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    Le donne morte per Coronavirus sono molte di più rispetto ai dati ufficiali: lo studio che lo dimostra

    Medici in sala operatoria Credits: Ansa

    I decessi tra le donne sono stati finora sottostimati: a sottolinearlo è l'Istituto bolognese Cattaneo

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 15 Apr. 2020 alle 16:44

    Donne e Coronavirus: la verità sul tasso di mortalità

    La Protezione Civile, nella lettura del bollettino quotidiano, ha più volte fatto emergere che la mortalità femminile dovuta al Coronavirus è minore rispetto a quella maschile. Questi dati vengono messi in discussione dall’Istituto di ricerca Cattaneo, che sostiene che le donne decedute in Italia a causa della pandemia sarebbero molte di più: “Finora gran parte delle analisi sui decessi hanno considerato i pazienti deceduti positivi al Covid-19, un insieme che include i soli decessi avvenuti negli ospedali e relativi a pazienti sottoposti al test invita, o post-mortem”.

    In pratica, gli esperti dell’istituto di ricerca di Bologna hanno messo a confronto la media dei decessi giornalieri registrati dall’anagrafe nel quadriennio 2015-2019 nell’intervallo 21 febbraio (prima morte ufficiale da Covid-19) e il 28 marzo e la mortalità media nello stesso arco di tempo del 2020. “Osservando i dati ufficiali sui pazienti deceduti per Covid-19, il numero di decessi maschili su 100 mila uomini è del 151 per cento più alto del corrispettivo femminile  – evidenzia il presidente dell’Istituto Cattaneo Asher Colombo – Se si osservano, invece, i dati dei decessi nei 40 giorni indicati del 2020 eccedenti rispetto alla media 2015-19, la differenza scende al 37,9 per cento, assottigliandosi sempre di più con l’aumento dell’età”. Ma perché, allora, tra gli uomini risultano più decessi? La forte preponderanza di uomini tra i pazienti deceduti positivi al Coronavirus può dipendere, in parte, dal livello di ospedalizzazione delle persone positive.

    Tra le donne cioè, potrebbero esserci più decessi in casa o nelle Rsa (dove la conta è meno rigida e meno aggiornata, purtroppo) che in ospedale. Secondo i dati Istat, infatti, nelle residenze sanitarie assistite c’è una forte preponderanza di donne: si va dal 73 per cento in Piemonte, al 68,8 in Sardegna.

    I ricercatori osservano che “la diversa distribuzione del luogo del decesso al variare del sesso e dell’età resta tuttavia uno dei nodi su cui le ricerche dovranno interrogarsi in un futuro prossimo”. Insomma, la mortalità femminile potrebbe solo essere stata sottostimata finora.

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