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Bari, arrestato il 35enne algerino “falsario dell’Isis”: è accusato di aver partecipato alla strage del Bataclan

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Bari, arrestato il 35enne algerino accusato di aver partecipato alla strage del Bataclan

Arrestato a Bari il 35enne di origini algerine accusato di aver offerto supporto ai terroristi della strage del Bataclan di novembre 2015. Ieri la Polizia di Stato ha notificato all’uomo un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, disposto dalla Dda di Bari, per il reato di partecipazione a organizzazione terroristica. Le indagini hanno accertato che il cittadino algerino avrebbe garantito la disponibilità di documenti contraffatti agli autori degli attentati terroristici del teatro Bataclan, Stade de France e degli attacchi armati concentrati nella I, X e XI arrondissement, avvenuti a Parigi il 13 novembre 2015.

S&D

I primi fatti risalgono a luglio del 2015, pochi mesi prima degli attentati di Parigi, quando Athmane Touami – questo il nome del destinatario del decreto di fermo – fu arrestato a bordo del treno Parigi-Milano in possesso di carte di identità false rilasciate dalla rete belga denominata “Catalogue”, che secondo le indagini avrebbe fornito documenti falsi a tutti i terroristi coinvolti nella strage del Bataclan.

L’uomo aveva fatto perdere le sue tracce finché nel dicembre 2018 è stato nuovamente arrestato per furto a Milano e poi trasferito nel Cpr di Bari, mentre durante una perquisizione a casa del fratello a Parigi, Medhi Touami, la Polizia aveva trovato una borsa, ritenuta di proprietà del 35enne, contenente vari documenti falsi e altri rubati, sette telefoni cellulari e diversi dischi rigidi con all’interno “329 fotografie legate all’Islam radicale e cinque video parziali dello stesso tipo”.

Da allora gli investigatori hanno cominciato a tenere Athmane sotto controllo, scoprendo che era in possesso di un documento falso, utilizzato per muoversi liberamente nei paesi dell’area Schengen. Per questo era stato processato e condannato alla pena di 2 anni. La sua scarcerazione era prevista per il 19 giugno, motivo per cui la Dda ha di Bari ha adottato il provvedimento cautelare, “sussistendo concreti elementi che portano a ritenere che lo stesso, non appena liberato, si darà alla fuga, facendo perdere le proprie tracce”.

In carcere Touami svolgeva attività di indottrinamento di altre persone, alle quali mostrava video di imam e spiegava i suoi progetti: una fuga in Francia attraversando il confine a Ventimiglia.

Secondo la Dda di Bari il ruolo dei fratelli Touami negli attentati era quello di “esperti in grado di fornire un supporto logistico, luoghi di appoggio, mettendo a disposizione merce di provenienza delittuosa” e “di falsari al servizio delle organizzazioni terroristiche”. Ma le indagini hanno consentito di accertare, oltre al sostegno diretto ai terroristi del Bataclan, la contiguità dei fratelli ad ambienti radicali di matrice jihadista, in particolare all’ala dell’Isis operante in territorio francese e belga, con collegamenti in Siria e in altri paesi nordafricani.

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