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Maturità, l’ira dell’ex ministro Bianchi: “Traccia su di me inaudita e offensiva”

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Maturità, l’ira dell’ex ministro Bianchi: “Traccia su di me inaudita e offensiva”

Una scelta “anomala, provocatoria e totalmente fuori luogo”. Non ha usato mezzi termini l’ex ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi nel commentare la prima prova dell’esame di maturità. A finire sotto accusa è la traccia che chiede agli studenti di commentare una lettera aperta del 2021, in cui un gruppo di accademici rivolgeva un appello a Bianchi per il ritorno a un “esame serio”. “L’ho trovato inaudito e offensivo nei miei confronti e nei confronti dei ragazzi e delle famiglie. Di una sconcezza e scorrettezza infinite. Un attacco diretto nei miei confronti senza motivo”, la reazione durissima di Bianchi in un’intervista a La Repubblica. “Non ci vedo nemmeno un pensiero politico, ma solo l’incapacità di cogliere il senso e il valore di quanto accaduto in questi anni”. E ancora: “La traccia è scritta in modo tale da far passare me come una burletta, cosa che non sono stato. La trovo pretestuosa dal punto di vista politico, perché vuole colpire tutti quelli che hanno lavorato per il bene della scuola”.

Secondo Bianchi, è “inaudito che si faccia commentare ai ragazzi un testo che non si sa chi ha scritto, genericamente inviato nel dicembre del 2021 con una frase che dice ‘abbiamo letto sui giornali che lei sarebbe intenzionato a…. ‘. Frase poi smentita dai fatti visto che l’anno successivo gli scritti furono reintrodotti. Ma ci vogliamo attenere ai fatti? Gli esami di maturità senza la prova scritta sono quelli al tempo del covid e poi siamo stati noi a ripristinarla”.

Nell’intervista, l’ex ministro dice di non essersi “assolutamente” pentito dello svolgimento degli esami di maturità nel periodo della pandemia. “Io mi sono insediato nel febbraio del 2021, in piena epoca pandemica. Dovevamo riuscire a concludere l’anno, trovare il modo di riportare i ragazzi a scuola – cosa che poi abbiamo fatto -, e garantire a tutti gli studenti una valutazione delle attività perché sono profondamente convinto che sia necessaria una giusta articolazione dei giudizi e dei valori. L’alternativa nel 2021 sarebbe stata eliminare gli esami, non far chiudere un ciclo ai ragazzi, un ciclo – ricordiamolo – segnato da una emergenza senza precedenti e ancora impresso nelle loro e nelle nostre vite. E invece abbiamo optato comunque per un esame seppur senza scritti”.

Bianchi ricorda anche che il suo successore quest’anno ha deciso di non sottoporre alla prova scritta gli studenti dell’Emilia-Romagna reduci dalle alluvioni: “pur con alcune critiche, non mi verrebbe mai in mente di sottolineare che ha scelto un esame burletta”, sottolinea Bianchi.

Questo punto viene ricordato anche l’attuale ministro Giuseppe Valditara, che al Corriere della Sera dice di essersi sentito con Bianchi e di aver chiarito tutto. “Io ho stima di Bianchi, sono stati i suoi predecessori a togliere gli scritti, a causa della pandemia, e gli dò atto di averli reintrodotti. Non avevo un intento offensivo. Penso invece che bisogna abituare i ragazzi ad interrogarsi sul tipo di scuola che vorrebbero e sulle scelte che si fanno”, le parole di Valditara.

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