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    Omicidio Willy, la fidanzata di uno degli aggressori: “Aspetto un figlio da lui, se ha sbagliato deve pagare”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 9 Set. 2020 alle 08:03 Aggiornato il 9 Set. 2020 alle 12:57

    Omicidio Willy, la fidanzata di Gabriele Bianchi: “Aspetto un figlio da lui”

    “Se Gabriele ha sbagliato è giusto che paghi, però deve essere appurato da un tribunale e non dalla stampa. Io spero che si interrompano le minacce arrivate dal web e rivolte al figlio che ho in grembo, che non ha colpe e non può subire attacchi del genere, per giunta ancor prima di essere venuto al mondo”. A parlare è Silvia Ladaga, 28 anni, fidanzata di Gabriele Bianchi, il maggiore dei due fratelli accusati insieme ad altri due loro amici di aver ucciso Willy Monteiro Duarte, il ragazzo italo-capoverdiano di 21 anni morto dopo un pestaggio nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre a Colleferro, vicino Roma. La donna, di Velletri, in un’intervista a Repubblica ha parlato del “suo” Gabriele, che giudica incapace di compiere un gesto come quello di uccidere un innocente: “Il mio Gabriele? Non è in grado di commettere un omicidio. Non ci credo. Accanirsi su un ragazzino fragile come Willy…non è da lui”.

    La famiglia Ladaga è molto conosciuta sia a Velletri che a Lariano. Il padre di Silvia, Salvatore Ladaga, ha 63 anni ed è consigliere comunale a Velletri per Forza Italia. Fa politica dal 1984: è stato vicesindaco, poi assessore e infine sindaco pro-tempore. Una passione trasmessa anche alla figlia, che due anni fa si è candidata con Forza Italia alle Regionali nel Lazio: ottenne 5.690 preferenze, non sufficienti per l’elezione. Ma è entrata lo stesso in Consiglio regionale come membro dello staff. Oggi, Silvia è al sesto mese di gravidanza. Ma da quando ha saputo dell’omicidio di Willy e del coinvolgimento di Gabriele, ha perso ogni serenità: “Il giovane Willy è la prima vittima di questa tragedia. Qualcuno può anche non credermi, ma è a lui e alla sua famiglia che va il mio pensiero. Come futura madre non posso che pregare e piangere per lui. Porto nel grembo un bambino che, in questo mondo, può morire per un motivo futile e irrisorio come è successo a Willy. È un pensiero che mi terrorizza”.

    In questi giorni, a causa dello stress, Silvia ha avuto qualche problema di salute: “Sono andata a fare un’ecografia d’urgenza, tutto ok per ora. Ho fatto il controllo perché non mi sono sentita bene, e purtroppo devo fare qualche altra visita. Adesso però devo trovare la forza per pensare solo a mio figlio. Giovedì ho un altro appuntamento dal medico, non è facile, e non posso dire di stare bene”. La ragazza ha spiegato inoltre che la notte del 5 settembre era a dormire da un’amica e che è venuta a sapere dell’accaduto solo il giorno dopo. Infine, una certezza: “Il colore della pelle non c’entra, Gabriele non è razzista, non si interessa di politica”. Gli inquirenti, al momento, vanno però in un’altra direzione.

    Tutti gli approfondimenti di TPI sull’aggressione di Colleferro: 1. LA CRONACA: 21enne interviene per difendere un amico: massacrato a morte dal branco / 2. LA RICOSTRUZIONE: “Vi prego basta, non respiro più, così è morto Willy / 3. LA BIO: “Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy / 4. I PROFILI: Dal culto per le arti marziali ai precedenti per spaccio: chi sono gli aggressori di Willy Monteiro / 5. Sognava di diventare come Totti”: chi era Willy Monteiro

    6. IL DETTAGLIO: Uno degli aggressori di Willy Monteiro insegnava arti marziali ai bambini / 7. LE OPINIONI: Se a uccidere un bianco fossero stati 4 neri sarebbe scoppiato il finimondo (di G. Cavalli) / 8. Quel gesto vigliacco e codardo: infierire sul corpo di Willy quando era già in terra (di Lara Tomasetta) / 9. LA TESTIMONIANZA: “Per noi era come un figlio, sarebbe diventato un bravo chef”: parla il direttore dell’hotel dove lavorava Willy

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