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Home » Economia

Trump: “L’Ue deve acquistare 350 miliardi di dollari di energia dagli Usa se non vuole i dazi”. Meloni attesa il 17 aprile alla Casa bianca

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Credit: Ufficio Stampa Chigi / ZUMAPRESS.com / AGF

La premier ribadirà la proposta della Commissione Ue di azzerare reciprocamente i dazi su auto e beni industriali, già bocciata dal Tycoon, che chiede molto di più e intanto se la gode: "I Paesi ci stanno chiamando per baciarmi il sedere. Muoiono dalla voglia di fare un accordo". Scattate oggi le nuove tariffe americane sulle importazioni da 60 Paesi, portate al 104% nel caso della Cina

Donald Trump ha posto le sue condizioni per abrogare i dazi imposti alle merci importate dall’Unione europea negli Stati Uniti, a poco più di una settimana dalla visita della presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Casa bianca, prevista il prossimo 17 aprile, e a sette giorni dall’entrata in vigore delle prime contromisure discusse dall’Ue, che potrebbero essere attivate il 15, mentre oggi sono scattate le nuove aliquote americane contro le importazioni da 60 Paesi, portate al 104% nel caso della Cina.

La proposta di Trump

Non basta la proposta arrivata dalla Commissione europea di azzerare reciprocamente le tariffe doganali su automobili e beni industriali: secondo Trump invece Bruxelles deve impegnarsi ad acquistare 350 miliardi di dollari di “energia” da Washington per riequilibrare la bilancia commerciale. “Abbiamo un deficit con l’Unione europea di 350 miliardi di dollari e scomparirà in fretta”, ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti nel corso dell’incontro con la stampa del 7 aprile alla Casa bianca a margine del vertice con il premier israeliano Benjamin Netanyahu. “Uno dei modi in cui può scomparire facilmente e velocemente è che dovranno acquistare la nostra energia da noi (…) Possono acquistarla, possiamo tagliare 350 miliardi di dollari in una settimana. Devono acquistare e impegnarsi ad acquistare una quantità di energia equivalente”, ha aggiunto, respingendo l’offerta di Bruxelles di azzerare reciprocamente i dazi su automobili e beni industriali venduti tra le due sponde dell’Atlantico.

A dire il vero non è la prima volta che Trump pone questa condizione all’Europa. Il 20 dicembre scorso, dal suo social Truth, aveva minacciato: “Ho detto all’Unione europea che deve colmare il suo enorme deficit con gli Stati Uniti acquistando su larga scala il nostro petrolio e gas. Altrimenti, saranno DAZI!!!”. Un’ipotesi in realtà già discussa un mese prima dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, nella sua prima telefonata con Donald Trump dopo la sua rielezione. Tuttavia, secondo un retroscena pubblicato dal portale statunitense Politico, malgrado i tentativi di Bruxelles l’amministrazione statunitense non ha risposto alle offerte giunte in questo senso dall’Ue, preferendo dialogare con le singole capitali nazionali.

La difficile visita di Giorgia Meloni
Per questo Giorgia Meloni è attesa il 17 aprile alla Casa bianca, dove ribadirà la proposta Ue di azzerare reciprocamente le tariffe. “La sfida da esplorare è quella che l’Italia è stata tra le prime Nazioni a promuovere, e che anche la presidente von der Leyen ha ribadito, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula ‘zero per zero’”, ha dichiarato ieri la premier, secondo quanto appreso dall’agenzia di stampa Adnkronos, durante la riunione tenuta a Palazzo Chigi con le varie categorie produttive. “In questo mi pare che ci sia una disponibilità da parte della presidente della Commissione e da parte del Commissario al Commercio che sta trattando”.

“Il problema principale che abbiamo, per affrontare questa questione, è che non conosciamo lo scenario che si manifesterà nei prossimi mesi”, ha aggiunto la presidente del Consiglio. “Non sappiamo se i dazi statunitensi permarranno, ed eventualmente in quale misura, se ci sarà un accordo o no, ed è molto difficile prevedere su chi, e in quale misura, quello che accadrà impatterà tra conseguenze dirette e conseguenze indirette”.

Trattativa in salita
Ma ad alcuni di questi dubbi aveva già provato a rispondere Trump nel corso della sua conferenza stampa, rivelando una trattativa in salita. “Possono esserci dazi permanenti e possono esserci anche negoziati, perché ci sono cose di cui abbiamo bisogno oltre ai dazi”, aveva detto il presidente Usa. “Se riusciamo a fare un accordo veramente equo e un buon affare per gli Stati Uniti, non un buon affare per gli altri, questo è America first. Ora è America first”.

Tuttavia, aveva chiarito, l’abbassamento delle tariffe doganali dell’Ue sui prodotti statunitensi non sarebbe sufficiente. “Per quanto ci abbiano trattato male, l’Unione europea ha sostanzialmente abbassato le tariffe sulle auto”, aveva ammesso Trump, secondo cui però l’Ue deve ora anche ridurre gli standard di produzione per consentire l’ingresso di maggiori quantità di prodotti statunitensi nel mercato comune, definendo le misure di sicurezza in vigore nel Vecchio continente “tariffe non monetarie”. “Sono tariffe, dove mettono regole che ti rendono impossibile vendere un’auto (…) Rendono tutto così difficile, gli standard, i test”, aveva sottolineato il presidente Usa. “Si inventano regole e regolamenti che sono stati concepiti solo per un motivo: che non puoi vendere il tuo prodotto in quei Paesi. E non permetteremo che ciò accada”.

Un punto su cui Trump e Meloni potrebbero andare d’accordo. “Se l’Europa pensa di sopravvivere a questa fase continuando a far finta di niente o a pretendere di iper regolamentare tutto, semplicemente non sopravviverà e abbiamo un problema più grande dei dazi americani”, ha detto ieri, sempre secondo quanto appreso da Adnkronos, Meloni.

Intanto però l’inquilino della Casa bianca si gode il momento. “I Paesi ci stanno chiamando per baciarmi il sedere. Muoiono dalla voglia di fare un accordo”, ha dichiarato ieri sera Trump a una serata di gala con i membri repubblicani del Congresso, scimmiottando i leader pronti ad accordarsi con Washington: “Per favore, per favore signore, fate un accordo. Farò qualsiasi cosa signore”. Tra una settimana toccherà anche all’Italia e all’Europa.

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