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L’elettricità green in fondo al mare

Immagine di copertina

Negli abissi del Mediterraneo sono state interrate piante in corrispondenza dei cavi acquatici che trasportano la corrente. Così le infrastrutture dell’energia mitigano l’impatto sugli ecosistemi

Negli ultimi tempi si parla giustamente molto di transizione energetica, consumi e sostenibilità. Temi chiave per il futuro del Paese e del pianeta – come la decarbonizzazione e lo sviluppo di fonti rinnovabili – per salvaguardare l’ambiente, pur senza rinunciare al progresso e all’innovazione. Proprio l’esigenza di conciliare la realizzazione di infrastrutture elettriche strategiche per l’Italia e la necessità di tutelare l’ambiente e la biodiversità è alla base delle attività di Terna, il gestore della rete elettrica nazionale.

Per l’azienda guidata da Giuseppina Di Foggia, la sostenibilità è un driver strategico, tanto che i suoi investimenti sono considerati per loro natura sostenibili per il 99% in base al criterio di eleggibilità introdotto dalla Tassonomia Europea. Bisogna dunque favorire la transizione verso nuovi modelli di produzione e consumo dell’energia elettrica.

Biodiversità

In tal senso rivestono un ruolo chiave proprio le reti di trasmissione dell’energia. Fondamentale è, per esempio, la realizzazione di grandi infrastrutture elettriche sottomarine. Si tratta di soluzioni innovative, efficaci e che non interferiscono con l’ambiente, soddisfacendo la costante crescita di richiesta di energia. Tra queste ricordiamo il Tyrrhenian Link, l’elettrodotto che unirà la Campania, la Sicilia e la Sardegna, per un totale di circa 970 km di collegamento, l’Adriatic Link, il collegamento fra Marche e Abruzzo, lungo circa 250 km di cui 210 in cavo marino, ed Elmed, il cavo marino che collegherà l’Italia con la Tunisia, lungo oltre 200 km.

Un esempio virtuoso è rappresentato anche dal nuovo collegamento sottomarino tra l’Isola d’Elba e Piombino, per il quale Terna ha eseguito un’importante attività di trapianto di Posidonia Oceanica, in un’ampia area al largo del Golfo di Follonica, tra Livorno e Grosseto.

La Posidonia oceanica è una pianta acquatica caratteristica dei fondali del Mediterraneo, dove è molto diffusa, ed è fondamentale per la protezione della costa dall’erosione. Per garantire un adeguato livello di sicurezza dei cavi sottomarini della rete elettrica nazionale, è indispensabile assicurarne l’interramento sul fondale marino.

Ma altrettanto rilevante è per Terna salvaguardare la Posidonia oceanica e rendere minimo l’impatto ecologico delle infrastrutture. Per questo laddove, per motivi tecnici, non è possibile evitare le praterie di Posidonia, vengono progettate adeguate azioni di mitigazione e/o di compensazione ambientale. Si tratta di un’attività di progettazione e pianificazione lunga e complessa, fatta in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e con gli enti di ricerca preposti.

Attività che proseguono per anni, anche dopo la posa del cavo, per valutare l’evoluzione dello stato ecologico dell’habitat. Lo scopo è quello di controllare e verificare che le azioni intraprese siano efficaci anche nel medio e lungo periodo.

Il progetto

Tra le azioni di compensazione quella più tipica è il “trapianto”, che deve avvenire prima che si posi il cavo sottomarino. Esistono diversi approcci e, proprio per questo motivo, la procedura più adatta viene individuata di concerto con gli Enti scientifici preposti. Così è avvenuto per il nuovo “ponte” elettrico tra l’Isola d’Elba e Piombino (Livorno), in attività da quest’anno.

L’elettrodotto ha una lunghezza complessiva di circa 37 km, di cui 34 sottomarini e tre completamente interrati. Si tratta di un’infrastruttura fondamentale, che porterà a raddoppiare le linee di connessione tra il sistema elettrico nazionale e la rete dell’isola. Il cavo sottomarino è stato posato a una profondità massima di circa 70 metri sotto il livello del mare, partendo dall’approdo isolano di Portoferraio e procedendo verso la costa continentale di Piombino. Gli approdi del cavo sono stati realizzati tramite la tecnica della trivellazione orizzontale controllata (TOC), che permette di installare la tubazione limitando anche l’impatto dei lavori sul litorale.

L’Elba-Continente è un elettrodotto che interessa, in uscita dall’approdo di Piombino, una prateria di Posidonia Oceanica per un tratto di circa tre chilometri di lunghezza. Per garantire la tutela della biodiversità marina, prima della posa del cavo sottomarino, Terna ha realizzato un trapianto di circa 53mila talee di Posidonia in un’area di oltre 1.650 metri quadri del Golfo di Follonica, un’insenatura del Mar Tirreno tra la provincia di Livorno e Grosseto.

Dal punto di vista tecnico, sono state prelevate delle talee che sono state portate sulla terraferma. Le piantine, una volta pulite e lavorate una per una, sono state piantate su strutture di ancoraggio, vere e proprie cornici con rete metallica, e successivamente riposizionate da operatori tecnici subacquei sul sito di destinazione. Un aspetto estremamente importante di tale attività è la salvaguardia del trapianto mediante l’installazione di boe che segnalano la sua presenza, con l’obiettivo primario di prevenire qualsiasi possibile ancoraggio o attività di strascico che potrebbe danneggiare l’area.

Il trapianto ha rappresentato un grande traguardo per il quale sono stati necessari oltre dieci anni di lavoro. Altre azioni di mitigazione e compensazione sono già state pianificate e programmate anche per altre opere strategiche, come il Sa.Co.I.3 e il Tyrrhenian Link. Per la realizzazione di quest’ultima, Terna sperimenterà con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, per la prima volta in Europa, un progetto di tutela della Cymodocea, un’altra pianta marina di grande rilevanza ecologica.

E durante i lavori spuntano dei siti archeologici

Nuovi siti archeologici di età preromana e romana sono emersi nella Laguna di Venezia, a seguito dei lavori di posa degli elettrodotti sublagunari in cavo interrato a 132 kV “C.P. Sacca Serenella – C.P. Cavallino” e “Fusina 2-Sacca Fisola” realizzati da Terna, il gestore della rete elettrica nazionale ad alta e altissima tensione, tra il 2017 e il 2018.

Le indagini in Laguna, nel cantiere archeologico subacqueo diretto dal Ministero della Cultura in sinergia con Terna, hanno permesso ad un cospicuo gruppo di studiosi di individuare nuovi siti e aumentare così le proprie conoscenze, ripercorrendo le tracce lasciate dall’uomo nella trasformazione del territorio lagunare.

Questi studi, diretti e condotti dagli archeologi subacquei Alessandro Asta e Stefano Medas, sono finiti in un volume, “Passaggi a Nord-Est”, edito da SAP Società Archeologica e finanziato da Terna. Il testo, presentato a settembre a Palazzo Ducale, ospita contributi specialistici di studiosi di archeologia lagunare e subacquea, geomorfologia, produzione ceramica, archeozoologia e datazioni dei resti lignei provenienti da contesti sommersi, che consentono di approfondire i metodi, le problematiche e le prospettive a medio e lungo termine della ricerca scientifica in ambito lagunare.

Gli elettrodotti in cavo “Sacca Serenella – Cavallino” e “Fusina 2-Sacca Fisola”, progettati da Terna per avere il minore impatto ambientale possibile, rientrano tra gli interventi realizzati dalla società per ammodernare la rete elettrica della Laguna di Venezia e renderla più sicura ed efficiente. La loro entrata in esercizio, avvenuta nel 2019, ha permesso la successiva demolizione di 19 sostegni aerei che insistevano nell’area lagunare con un evidente beneficio paesaggistico per la città di Venezia.

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