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Covid, Ricciardi avverte: “Febbraio e marzo saranno i mesi più difficili. Sui vaccini Arcuri non può fare tutto”

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Covid, Ricciardi avverte: “Febbraio e marzo i mesi più difficili”

“Febbraio e marzo saranno i mesi più difficili”: ne è convinto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’epidemia di Covid e e docente dell’università Cattolica.

S&D

Con l’Italia quasi tutta in fascia gialla e la riapertura delle scuole, infatti, Ricciardi si dice certo che presto assisteremo a “un nuovo incremento di casi”.

“Avremo un incremento dei nuovi casi positivi fra tre-quattro settimane – dichiara Ricciardi in un’intervista a Il Messaggero – Ormai l’andamento di questa epidemia è prevedibile”.

“Sarebbe importante evitare gli assembramenti – aggiunge l’esperto – ma mi pare evidente che i semplici suggerimenti non hanno alcuna efficacia. Se a questo aggiungiamo che sono state riaperte le scuole, abbiamo la certezza di vedere presto un incremento di casi. Come sa, io sono per la zona rossa in tutto il Paese. Febbraio e marzo saranno i mesi più difficili. A giugno saremo maggiormente al sicuro”.

Alla luce delle difficoltà che l’Italia si appresta ad affrontare, secondo Ricciardi è fondamentale accelerare sull’approvazione di nuovi farmaci, tra cui gli anticorpi monoclonali.

Secondo Ricciardi infatti “manca la volontà da parte di Aifa di accelerare il processo di valutazione in maniera simile a quello che ha fatto l’agenzia tedesca. Aifa ha detto che aspetta Ema (l’agenzia europea del farmaco). Quando c’è un nuovo farmaco in Europa, deve approvarlo l’Ema, che però non ha gli stessi strumenti della Fda (l’agenzia americana) che può ricorrere all’approvazione di emergenza”.

“L’Ema ha solo lo strumento dell’approvazione condizionata, che necessita di più tempo. Ma i singoli Stati possono approvare in forma emergenziale. Anche in questo caso: Aifa dovrebbe essere più coraggiosa, la richiesta da Ely Lilly è arrivata, questi anticorpi monoclonali vengono prodotti anche in Italia, riducono del 70 per cento l’aggravamento. Cosa stiamo aspettando?”.

Secondo il consulente del ministro, poi, è necessario produrre molti più vaccini. Come? Sospendendo “temporaneamente l’esclusiva della produzione”.

Anche perché a breve inizierà la vaccinazione di massa, che richiede, secondo Ricciardi, un “salto di qualità sul piano nazionale”.

“Non può essere che la seconda fase sia gestita come la prima, che era facile, perché rivolta solo agli operatori sanitari. Dovremo vaccinare centinaia di migliaia di persone nei palasport, negli studi di medicina generale. Avremo bisogno di una organizzazione di tipo militare che ancora non c’è. Non può essere considerata ordinaria amministrazione. Io penso a centomila vaccinati al giorno, ho fatto il paragone con lo sbarco in Normandia. Serve un generale che guidi le operazioni”.

“Arcuri sta svolgendo egregiamente il suo compito e sta gestendo in maniera encomiabile l’approvvigionamento dei vaccini. Ma organizzare le vaccinazioni non è un lavoro che si può fare part time e il quadro non può essere frammentato tra le regioni. Serve una leadership forte e riconosciuta, che dia garanzie ai cittadini che questa operazione sarà eseguita con lo stesso livello di efficienza in tutto il Paese. Penso a una persona come Bertolaso, ad esempio”.

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