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Un bracciante di 28 anni si è suicidato nelle campagne del Foggiano. Soumahoro: “Ascoltiamo la loro sofferenza”

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Fallaye Dabo aveva 28 anni e veniva dal Mali, in Italia cercava un futuro, una vita migliore. Lavorava come bracciante nelle campagne di Lucera, nel Foggiano. Ieri, lunedì prima marzo, Fallaye è stato ritrovato senza vita: si è suicidato. Sono ancora poche le informazioni riguardo le cause della morte ma come spiega il sindacalista Usb Aboubakar Soumahoro, la disperazione per una vita trascorsa nell’indifferenza sociale e l’abbrutimento vissuto nell’essere continuamente sfruttati, potrebbero aver condotto il 28enne al gesto estremo.

S&D


“Fallaye Dabo, bracciante di 28 anni nato in Mali, si è suicidato nelle campagne di Lucera (Foggia)”, afferma Aboubakar Soumahoro, sindacalista Usb, leader della protesta per i diritti dei migranti. “Nel sostenere i familiari in questi momenti di atroce dolore, chiediamo che sia ascoltata la sofferenza spirituale e materiale dei braccianti. La stessa che ha spinto Fallaye a compiere questo gesto estremo. Non permettiamo che l’avidità economica, l’indifferenza sociale e la mancanza di coraggio della politica fagociti i braccianti in un abbrutimento disperante che finisce per uccidere la vita in loro”.

La piaga dello sfruttamento dei braccianti in Italia

Lo sfruttamento dei braccianti agricoli resta una piaga per il nostro Paese: a fare luce sull’argomento è “E(U)xploitation. Il caporalato: una questione meridionale”, il nuovo rapporto dell’associazione ambientalista Terra!. Il dossier racconta la dimensione continentale dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, mettendo in evidenza i vuoti normativi, lo squilibrio nel potere di mercato e la debolezza dei controlli nelle filiere di importanti produzioni dell’Europa mediterranea.

Come spiega Veronica Di Benedetto Montaccini in questo articolo, nell’agricoltura italiana è schiacciante la presenza di stranieri. Sono tra 200mila e 250mila quelli occupati in agricoltura (54.154 comunitari e 92.968 extracomunitari secondo il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali) e rappresentano quasi il 30 per cento degli occupati totali del settore.Nel Sud Italia c’è la quasi totalità della produzione ortofrutticola nazionale, ma dal Mezzogiorno parte solo il 30 per cento delle esportazioni totali dell’agroalimentare italiano. La Piana del Sele (Salerno), l’Agro Pontino (Latina) e il Foggiano sono le aree con forte disgregazione tra gli addetti, scarsità di politiche di filiera, mancanza di organizzazione del lavoro.

Leggi anche: Caporalato, cos’è e cosa prevede la legge del 2016

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