Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 11:59
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

La protesta dei ristoratori che violano il Dpcm e restano aperti: “Siamo disperati, dal governo solo briciole”

Immagine di copertina
La foto di destra è di ansa foto

Inizia oggi, venerdì 15 Gennaio, la protesta dei ristoratori in tutta Italia che apriranno i loro esercizi, a pranzo e a cena, andando contro le disposizione del Governo in materia di Covid-19.

Il settore della ristorazione è uno dei settori più colpiti dalla pandemia: chiusure prolungate, aperture a singhiozzo, ristori che tardano ad arrivare e una grande sofferenza tra i professionisti del settore. Gli esercenti si sono quindi mossi verso un vero e proprio atto di disobbedienza dettato, come si apprende dai vari messaggi pubblicati sui social, dall’esasperazione: la clamorosa campagna di protesta che è rimbalzata sui social network, accompagnata dall’hashtag #ioapro, in Italia ha già raccolto oltre 50mila adesioni.

L’idea è quella di una protesta pacifica che non trasgredisce le norme: i clienti si siederanno ai tavoli ma non consumeranno: piuttosto, si scatteranno una foto per solidarizzare con la categoria. Su Telegram sono nati decine di gruppi in cui, ristoratori e non, discutono della crisi e della riapertura di stasera. I messaggi sono centinaia, c’è rabbia e frustrazione e si pensa anche a una grande manifestazione di dissenso contro l’ultima stretta imposta dal nuovo Dpcm che andrà in vigore domani 16 gennaio.

“Noi rimarremo aperti anche dopo le 22, poi dipende dal cliente se vuole infrangere il lockdown. Noi restiamo aperti, rischiamo le multe ma ce provamo“, racconta a TPI un ristoratore di Roma che ha un pub di musica dal vivo.

“Siamo al fallimento, proviamo a stare in piedi invece che in ginocchio. Ora siamo un terzo di quanti eravamo prima a lavorare. Non c’è nessuno ormai. Dal Governo è arrivato poco e niente come sovvenzioni, non ci pago nemmeno le bollette. Falliti per falliti preferiamo stare aperti. Ci ha chiamato la Questura di Roma dicendo di non aprire. Sono 7 mesi in un anno che stiamo chiusi, io ho due bambini, sono separato. Sono sul lastrico. Dopo le 18 continuiamo a esercitare, chi viene viene, c’è un po’ di musica. Da noi si ballava, ci si divertiva, adesso è tutto un pianto. Oggi stiamo aperti, domani pure, finché non arriva l’esercito che ci fa chiudere con la forza”.

Ma non sono solo i ristoratori a voler aprire: sia come spiega il ristoratore romano a TPI, sia sulle chat di Telegram, sono anche i cittadini che si informano sulle riaperture e chiedono di prenotare tavoli per poter uscire e frequentare nuovamente bar, pub e ristoranti.

“Stasera c’è parecchia gente che vuole venire. Tutti rivoluzionari. Non sono solo giovani, mi hanno chiamato due pensionate che hanno detto che è impossibile continuare così. Io sono disponibile a chiudere, basta che mi danno i soldi per campare, per pagare la corrente, Sky, Fastweb, l’Ama, se ci danno questi soldi va bene, ma se mi danno le briciole non si può fare. Da marzo ci ho pagato 3 bollette della corrente con i ristori. Ho finito tutto, non ho più niente. Gli altri ristori so altre briciole. In Germania gli hanno dato l’80% del fatturato e sono arrivati i soldi. In televisione dicono un sacco di bugie”.

C’è però anche chi dice no, Fipe Confcommercio invita i suoi aderenti a non partecipare alla protesta. La Federazione Italiana Pubblici Esercizi dice di comprendere “la frustrazione e il senso di spaesamento di tanti esercenti”, ma li invita a non andare contro la legge rischiando sanzioni da 400 euro in su per ristoratori e clienti.

“Il Ministero dell’Interno”, spiega la Fipe, “è stato molto chiaro sui provvedimenti di controllo che verranno adottati nei confronti di chi non rispetta la legge. Inoltre, ci siamo battuti per mesi a difesa della reputazione del settore, trattato in modo sproporzionato dai provvedimenti come fonte di contagio e non valorizzato come attività essenziale. Se in seguito ad aperture forzose si dovesse casualmente registrare un nuovo picco nei contagi, l’intera categoria sarebbe ulteriormente danneggiata anche da questo punto di vista”.

Leggi anche: La protesta dei ristoratori: “Da venerdì teniamo aperto e violiamo le regole del Governo”

Ti potrebbe interessare
Cronaca / L’inizio della rissa in discoteca tra Fedez e Iovino ripreso dalle telecamere: un’ora dopo l’aggressione
Cronaca / Così Filippo Turetta ha pianificato la morte di Giulia Cecchettin
Cronaca / “L’Aeroporto di Roma Frosinone e il Futuro del Trasporto Aereo nel Lazio”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / L’inizio della rissa in discoteca tra Fedez e Iovino ripreso dalle telecamere: un’ora dopo l’aggressione
Cronaca / Così Filippo Turetta ha pianificato la morte di Giulia Cecchettin
Cronaca / “L’Aeroporto di Roma Frosinone e il Futuro del Trasporto Aereo nel Lazio”
Cronaca / Chef Rubio aggredito davanti alla sua abitazione a Roma
Cronaca / Filippo Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin con 75 coltellate
Cronaca / A chi fa gola il mega-porto crocieristico di Fiumicino
Cronaca / Accolto il ricorso, Ilaria Salis andrà ai domiciliari a Budapest
Cronaca / Fedez e l'aggressione a Iovino, un testimone incastra il rapper: "Era lui"
Cronaca / La Sapienza chiude la Biblioteca Alessandrina per contenere le proteste anti-Israele degli studenti
Cronaca / Francia, assalto a un furgone della polizia penitenziaria: uccisi due agenti