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“Vietato vendere droga e fare risse”: il regolamento interno degli abitanti del capannone sgomberato a Tor Cervara, a Roma

Immagine di copertina

Nel capannone industriale, sede delle ex Officine Romanazzi, vivevano alcuni degli ex abitanti della fabbrica di Penicillina di via Tiburtina

“Vietato vendere droga e fare risse”: il regolamento interno degli abitanti del capannone sgomberato a Tor Cervara, a Roma

“Vendere droghe è vietato in questo compound”. È una delle regole che si leggono in un cartello appeso a una delle baracche di fortuna costruite dagli abitanti del capannone industriale sgomberato lo scorso 3 febbraio a Roma, nel quartiere di Tor Cervara.

Nel capannone, sede delle ex Officine Romanazzi, vivevano alcuni degli ex abitanti della fabbrica di Penicillina di via Tiburtina, sgomberata a dicembre 2018. Molti degli abitanti della fabbrica, infatti, dopo la maxi operazione di sgombero hanno trovato rifugio in altri edifici abbandonati della zona.

Nell’ex fabbrica di penicillina di via Tiburtina 1040 vivevano richiedenti asilo e rifugiati usciti dal circuito dell’accoglienza, ma anche cittadini dell’est europa e italiani senza fissa dimora.

Il cartello mostra le regole di convivenza che alcuni abitanti hanno voluto fissare nonostante la loro precaria condizione abitativa e la marginalità sociale in cui si sono trovati costretti a vivere.

Al divieto di spaccio segue una lista con l’elenco delle varie sostanze proibite. Segue anche un altro divieto: “le risse non sono ammesse”.

“Chiunque sarà sorpreso a farlo sarà consegnato alla polizia”, si conclude il cartello trovato nel capannone.

Evidentemente, alla marginalità sociale e alle situazioni di abbandono non sempre corrisponde la propensione a delinquere, come spesso una parte della politica o della stampa vorrebbe far credere.

Qui le foto esclusive delle baracche sgomberate.

 

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