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L’interrogatorio di garanzia di Filippo Turetta: piange e non risponde al gip. Ha confermato di aver ucciso Giulia

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I magistrati sono entrati alle 10 nel carcere Montorio di Verona. Mezz’ora dopo, le macchine con a bordo la gip Benedetta Vitolo e il pm Andrea Petroni sono uscite e andate via. È il giorno dell’interrogatorio di Filippo Turetta, 22 anni a dicembre, accusato del femminicidio di Giulia Cecchettin.

Il giovane, accusato dell’omicidio di Giulia Cecchettin, si è avvalso della facoltà di non rispondere di fronte al gip. Stando all’ordinanza cautelare, è accusato di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona.

Durante l’interrogatorio di garanzia Filippo Turetta ha confermato con dichiarazioni spontanee al gip le ammissioni rese alla polizia tedesca sul delitto. Lo ha spiegato il suo legale Giovanni Caruso. Nei pochi minuti in cui è rimasto davanti al giudice Benedetta Vitolo e al pm Andrea Petroni, il 21enne ha pianto, soprattutto prima di essere portato via dopo che l’interrogatorio si era concluso.

L’interrogatorio è iniziato verso le 10 e già attorno alle 10:30 sono usciti il giudice e il pm. Ciò aveva fatto subito ritenere che il 21enne non avesse risposto alle domande del gip, che il 20 novembre aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere per “l’inaudita ferocia” e la “manifesta disumanità” degli atti contestati a Turetta. Il 21enne non avrebbe rilasciato neanche dichiarazioni spontanee. Dato il tempo stringente, il 21enne ha optato per il silenzio come strategia difensiva. In questo modo l’avvocato difensore Giovanni Caruso avrebbe potuto guadagnare tempo per studiare gli atti di indagine dell’inchiesta, atti che l’avvocato ha potuto ottenere soltanto lunedì.

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