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Vaccini: una sola dose o due? Chi farà il richiamo e quando? Cosa dicono gli esperti

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La campagna vaccinale prosegue e molte sono le domande che medici e scienziati si stanno ponendo sul richiamo, ovvero la seconda dose del vaccino. A rispondere ad alcuni dubbi è il virologo e direttore del Cnr di Pavia Giovanni Maga su Repubblica.

S&D

Primo dubbio: La seconda dose è proprio necessaria? “Tutte le persone vaccinate – spiega Maga – anche con due dosi, in teoria potrebbero infettarsi, ma avranno una malattia con pochi o nessun sintomo. Perché con questi vaccini ci si riferisce a probabilità di avere malattia sintomatica. Inoltre tutti gli studi hanno dimostrato che le due dosi difendono al 100 per cento dal rischio di morte. Infine la persona vaccinata, anche se si infetta, ha una probabilità di contagiare molto inferiore rispetto a una non vaccinata”.

Secondo dubbio: quali sono i tempi di protezione? “La difesa – dice il direttore del Cnr – dopo la prima iniezione, è la stessa nei diversi vaccini: garantiscono una copertura all’incirca del 70-75 per cento. Dopo il richiamo, invece, il dicorso cambia: con Pfizer e Moderna è superiore al 90 per cento, con AstraZeneca si ferma all’80 per cento. Johnson & Johnson, almeno per ora, non richiede il richiamo. Si stanno conducendo studi clinici proprio per vedere se sia necessario. Già dopo due tre settimane dalla prima dose si ottiene una copertura elevata, intorno al 70 per cento appunto, quindi possiamo considerarci coperti da un eventuale attacco del virus”.

Terzo dubbio: chi ha avuto il Covid deve vaccinarsi? “Al momento – risponde il virologo – il ministero della Salute dà un’indicazione precisa: chi ha una storia nota di malattia e guarigione farà una dose da tre mesi in poi e solo quella. Perché la malattia è come se avesse sostituito la prima dose, mentre la vaccinazione un po’ come se fosse la seconda. Se parliamo di un guarito, parliamo di una persona che si è infettata magari nove mesi prima, con un ceppo del virus diverso rispetto a quelli al momento in circolazione. Parlo, in particolare della variante inglese, la più contagiosa. Quindi vaccinare anche chi è guarito vuol dire offrirgli un livello di protezione più alto”.

Quali vaccini hanno solo una dose? “Facciamo chiarezza – sottolinea Maga – a partire dai tipi di vaccino che oggi abbiamo di fronte – premette Maga –. La differenza fondamentale è il modo in cui rendono le nostre cellule capaci di stimolare l’immunità. Pfizer e Moderna danno al nostro organismo l’informazione alla proteina Spike, che a sua volta stimola il sistema immunitario racchiudendola in goccioline di grasso. Gli altri vaccini, AstraZeneca e Johnson&Johnson, invece, usano virus innocui (Adenovirus) che si legano alle cellule e fanno entrare l’informazione genetica”, conclude il medico.

Leggi anche: 1. 23 casi Covid sull’aereo atterrato a Fiumicino da Nuova Delhi: verifiche sulla variante indiana / 2. Dai vaccini alla variante fino ai dati falsati sui morti: ecco perché l’India ora preoccupa il mondo / 3. Covid, India nel panico: “La gente corre a comprare ossigeno ma così i malati restano senza”/4. Spostamenti, coprifuoco, pass. Le faq sul decreto riaperture: cosa si può fare da lunedì

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