Icona app
Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Banner abbonamento
Cerca
Ultimo aggiornamento ore 15:05
Immagine autore
Gambino
Immagine autore
Telese
Immagine autore
Mentana
Immagine autore
Revelli
Immagine autore
Stille
Immagine autore
Urbinati
Immagine autore
Dimassi
Immagine autore
Cavalli
Immagine autore
Antonellis
Immagine autore
Serafini
Immagine autore
Bocca
Immagine autore
Sabelli Fioretti
Immagine autore
Guida Bardi
Home » Cronaca

“È illecito leggere la chat del propria moglie”: lo ha stabilito la Cassazione

Immagine di copertina
illecito leggere chat coniuge

Non si può leggere né copiare quanto scritto in una conversazione sui social per depositarne poi il contenuto in una causa di separazione

È illecito leggere la chat del proprio coniuge e usarne il contenuto nell’ambito di una causa di separazione. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha precisato che il principio vale anche se il computer è stato lasciato acceso in sala da pranzo.

L’organo al vertice dell’ordinamento giuridico italiano ha così accolto il ricorso di una donna contro l’assoluzione dell’ex marito, accusato di accesso abusivo a un sistema informatico e violazione di corrispondenza per aver letto e stampato alcune conversazioni che aveva intrapreso sui social.

La quinta sezione penale della Cassazione ha censurato le conclusioni dei giudici del merito: “la condotta di illecito mantenimento” in un sistema informatico “può perfezionarsi anche in presenza di una casuale iniziale introduzione” in esso, come aveva raccontato l’imputato, affermando di aver urtato casualmente il tavolo dove si trovava il computer portatile della moglie, cosa che aveva fatto comparire sul monitor le conversazioni delle chat, in quanto il pc era già aperto su Skype.

In merito poi alla possibilità che la signora avesse registrato la password per non doverla riscrivere ad ogni accesso, i giudici di piazza Cavour osservano che ciò “non esclude che il sistema informatico in questione fosse munito di misura di sicurezza” e ricordano che, per la sussistenza del reato, non rileva l’eventualità che le chiavi di accesso fossero state in precedenza comunicate all’autore del fatto, “qualora la condotta incriminata abbia portato ad un risultato certamente in contrasto con la volontà della persona offesa”.

Infine, non si può condividere, conclude la Cassazione, la “giusta causa” riconosciuta dal tribunale di Monza e dalla Corte d’appello di Milano in riferimento alla causa di separazione in corso tra i coniugi.

Dal punto di vista penale, resta in questo caso confermata l’assoluzione dell’uomo, poiché la sentenza di condanna in appello è stata impugnata soltanto dalla parte offesa: ora dovrà svolgersi a Milano un nuovo processo solo in sede civile, inerente il possibile risarcimento alla signora.

Canapa light, pubblicate le motivazioni della sentenza della Cassazione: “Illegale a prescindere dal Thc”
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Papa Francesco: “La pace non sarà mai frutto dei muri e delle armi”
Cronaca / Franco Di Mare, il fratello: “La Rai gli ha voltato le spalle”
Cronaca / In autostrada a 255 chilometri orari: la Polizia gli ritira la patente
Ti potrebbe interessare
Cronaca / Papa Francesco: “La pace non sarà mai frutto dei muri e delle armi”
Cronaca / Franco Di Mare, il fratello: “La Rai gli ha voltato le spalle”
Cronaca / In autostrada a 255 chilometri orari: la Polizia gli ritira la patente
Cronaca / Chico Forti è arrivato in Italia: Meloni lo accoglie all’aeroporto di Pratica di Mare
Cronaca / Morto Franco Di Mare: la malattia che ha colpito il giornalista
Cronaca / Chi era Sofia Stefani, la vigilessa uccisa ad Anzola
Cronaca / L’ex comandante Giampiero Gualandi fermato per l'omicidio di Sofia Stefani
Cronaca / L’inizio della rissa in discoteca tra Fedez e Iovino ripreso dalle telecamere: un’ora dopo l’aggressione
Cronaca / Così Filippo Turetta ha pianificato la morte di Giulia Cecchettin
Cronaca / “L’Aeroporto di Roma Frosinone e il Futuro del Trasporto Aereo nel Lazio”