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Lo sfogo di Jovanotti sulle critiche al Jova Beach Party: “Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato dello scarico di Nuova Delhi”

Immagine di copertina

Dopo un'estate di attacchi al suo tour, Jovanotti sbotta su Facebook

Jovanotti, lo sfogo contro gli ambientalisti: “Siete più inquinati di Nuova Delhi”

Il tour estivo di Jovanotti, l’attesissimo “Jova Beach Party”, ha preso il via a luglio di quest’anno e da allora non ha smesso di subire critiche e attacchi da parte degli ambientalisti di tutta Italia: a pochi giorni dalla fine, il cantante si abbandona così ad uno sfogo.

S&D

Una delle principali associazioni che ha attaccato il Jova Beach Tour anche prima che iniziasse è la Lega italiana per la protezione uccelli (Lipu), che ha fatto spostare la data laziale di Ladispoli sulla spiaggia di Marina di Cerveteri per proteggere l’uccello fratino, che nidifica in quella zona, e ha cercato di far cancellare o spostare anche le date del tour previste negli altri luoghi in cui il fratino nidifica.

Jova Beach Party, gli animalisti contro Jovanotti: “Non ce l’abbiamo con la musica ma ci sta a cuore la natura”

Intanto, mentre la data di Vasto veniva annullata dall’amministrazione locale per l’impatto sulla spiaggia e sulla mobilità, anche l’alpinista Reinhold Messner ha polemizzato con il cantante per “disturbare la quiete della montagna” con il concerto organizzato Plan de Corones, che è comunque andato in scena.

Annullato il Jova Beach Party di Vasto: Jovanotti non si esibirà il 17 agosto

Adesso, a pochi giorni dalla fine dell’agognato tour di 14 date sulle spiagge di tutto il Paese, Jovanotti non ce la fa più e sui social sbotta. Il suo attacco è al mondo dell’ambientalismo e delle piccole associazioni, che per Jovanotti hanno strumentalizzato il suo tour nel corso di tutta l’estate per ottenere la visibilità di cui normalmente non godono:

“Quando abbiamo iniziato a progettare JBP la primissima cosa che abbiamo fatto è stato contattare il WWF per poterli incontrare per raccontare l’idea e chiedere a loro un parere, e sono stato io personalmente a metterla come condizione di partenza”, esordisce Jovanotti su Facebook.

“Il Wwf perché è una grande organizzazione storica che non cerca visibilità ad ogni costo ma opera sul campo, la visibilità serve a promuovere attività di difesa e cura dell’ambiente, ha competenze specifiche, è radicata nei territori, ha un vero comitato scientifico e una rete vera e diffusa di operatori ed osservatori”.

“Non mi sarei mai aspettato, nonostante non sia un ingenuo rispetto a questo genere di cose, che il mondo dell’associazionismo ambientalista fosse così pieno di veleni, divisioni, inimicizie, improvvisazione, ciarltroneria, sgambetti tra associazioni, protagonismo narcisista, tentativi di mettersi in evidenza gettando discredito su tutto e su tutti, diffondendo notizie false, approfittando della poca abitudine al “fact checking “ di molte testate. Il mondo dell’ambientalismo è più inquinato della scarico della fogna di Nuova Delhi!” rivela il cantante.

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“Pensavo e penso ancora che la collaborazione con il Wwf sia garanzia di rispetto delle aree. Invece un delirio nei social, una miriade di cazzate sparate a vanvera da chiunque, una corsa al like facile da parte di sigle e siglette che hanno approfittato ogni giorno della visibilità offerta da un nome popolare e da un grande evento per cavalcare l’onda, mettersi in mostra, inventare palle, produrre prove false che nessuno mai verificherà perché la rete è così. Addirittura “Lega ambiente” e “Ente Nazionale Protezione Animali” recentemente sono cascate in una trappola tesa loro dai mitomani che se non fossero pericolosi farebbero anche ridere (sono emerse storie che superano sceneggiature di commedie grottesche)”, continua ancora Jovanotti.

“Hanno detto che abbiamo abbattuto alberi, sterminato colonie di uccelli, spianato dune incontaminate, costruito eliporti, disorientato fenicotteri, prosciugato stagni, gettato napalm sulle piantagioni di canna da zucchero del sud-est asiatico, trivellato il mare, assoldato mercenari, mostrato ascelle a gente che non gradisce certe sconcerie (soprattutto non gradisce la ascelle), sudato troppo, goduto troppo, ballato troppo, cantato troppo, disturbando sia Don Camillo che Peppone.

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“Io ogni giorno da novembre scorso mi confronto, e con me i responsabili della produzione, con il Wwf e chiediamo a loro se le cose che girano in rete sono credibili e la riposta è sempre stata, dopo ogni verifica fatta, che non lo sono. C’era una criticità (non accertata pienamente, diciamo un rischio di criticità) sulla spiaggia di Ladispoli e ci siamo spostati. Le altre spiagge dove Jova Beach Party ha portato gioia, messaggi seri sui comportanti adottabili da subito per ridurre il proprio impatto ambientale, amore, cultura, economia, goduria, coraggio, spirito avventuroso e originalità sono tutte spiagge dove ci vanno le persone per tutto l’anno e tutta l’estate, luoghi popolari, spesso affollati”.

Ci siamo presi cura di ogni aspetto legato alla tutela dell’ambiente investendo più delle risorse disponibili, e ci siamo sottratti alla spocchia pelosa di molti farabutti che dietro alla maschera dell’ambientalismo nascondono ansia di protagonismo quando non disonesta ricerca di incarichi ben pagati con denaro pubblico o donazioni di gente raggirata con false immagini a effetto, ripeto: false, taroccate, inventate, decontestualizzate, drammatizzate ad arte. Pensate che in una spiaggia una delle tante denunce preventive che abbiamo avuto sosteneva che avremmo danneggiato una specie floreale e allegava foto specifiche che poi si sono rivelate essere fiori che crescono nel sud del Pacifico, fiori che nel mediterraneo non esistono neanche dal fioraio”.

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Hanno detto bugie a raffica, ogni giorno taggando me per sbracciarsi nella folla dei social per un follower in più“.

Jovanotti crede che le critiche che gli sono piombate addosso nel corso del tour estivo siano dipese per la maggior parte dalla voglia delle associazioni piccole e normalmente sconosciute di ottenere visibilità attraverso il suo nome.

Jova Beach Party non si mette maschere, è tutto alla luce del sole, siamo stati costantemente controllati, monitorati dalle autorità che giustamente verificano ogni singolo dettaglio”, dice ancora in cantante, e spiega che secondo lui l’intento ambientalista dei suoi concerti è stato pienamente rispettato, e in un modo efficace, perché lontano dai social.

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“Jova Beach Party parla di comportamenti da adottare con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale a centinaia di migliaia di persone intelligenti, aperte, evolute, e non lo fa via Twitter ma sul posto, e lo fa senza puntare il dito per darsi delle arie, lo fa senza infondere assurdi sensi di colpa a una generazione che deve trovare entusiasmo nell’idea di cambiamento e di progresso e non imbattersi in cupi pseudo amanti della natura buoni solo ad inquinare il web con le loro cazzate e anatemi”.

L’ecologia è una scienza, se si trasforma in terreno di scontro di tifoserie è un danno per tutti, non si tratta di giocare a discutere se la terra è piatta o se l’aglio scaccia i vampiri ma di scienza, comportamenti, tecnologia, obiettivi a breve e lungo termine, politiche locali, nazionali e internazionali, studio, ricerca, ispirazione, competenza, risorse, investimenti, impegno, analisi seria dello stato delle cose, senza panico e con voglia di collaborare”

“Ciao a tutti”, conclude Jovanotti.

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