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Luca Attanasio, nuovo rinvio per il processo sull’uccisione dell’ambasciatore. Il padre accusa: “Stato defilato”

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Luca Attanasio, nuovo rinvio per il processo sull’uccisione dell’ambasciatore. Il padre accusa: “Stato defilato”

“Sono basito dal comportamento delle nostre istituzioni che hanno smentito le loro stesse parole”. È l’accusa di Salvatore Attanasio, padre dell’ambasciatore italiano ucciso in Congo tre anni fa.

Intervistato dal Corriere della Sera dopo l’ennesimo rinvio del processo, ha detto che lo stato si è “defilato”. Nell’ultima udienza dello scorso mercoledì 24 gennaio gli esperti del ministero degli Esteri si sono pronunciati a favore dell’immunità per i funzionari delle Nazioni Unite Rocco Leone e Mansur Rwagaza. I due sono accusati dalla procura di aver colpevolmente trascurato di assegnare una scorta alla missione dell’ambasciatore Luca Attanasio, condannandola all’imboscata tesa la mattina del 22 febbraio 2021 nei pressi di Goma, sul confine orientale del paese centrafricano.

Si dovrà attendere la nuova udienza preliminare del 13 febbraio per sapere se i due funzionari del Programma alimentare mondiale (Wfp) saranno rinviati a giudizio. “In questi tre anni, quanti ne sono trascorsi dall’uccisione di mio figlio Luca in Congo, ho presidiato celebrazioni e commemorazioni ma anche colloqui personali con ministri e alti rappresentanti dello stato. Tutti mi hanno ripetuto la medesima frase: ‘L’Italia vuole verità e giustizia per suo figlio’. Ma alle parole non seguono i fatti”, ha detto il padre della vittima. “Sono ancora fiducioso: non credo che i magistrati, i quali fino ad oggi hanno sostenuto con fermezza la strada della verità, vi rinunceranno come fosse trascurabile”, ha aggiunto al Corriere della Sera.

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