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Home » Cronaca

“Non si può morire di scuola lavoro”: studenti in piazza per protestare contro le morti sul lavoro

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“Non si può morire di scuola-lavoro. Domani tutti in piazza per Lorenzo e Giuseppe, diciamo no a una scuola che insegna ai giovani che è normale lavorare gratis, senza diritti e sicurezza”, è il comunicato con cui il Fronte della Gioventù Comunista (Fgc) ha annunciato la protesta in programma oggi, venerdì 18 febbraio, in 40 piazze italiane per dire no all’alternanza scuola lavoro dopo che questa settimana si è verificata un’altra morte sul lavoro: Giuseppe Lenoci, 16 anni, ha perso la vita in un incidente stradale mentre era a bordo del furgone della ditta termo-idraulica presso cui stava svolgendo uno stage, in provincia di Ancona.

Tre settimane prima è toccato al 18enne Lorenzo Perelli, morto nel suo ultimo giorno di stage in provincia di Udine. “Così non si combatte la disoccupazione, si formano nuovi schiavi. Migliaia di studenti stanno alzando la testa e mettono in discussione un sistema basato sullo sfruttamento e orientato al profitto. Il Governo ha saputo rispondere solo con i manganelli della polizia, perché non vuole che l’unità nazionale a guida Draghi venga scossa da migliaia di giovani. Significa che abbiamo colpito nel segno. Siamo pronti alla mobilitazione in tutta Italia”, dichiara Simon Vial, responsabile scuola del Fgc.

Alla protesta di oggi non parteciperà la Rete degli Studenti Medi, ma solo i collettivi autonomi, che in alcune città occupano le scuole da giorni. Come a Torino, dove ad oggi risultano occupati una trentina di istituti in protesta contro l’alternanza scuola-lavoro ma anche per dire no alla reintroduzione della seconda prova scritta all’esame di maturità. A Roma la manifestazione partirà alle 10 a piazza Vittorio e arriverà in Piazza Venezia, a guidarla il collettivo la Lupa, il movimento studentesco nato a dicembre 2021 che unisce i collettivi autonomi romani e di provincia e due organizzazioni, OSA (oltranza studentesca d’alternativa) e FGC (fronte della gioventù comunista). La Rete degli Studenti medi non parteciperà alla manifestazione.

 

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