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Ex professore universitario in pensione perde tre dita per un petardo a Capodanno: “Non sparerò mai più”

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Il petardo gli è esploso in mano subito dopo l’accensione della miccia: “Non ho avuto neanche il tempo di reagire o di allontanarmi, un secondo dopo ho visto che ero completamente ricoperto di sangue”, dice Ciro Belfiore, 77enne docente universitario in pensione originario di Portici, in provincia di Napoli.

Stava festeggiando il Capodanno con “uno dei pochi botti che, in famiglia, avevamo acquistato”. Mentre era sul balcone, a un paio d’ore dallo scoccare della mezzanotte, ha provato a far esplodere un petardo mentre era da solo. “Avevo appena acceso la miccia quando, immediatamente, è esploso”, ha raccontato a Il Mattino.

È una delle 15 persone rimaste ferite tra Napoli e provincia durante i festeggiamenti. Soccorso all’ospedale Vecchio Pellegrini, ha subìto l’amputazione parziale di tre dita. “Ricordo di aver pensato che il filo della miccia era troppo corto – ha spiegato – lo scoppio è stato così veloce rispetto al momento dell’accensione che, ho immaginato, non ci fosse il filo sufficiente per accenderlo regolarmente. Ma non posso esserne sicuro. C’è anche la possibilità che il petardo fosse difettoso”.

Sulla provenienza del “botto” non è sicuro: “C’era un numero molto limitato di fuochi. E buona parte credo fossero stati acquistati presso negozi. Ma non posso escludere che qualcuno fosse stato comprato in strada”.

Le ferite che ha riportato non gli impediranno di continuare a vivere come prima, ma sente di voler rivolgere un messaggio “che riguarda la sicurezza”: “Con i botti non si è mai al sicuro anche quando crediamo di avere tutto sotto controllo”.

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