsioni rivelano un mercato del lavoro estremamente variegato, dove convivono professionalità molto diverse tra loro. In cima alla classifica troviamo gli esercenti e addetti nelle attività di ristorazione, con ben 184.400 posizioni aperte. È il numero più alto in assoluto, e racconta la centralità del settore dell’ospitalità nell’economia italiana.
Al secondo posto troviamo gli addetti alle vendite, con 117.890 assunzioni previste. Si tratta di figure impiegate sia nel commercio tradizionale che nell’e-commerce, settore in forte espansione.
Molto richieste sono anche le figure operaie specializzate. I conduttori di veicoli a motore (56.600 posizioni), gli operai edili (49.340) e i meccanici e manutentori (34.740) rappresentano veri e propri punti di riferimento del manifatturiero e delle costruzioni. Sono professionalità tecniche, spesso difficili da reperire, che richiedono competenze specifiche e un percorso formativo adeguato.
Sul fronte delle professioni ad alta qualificazione, spiccano i tecnici informatici, telematici e delle telecomunicazioni con 17.360 posizioni, e i tecnici della salute con 30.970 assunzioni previste. Queste figure rappresentano il futuro del mercato del lavoro: competenze digitali da un lato, competenze sanitarie e assistenziali dall’altro. La digitalizzazione delle imprese e l’invecchiamento della popolazione sono due mega-trend che continueranno a spingere la domanda di queste professionalità nei prossimi anni.
Infine, un dato che non può passare inosservato: le professioni non qualificate. Personale addetto alle pulizie (85.600), alla movimentazione merci (69.780) e all’agricoltura (34.800) rappresentano insieme oltre 190.000 assunzioni.
Dove le aziende inseriscono le nuove risorse
Un altro dato interessante riguarda le aree aziendali in cui vengono inserite le nuove risorse. Il 45,2% delle assunzioni è destinato alla produzione di beni o all’erogazione di servizi, ovvero al core business delle imprese. Questo significa che le aziende stanno assumendo principalmente figure operative, che contribuiscono direttamente alla creazione di valore.
Segue l’area vendita con il 12,9%, cruciale per la crescita e lo sviluppo commerciale delle imprese. In un mercato sempre più competitivo, saper vendere e gestire la relazione con il cliente diventa un fattore differenziante. Infine, l’8,8% delle assunzioni riguarda l’installazione e la manutenzione, un’area tecnica che richiede competenze specialistiche.
Questi dati confermano che le imprese cercano persone in grado di produrre risultati concreti e misurabili. Le funzioni di staff, come l’amministrazione o le risorse umane, pur essenziali, rappresentano una quota minore delle nuove assunzioni. Chi è alla ricerca di lavoro dovrebbe quindi puntare su competenze operative e tecniche, che sono quelle maggiormente richieste dal mercato.
Gestire le opportunità con consapevolezza
Per chi cerca lavoro, la chiave è l’informazione e la formazione. Orientarsi verso i settori giusti, investire sulle competenze richieste, e non avere paura di spostarsi geograficamente quando necessario. Le opportunità ci sono, ma vanno cercate con metodo e consapevolezza. E soprattutto, vanno colte con la giusta preparazione professionale.
Il futuro del lavoro si costruisce oggi, nelle scelte formative e professionali di ciascuno. Un futuro che, come dimostrano i dati, è fatto di competenze tecniche, capacità di adattamento e voglia di mettersi in gioco in un mercato sempre più competitivo e in continua trasformazione.