Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 07:31
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

“Ho tre lauree e rifiuto il vaccino perché non faccio la cavia”: parla il docente senza green pass

Immagine di copertina

“Il punto non è vaccino no o vaccino sì, io sono a favore dei vaccini: quello che rasenta l’incostituzionalità è il fatto che si obblighi il lavoratore ad accedere al luogo di lavoro soltanto con il Green Pass. Vorrei vederci più chiaro e non fare la cavia: che poi sia utile vaccinare in questo momento storico per calmierare il contagio, lo capisco: però non mi si può chiedere un foglio per entrare al posto di lavoro. La mia scelta è una scelta attendista: massima fiducia nella scienza, ma sicuramente l’evoluzione del lavoro fatto dagli scienziati sul vaccino ha bisogno ancora di qualche limatura”: A parlare a Repubblica è Valentino Di Carlo, docente precario di 41 anni e tre lauree magistrali alle spalle. Di Carlo insegna in scuole e istituti superiori di Lecco.

Di Carlo spiega quali sono i suoi dubbi sul vaccino: “Come mai chi si è vaccinato ha dovuto firmare liberatorie su ciò che si è fatto iniettare, che sgravano lo Stato da ogni responsabilità? In pandemia dovrebbe essere lo Stato a prendersi la responsabilità per i suoi cittadini e non lasciarli soli a scegliere”. Di Carlo si domanda inoltre come mai l’ipotesi dei tamponi gratis non sia stata contemplata per i lavoratori della scuola.

“Perché non tutelare anche chi intende andare a lavorare senza dover necessariamente esibire la vaccinazione e il Green Pass, anche perché la vaccinazione non esclude la diffusione della malattia. E poi non c’è un minimo di collaborazione: è stato anche detto che i tamponi devono essere pagati dai docenti, siamo alla follia, soprattutto per i precari: il tampone costa adesso 15 euro, ne devo fare tre a settimana, per un totale di 45 euro a settimana. E solo per poter entrare nel posto di lavoro. Siamo l’unica categoria trattata così. Perché?”.

Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Maria Rosaria Boccia è incinta? “Oggi” pubblica le foto della donna col pancione
Cronaca / Licenziamenti e trasferimenti punitivi: sciopero all’Anmil
Ti potrebbe interessare
Ambiente / È uscito il nuovo numero di The Post Internazionale. Da oggi potete acquistare la copia digitale
Cronaca / Maria Rosaria Boccia è incinta? “Oggi” pubblica le foto della donna col pancione
Cronaca / Licenziamenti e trasferimenti punitivi: sciopero all’Anmil
Cronaca / Delitto di Novi Ligure, Omar Favaro a processo per violenze all’ex moglie
Cronaca / Ritrova la madre biologica dopo 20 anni grazie ai social: “È il giorno più bello della mia vita”
Cronaca / Neonata rapita in ospedale da una finta infermiera e poi ritrovata
Cronaca / Giorgia Meloni contro Fabrizio Corona: al via il processo sul falso “legame affettivo” della premier
Cronaca / Blitz degli studenti a Milano: fantoccio di Elon Musk a testa in giù a Piazzale Loreto
Cronaca / Il presidente della Quadriennale di Roma 2025, Luca Beatrice, è morto a 63 anni
Cronaca / Alessandro Basciano in aula per stalking nei confronti dell'ex Sophie Codegoni