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La lettera dello studente afghano al rettore di Padova: “Temo di arrivare in ritardo per l’inizio delle lezioni”

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“Temo di arrivare in ritardo per l’inizio delle lezioni”. È quanto ha scritto, in una commovente email recapitata al rettore dell’Università di Padova Rosario Rizzuto, uno studente afghano rimasto bloccato nel suo paese dopo la presa del potere da parte dei talebani. Una missiva gentile, educata, rispettosa, nonostante il dramma che il ragazzo (la cui identità non è stata rivelata per motivi di sicurezza) sta vivendo in Afghanistan.

S&D

Lo studente (come altri 16 suoi connazionali immatricolati nell’ateneo padovano) al momento è impossibilitato a raggiungere l’Italia. Questo il testo della sua lettera, scritta in inglese:

“Caro signore, spero che lei stia bene. Sono stato ammesso all’anno accademico 2021-2022 e beneficio di una borsa di studio del governo italiano. Il programma di studi, come mi è stato detto, partirà ad ottobre 2021. Però l’ambasciata italiana, a causa dell’attuale situazione che si è venuta a creare in Afghanistan, è chiusa e il personale ha già lasciato il Paese. Mi è impossibile presentare la domanda di visto nei tempi richiesti e temo che le difficoltà in corso comporteranno un notevole ritardo sull’arrivo a Padova. Ho paura che questa orribile condizione non mi faccia arrivare in tempo per l’inizio delle lezioni. Dunque, vorrei chiederle gentilmente di tenere in considerazione il mio caso”.

Il rettore dell’Università di Padova ha risposto al ragazzo: “Siamo perfettamente consapevoli e molto preoccupati di quanto accade in Afghanistan. Ti assicuro che non vediamo l’ora di averti come studente. So che potresti sforare i termini formali per l’immatricolazione a Padova, ma faremo di tutto per aiutarti ad ottenere il visto e a raggiungere in sicurezza il nostro Paese. Chiederemo al nostro governo di inserirti nell’elenco dei cittadini afgani che potranno imbarcarsi sui voli per Roma e ottenere il visto attraverso una procedura semplificata. E spero di avere presto l’occasione di incontrarti personalmente a Padova”.

Leggi anche: L’ex ministra della comunicazione afghana a TPI: “Coi talebani bisogna dialogare per farli cambiare”

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