Comitati sardi contro il Tyrrhenian Link: “Opera imposta, inutile e dannosa”
Mille chilometri di cavi sottomarini. Oltre 3,7 miliardi di euro investiti. Una delle più ambiziose infrastrutture energetiche mai progettate in Italia. Il Tyrrhenian Link di Terna è il nuovo elettrodotto che connetterà Campania, Sicilia e Sardegna attraverso una dorsale energetica sommersa, affiancata a terra dal Sardinian Link. Promettono benefici strategici ma in Sardegna monta la protesta. La parola d’ordine è: resistere.
Rita Corda, lei è portavoce del comitato No Tyrrhenian Link a Selargius. Come nasce l’opposizione al progetto?
“Abbiamo saputo del Tyrrhenian Link quando il progetto è arrivato in Commissione urbanistica, tra gennaio e febbraio 2023. Ci ha sorpreso sapere che l’amministrazione comunale trattava con Terna fin dal 2021. Una trattativa condotta direttamente dai tecnici della società con i sindaci e i loro uffici, senza informare né il Consiglio comunale né i cittadini”.
Sta dicendo che Terna non ha coinvolto la popolazione?
“Certo. È un obbligo di legge. La consultazione pubblica si è svolta nel 2022 quasi solo online. Hanno partecipato pochissime persone: a Quartu solo 14 cittadini su 75.000 abitanti; a Selargius, Settimo San Pietro e Sinnai solo 3 persone. È tutto documentato nei verbali ufficiali, pubblicati da Terna solo dopo due anni, forse perché si vergognavano. Su questo si basano il ricorso al Capo dello Stato presentato dal Comune di Selargius e un esposto alla Procura della Repubblica di Cagliari da parte dei comitati”.
A che punto sono i ricorsi?
“Non abbiamo aggiornamenti. A febbraio 2025, il Comune di Selargius ha chiesto nuovamente l’annullamento dell’autorizzazione al progetto, basandosi sulla relazione di un agronomo. Il tecnico segnala gravi rischi per la salute pubblica: campi elettromagnetici, rischio leucemie infantili, danni a piante e animali, impoverimento ambientale. Il governo non ha fermato l’opera, ma ha chiesto a Terna di indagare sugli effetti delle onde elettromagnetiche. È come chiedere al gatto di sorvegliare il topo!”.
Avvocato Giulia Lai, lei è a capo del comitato No Tyrrhenian Link di Quartu. Che violazioni avete segnalato?
“Non sono ricorsi contro l’opera in sé. A Selargius abbiamo contestato singoli espropri. A Quartu e Selargius abbiamo presentato un esposto alla Procura di Cagliari che è ancora in fase di indagine. Il ricorso contro il decreto ministeriale che autorizza il progetto non è mai stato presentato: nessuno sapeva nulla e quindi i termini temporali entro cui ricorrere sono scaduti. L’assenza del dibattito pubblico, obbligatorio per opere di questa portata. Lo prevede il Codice dei contratti pubblici. Un’infrastruttura così impattante deve essere discussa con i cittadini che hanno il diritto di esprimere la propria opinione”.
Corda, però il Tyrrhenian Link è considerato strategico. C’è chi dice che ostacolate la transizione verde e l’autonomia energetica dell’isola.
“Il Decreto Frattini impone alla Sardegna 6,2 GW da fonti rinnovabili, ma già oggi produciamo più energia di quella che consumiamo. Inoltre, esistono già i collegamenti Sapei (Sardegna-Lazio) e Sacoi (Sardegna-Corsica-Toscana). Il Tyrrhenian Link serve solo a esportare energia e ciò causerà ulteriori perdite fisiologiche nel trasporto. Senza pianificazione, senza consenso, e in violazione della legge delega 53/2021 che impone di usare aree industriali dismesse e limitare il consumo di suolo. Terna ha scelto Terramala come punto d’approdo del cavidotto Sicilia-Sardegna: un’area incontaminata, di alto valore naturalistico, dove il Piano Paesaggistico Regionale vieta persino di piantare un ombrellone. Ora ci passa un cavo enorme!”.

Avvocato Lai, qual è lo stato attuale dei lavori?
“A Quartu si lavora nella zona mare, a Terramala. Scavi e sbancamenti hanno comportato la chiusura dell’accesso al mare e il divieto di balneazione. Da due mesi è vietato anche l’ormeggio delle piccole barche e la pesca entro un chilometro. A fine luglio hanno iniziato a saldare grandi tubi da posare sul fondo marino. Altro che i “cavetti” di cui parlava il sindaco Graziano Milia! I lavori procedono a ritmo serrato e causano disagi. A Selargius è stata appianata un’intera collina e si sono verificati smottamenti stradali per il passaggio dei camion. Solo dopo la pressione dei comitati, il sindaco ha emesso un’ordinanza per ripristinare la strada”.
Corda, come si è arrivati a questa situazione? È solo un difetto di comunicazione di Terna?
“No, è assenza di cultura politica da parte delle amministrazioni pubbliche che hanno rinunciato ad esercitare le proprie prerogative, assecondando l’azione prevaricatrice dello Stato, violando le regole democratiche. Il responsabile Urbanistica del Comune di Selargius ha detto chiaramente di avere dato parere favorevole solo perché il progetto è di Terna. Le pare una motivazione seria?”.
Alcuni parlano di una “battaglia ideologica”. Come rispondete a chi vi accusa di strumentalizzazione politica?
“I comitati di cittadini esistono da tanto tempo. Quello di Sanluri-Villanovaforru è attivo da oltre dieci anni. Noi eravamo già in campo prima della legge di iniziativa popolare “Pratobello” del 2024, che ha avuto un battage mediatico con Zuncheddu (Sergio, editore di Videolina e L’Unione Sarda, nda). La Regione non l’ha nemmeno calendarizzata: una mancanza di rispetto verso la partecipazione popolare. La nostra opposizione al Tyrrhenian Link è basata su dati, non su chiacchiere. Abbiamo consegnato documenti in Procura. Il presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, ha detto che Terna è stata prepotente e che i comitati hanno ragione, ma poi ha firmato l’accordo Stato-Regione senza consultare nessuno. Noi ribadiamo la nostra indipendenza da partiti, movimenti e gruppi editoriali che cercano di “mettere il cappello” su nostre iniziative”.
Avvocato Lai, chi sono le persone che protestano?
“Chi ha visto il territorio agricolo trasformarsi in zona industriale. Chi si è visto espropriare le terre”.
Quali sono gli interessi politici in gioco?
“È difficile dirlo. Nessuno vuole esporsi, né a destra né a sinistra. È un tema scomodo. Con il Tyrrhenian Link hanno fatto qualcosa che non potevano fare. Non è un argomento che porta voti”.
Sta dicendo che c’è un problema di opacità istituzionale?
“Sì. È un approccio coloniale. In Sardegna è sempre stato così: energia, poligoni militari, estrazioni minerarie. Tutto a nostro discapito, senza ritorni economici. E con il Tyrrhenian Link finiremo pure per pagare bollette più care, per coprire gli oneri di servizio. Ora che i termini della transizione energetica sono stati prorogati non c’è nemmeno più l’urgenza in Europa per questa infrastruttura”.
Continuerete la protesta? Cosa chiedete?
“Chiediamo lo stop ai lavori. Il rispetto della legge. La Procura sta valutando un esposto dettagliato, ma finché non si muove qualcosa Terna va avanti come se niente fosse. Possiamo solo denunciare ogni singolo atto, ogni avanzamento nei lavori. Se le istituzioni non si schierano al nostro fianco, l’opera verrà realizzata”.

