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Mottarone, chiuse le indagini: “Mancati controlli sulla fune e falsificazioni nel registro”

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A distanza di due anni esatti da quel 23 maggio 2021, quando sulla funivia Stresa-Mottarone persero la vita 14 persone a causa della caduta di una cabina, la procura di Verbania ha chiuso l’indagine per 8 delle 14 persone e società indagate. Per tutte si profila una richiesta di rinvio a giudizio: si tratta di due società – Ferrovie del Mottarone e Leitner, incaricata della manutenzione – e sei persone.

Per la prima azienda sono indagati: Luigi Nerini, titolare, Enrico Perocchio, direttore d’esercizio, e Gabriele Tadini, capo servizio. Per Leitner sono indagati: Anton Seeber, presidente del Cda, Martin Leitner, consigliere delegato, e Peter Rabanser, responsabile del customer service. Per i 6 tecnici sotto indagine, ai quali le aziende avevano affidato i controlli, è stata chiesta l’archiviazione. Dai primi accertamenti, riferisce l’Ansa, due sono gli elementi particolarmente rilevanti emersi: le condizioni del cavo rimasto poi tranciato e il mancato funzionamento del freno di sicurezza. Nell’avviso di conclusione delle indagini, i pm scrivono che non furono effettuati i “controlli a vista mensili sul tratto di fune traente in prossimità del punto di innesto al carrello (testa fusa), previsti dal manuale d’uso e manutenzione”.

Allo stesso modo, si legge, non sono stati rilevati i “segnali di degrado della fune”, che “si deteriorava progressivamente, sino a rompersi”. Nel punto d’innesto, “il 68% circa dei fili” è risultato lesionato. Gli inquirenti accusano il caposervizio Gabriele Tadini e il direttore di esercizio Enrico Perocchio di aver nascosto le anomalie: il primo non avrebbe annotato i problemi riscontrati sull’impianto, mentre il secondo – conscio della falsità dei registri – avrebbe controfirmato gli atti. I reati contestati sono vari: attentato alla sicurezza dei trasporti, rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni colpose gravissime e falso in atto pubblico.

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