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Home » Cronaca

Licenziamenti e trasferimenti punitivi: sciopero all’Anmil

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Sciopero all’Anmil: le motivazioni dei lavoratori

Cassa integrazione, ritardi nel pagamento degli stipendi, licenziamenti e trasferimenti punitivi, assenza di confronto con i dipendenti. Per queste ragioni i lavoratori dell’Anmil (Associazione nazionale tra lavoratori mutilati ed invalidi del lavoro) hanno indetto una giornata di sciopero per giovedì 23 gennaio 2025.

Nel mirino del Comitato dipendenti ci sono i vertici dell’associazione: il presidente Emidio Deandri e il direttore generale Anmil, Zoello Forni.

I problemi vengono da lontano. Dal 2011 il Patronato Anmil ha iniziato ad accumulare un credito nei confronti del Ministero del Lavoro delle Politiche sociali che oggi arriva a quasi 10 milioni di euro. A causa delle difficoltà economiche, negli ultimi tre anni l’associazione ha fatto ricorso a cassa integrazione e contratti di solidarietà.

Ma secondo il Comitato dipendenti “da alcuni mesi tutto è precipitato”: un peggioramento che sarebbe coinciso con l’elezione di Deandri e Forni.

Nel comunicato stampa che annuncia lo sciopero si parla di “alcuni licenziamenti ingiusti e incomprensibili ai vertici”, “trasferimenti punitivi”, “azioni meramente ritorsive operate nei riguardi di alcuni dirigenti”, chiusura di “sedi meritoriamente produttive”, oltre alla “instaurazione di un clima di terrore”. “In oltre 40 anni, mai i dipendenti avevano sentito il bisogno di ricorrere a tutele sindacali”, si legge nella nota.

L’Anmil conta circa 450 dipendenti in tutta Italia. “Riteniamo doveroso informare i 250.000 iscritti all’associazione che non è colpa né responsabilità del personale di tutta la rete se ci sono stati problemi di gestione delle loro pratiche negli ultimi tempi”, scrivono i promotori dello sciopero, che prevede anche un sit-in alle ore 10 davanti alla sede del Ministero del Lavoro.

Anmil, la replica dei vertici

I vertici dell’associazione rispondono agli scioperanti con una nota. “Le vicende preoccupanti sul futuro dell’Anmil non sono purtroppo inaspettate, ma durano ormai da alcuni anni e sono principalmente dovute ai mancati rimborsi relativi all’attività di Patronato da parte del Ministero del Lavoro e anche a una passata gestione non sempre puntuale”, sostengono il presidente Deandri e il direttore generale Forni.

“Convinti del valore della nostra rete di risorse umane e portando nei loro confronti il massimo rispetto, una delle nostre priorità è stata mettere da subito al corrente i nostri lavoratori circa le criticità del momento attraverso due incontri telematici che il direttore generale, Zoello Forni, ha tenuto con il personale Anmil di tutta Italia. Il nuovo contratto di solidarietà è stato sottoscritto con tempi e modalità identiche al precedente”, si legge nella replica dei vertici Anmil.

“Rispetto alla questione dei due licenziamenti – continua il comunicato – si rappresenta che purtroppo anche in passato si è stati costretti a licenziare, nonché a chiudere un intero ufficio con conseguente perdita del posto di lavoro per tre unità. Allo stesso modo in passato sono stati effettuati trasferimenti tra sedi periferiche e tra Direzione Generale e sedi periferiche, con conseguenti dimissioni di alcuni lavoratori. Inoltre, si ricorda che in passato i Dirigenti Associativi hanno provveduto ad allontanare altri loro colleghi Dirigenti di un’intera Regione, causando gravi ripercussioni sui servizi svolti sui territori, solo perché denunciavano la preoccupazione per una situazione economica sempre più complessa e preoccupante”.

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