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“Pensavo che uccidendoli mi sarei liberato”: le parole del 17enne che ha sterminato la famiglia a Paderno Dugnano

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“Ero convinto che uccidendoli avrei potuto vivere in modo libero. Distaccandomi dalla mia famiglia avrei potuto vivere in solitario”. “Pensavo che una coltellata sarebbe bastata per morire. Poi ho visto che stavano continuando a soffrire. Era tutto il giorno che stavo covando questo pensiero”. Sono alcune delle frasi pronunciate nelle ultime ore dal 17enne che due giorni fa – nella notte tra sabato 31 agosto e domenica 1 settembre – ha ucciso i genitori e il fratello di 12 anni nella villetta di famiglia a Paderno Dugnano, in provincia di Milano.

“Vivevo questo disagio, un’angoscia esistenziale, ma non pensavo di arrivare a uccidere, non mi so spiegare cosa mi sia scattato quella sera, purtroppo è successo”, ha detto il giovane agli inquirenti e al personale del centro di prima accoglienza del carcere minorile Beccaria, dove si trova recluso dopo aver confessato.

“Provavo un malessere, mi sono sentito estraneo rispetto al mondo, un altro rispetto a tutti e ci pensavo da un po’ a uccidere”, lamenta l’adolescente, ora accusato di triplice omicidio pluriaggravato anche dalla premeditazione.

“È provato, sta prendendo consapevolezza di ciò che ha fatto, anche se non riesce a darsi una spiegazione”, ha spiegato il suo legale di fiducia, l’avvocato Amedeo Rizza.

Secondo la pm della Procura per i minorenni Sabrina Ditaranto, il triplice omicidio compiuto dal giovane non ha un “movente tecnicamente valido dal punto di vista giudiziario”.

Il 17enne sarà sottoposto ad accertamenti psicologici e psichiatrici. Intanto sono stati sequestrati telefoni, pc e dispositivi del giovane e dei familiari, anche per verificare se il ragazzo possa essere stato soggetto a eventuali “forme di indottrinamento” sul web.

I nonni, che hanno manifestato “molta pena e compassione per lui”, si sono resi disponibili a incontrarlo, ma non potranno farlo prima dell’udienza di convalida dell’arresto.

Qualche ora prima del triplice omicidio, nella casa della famiglia il padre dell’adolescente aveva festeggiato il suo 51esimo compleanno. Secondo la procuratrice Ditaranto, “quei festeggiamenti possono aver acuito il pensiero del ragazzo, perché le feste sono sempre problematiche per chi soffre”.

Il giovane ha raccontato agli inquirenti di essere rimasto sveglio dopo la festa e di aver aspettato che tutti in casa dormissero. Poi ha preso un grosso coltello da cucina e ha aggredito il fratello mentre dormiva: il 12enne è riuscito a gridare e a svegliare i genitori, che sono accorsi nella camera dei due figli.

A quel punto, il 17enne ha accoltellato anche loro: prima la madre, poi, quando lei si è accasciata, anche il padre, “di spalle, mentre prestava soccorso al figlio minore” e “urlava di chiamare i soccorsi”.

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È stato lo stesso omicida a telefonare al 118. Inizialmente ha riferito di aver ucciso il padre poiché quest’ultimo aveva assassinato la madre e il fratello. Poi però, all’inizio dell’interrogatorio, ha confessato di essere lui l’autore dei tre omicidi “per liberarsi di un peso”.

Ricostruendo il suo “malessere” e il suo senso di “estraneità al mondo”, il 17enne ha detto anche riferito di aver pensato di andare a combattere in Ucraina.

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