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La mail razzista dell’azienda ai fornitori: “Non mandateci corrieri di colore”

Immagine di copertina
Immagini da: Pixabay - Getty Images

La mail razzista dell’azienda ai fornitori: “Non mandateci corrieri di colore”

“Non mandateci corrieri di colore”. È l’incredibile avvertimento discriminatorio, con tanto di minaccia a interrompere i rapporti, contenuto in una mail che gli amministratori di un’azienda hanno deciso di inviare a tutti i loro fornitori. Protagonista della vicenda è un’impresa bresciana, la Chino Color srl di Lumezzane, in queste ore travolta dalle critiche.

S&D

La mail razzista della società, avente per oggetto “comunicazione importante”, è stata inviata lo scorso 21 giugno. Nel testo si legge: “Chiediamo tassativamente, pena interruzione di rapporto di fornitura con la vs Società, che non vengano più effettuate consegne utilizzando trasportatori di colore e/o pakistani, indiani o simili”.

E ancora: “Gli unici di nazionalità estera che saranno accettati saranno quelli dei paesi dell’est, gli altri non saranno fatti entrare nella nostra azienda né tantomeno saranno scaricati”.

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Del caso parla oggi Il giornale di Brescia. La mail non è affatto piaciuta alla Dtm-Dterchimica, un’azienda di Torbole Casaglia, altro centro della provincia bresciana, che fornisce prodotti e servizi di pulizia professionale. La Dtm ha risposto al messaggio di posta elettronica della Chino Color spiegando sostanzialmente che l’unico criterio di valutazione preso in considerazione è la professionalità dei lavoratori e non la loro nazionalità.

Le avvocate di WildSide, Cathy La Torre, segnaleranno l’episodio all’Unar, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni, come rendono noto oggi i Sentinelli di Milano, che invitano chi li segue a fare lo stesso sul sito www.unar.it.

I Sentinelli si chiedono: “Ma la domanda è: se ogni azienda, esercente, commerciante, cominciasse a dire NO neri, no ebrei, no rom, no gay, no disabili, cosa accadrebbe in questo paese? Pensate che le leggi razziali siano così lontane? Invece sono già realtà, sotto forma di piccole politiche aziendali, sotto forma di padroni di casa che non affittano a persone con la pelle nera, sotto forma di ristoranti che cacciano coppie di omosessuali, sotto forma di compagnie aeree che negano l’imbarco a persone disabili”.

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