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    Omicidio Willy, il fratello di Marco e Gabriele Bianchi: “Non sono stati loro a ucciderlo”

    Di Carmelo Leo
    Pubblicato il 8 Set. 2020 alle 10:24 Aggiornato il 8 Set. 2020 alle 14:04

    Omicidio Willy, il fratello di Marco e Gabriele Bianchi: “Non sono stati loro”

    Non cerca di giustificare i suoi due fratelli, Marco e Gabriele Bianchi, ma si dice convinto che non siano stati loro a uccidere materialmente il giovane Willy Monteiro Duarte, il ragazzo italo-capoverdiano di 21 anni morto dopo un pestaggio nella notte tra sabato 5 e domenica 6 settembre: Alessandro Bianchi, fratello maggiore di due dei quattro ragazzi di Artena che hanno aggredito il giovane cuoco e i suoi amici e che ora sono in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale, dice la sua in un’intervista concessa a La Stampa e a Il Messaggero. “Hanno sbagliato e devono pagare fino in fondo – premette -, non dico che i miei fratelli non siano santi, hanno fatto stupidaggini, scazzottate. Hanno una loro comitiva, ma non sono i capi bulli di nessuno. Non potrei mai pensare che abbiano ucciso e infierito su un ragazzetto come Willy, che lo abbiano addirittura colpito quando lui era a terra, tutti contro uno. Io so che non può essere così”.

    Alessandro Bianchi, 33 anni, si dice “convinto che venga dimostrato che il colpo mortale non l’hanno sferrato loro”, ovvero i suoi fratelli Marco e Gabriele. Poi, racconta quello che sa di quella notte: gli altri due ragazzi coinvolti nella rissa, Mario Pincarelli e Francesco Belleggia, avrebbero chiamato i fratelli Bianchi “perché qualcuno li stava picchiando”. Il 33enne si rifiuta di pensare che Marco e Gabriele siano dei picchiatori: “Facevano palestra, si pavoneggiavano, ma era tutta apparenza… Loro a uno come Willy probabilmente l’avrebbero difeso”, spiega. Una cosa, adesso, è certa: “La verità dovrà essere stabilità. Nel frattempo – spiega ancora Alessandro Bianchi – quelli che accusano i miei fratelli di odio e violenza stanno dando il peggio di sé: hanno riempito di insulti e minacce me e mia moglie, sui social, ovunque, persino mia figlia che è una bambina”.

    Nel frattempo, proseguono le indagini per accertare le responsabilità del pestaggio che ha portato alla morte di Willy Monteiro. Oggi si terranno a Rebibbia gli interrogatori di garanzia per i quattro ragazzi arrestati. Domani, invece, sarà eseguita l’autopsia sul cadavere del 21enne. I carabinieri, inoltre, stanno esaminando in queste ore un video girato dalle telecamere di sorveglianza all’esterno del pub “La Movida”, dove è avvenuta l’aggressione sabato notte. Secondo quanto riportato da Repubblica, invece, gli inquirenti sarebbero pronti a cambiare il capo d’accusa nei confronti di uno dei quattro fermati: da omicidio preterintenzionale a volontario. Il ragazzo – la cui identità non è ancora stata diffusa – avrebbe colpito Willy con un calcio alla pancia e poi un pugno in testa, lasciandolo agonizzante sull’asfalto. Le indagini si concentrano anche su un quinto complice, che quella sera era alla guida del Suv: dai primi rilievi sembra si sia limitato a questo, senza avere alcun ruolo attivo nel pestaggio: è indagato per favoreggiamento.

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